Mobile lombardo neoclassico: le cosiddette botteghe dell’anforetta e delle cornucopie sono la stessa bottega?
di Andrea Bardelli (con la collaborazione di Manuela S. Carbone)
C’era una volta la bottega dell’anforetta (per esteso, bottega dell’anforetta, medaglioni e pendoni) e quella delle cornucopie, nomi di fantasia creati per aggregare e classificare, rispettivamente, mobili che presentassero caratteristiche simili, soprattutto sul piano decorativo (nota 1).
La prima era stata così denominata per il decoro del primo cassetto, distinto, nella sua tipologia più caratteristica, da una sequenza di anforette biansate intercalate da medaglioni e collegate da pendoni fioriti [Figure 1 e 1a].


Figure 1 e 1a. Cassettone neoclassico intarsiato e particolare del decoro del primo cassetto, Lombardia, XVIII-XIX secolo, Boetto, maggio 1997 n. 205.
La seconda “bottega” è stata battezzata “delle cornucopie” perché il suo tipo base vede, al centro del primo cassetto, affrontarsi due cornucopie dai cui si diramano racemi fogliati [Figure 2 e 2a].


Figure 2 e 2a. Cassettone neoclassico intarsiato e particolare del decoro del primo cassetto, Lombardia, XVIII-XIX secolo, Pandolfini 23 marzo 2022 n. 100.
Attorno a questi due modelli è stato possibile aggregare diversi altri mobili che potevano presentare anche un diverso decoro del primo cassetto, ma che fossero assimilabili per altri elementi distintivi quali: disegno delle lesene, soggetti intarsiati sui medaglioni, profilature a scontorno della fronte, del piano e dei fianchi, forma e decoro della mensolina di raccordo tra gambe e la struttura.
Questo processo è stato molto laborioso e ha consentito di identificare non solo le due “botteghe” nei loro esemplari più caratteristici, ma anche una serie di mobili classificabili come “associati”, raggruppati in diverse sotto-botteghe (nota 2).
In una prima fase della ricerca è parso che gli esemplari accolti nei rispettivi aggregati avessero caratteristiche proprie che li rendessero diversi nonostante le innegabili affinità. In altre parole, sembrava che gli elementi distintivi sopra evidenziati (decoro primo cassetto, lesene, ecc.) fossero peculiari, rispettivamente, della bottega dell’anforette e della bottega delle cornucopie e relativi associati.
Inoltre, sono stati rilevati alcuni particolari costruttivi che apparivano distintivi delle due botteghe; in particolare: nei cassettoni della bottega dell’anforetta i cassetti chiudono “a battuta” su montanti e catene (elemento separatore dei cassetti), mentre nella bottega delle cornucopie chiudono “a filo” [Figure 1b e 2b]. È stato poi rilevato che questi particolari costruttivi sono prevalenti in ciascuna delle due botteghe, ma non esclusivi dell’una e dell’altra.

Figura 1b. Particolare della battuta del cassetto in un cassettone della bottega dell’anforetta.

Figura 2b. Particolare della battuta del cassetto in un cassettone della bottega delle cornucopie.
Procedendo nella ricerca, tuttavia, aumentava il numero degli esemplari che presentavano elementi comuni alle due “botteghe”, facendosi strada l’ipotesi che non si potesse più parlare di due entità distine, ma, semmai, di due (o più) diverse linee di produzione all’interno di una medesima bottega.
Scopo di questo articolo è appunto quello di dimostrare quanto appena enunciato dando una risposta affermativa al quesito formulato nel titolo, pur mantenendo, nell’esposizione che segue, le definizioni di bottega dell’anforette e di bottega delle cornucopie.
Il cassettone passato in asta da Christie’s nel novembre 2002 [Figura 3] appartiene indiscutibilmente alla bottega delle cornucopie per il decoro del primo cassetto, ma anche per il medaglione centrale tratto dal repertorio di Angelika Kauffmann (nota 3) – uno dei più utilizzati all’interno della bottega – e per lo scontorno dei due cassetti grandi che vediamo anche nel mobile di Figura 2.

Figura 3. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, XVIII-XIX secolo, Christie’s 20 novembre 2002 n. 502.
Nella bottega delle cornucopie è stato inserito anche un cassettone in asta da Semenzato nell’ottobre del 2006 per un dettaglio apparentemente insignificante che lo apparenta al mobile di Figura 3, ossia il decoro ai lati del primo cassetto [Figura 4], sebbene il primo cassetto ricordi la sequenza “anforetta, medaglione, pendoni” che caratterizza la bottega dell’anforetta e il medaglione centrale con il Ratto di Europa si veda identico sulla fronte di un cassettone della medesima bottega (nota 4).

Figura 4. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, XVIII-XIX secolo, Semenzato ottobre 2006 n. 330.
Il cassettone in asta da Wannenes nel settembre 2021, appartenente alla bottega dell’anforetta [Figura 5], presenta lo stesso scontorno dei cassetti (a parte una corolla invece di una campanula agli spigoli) riscontrabile nel cassettone in asta da Cambi nel dicembre 2012 inserito nella bottega delle cornucopie [Figura 6].

Figura 5. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, XVIII-XIX secolo, Wannenes settembre 2021 n. 911.

Figura 6. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, XVIII-XIX secolo, Cambi 15 dicembre 2012 n. 507.
Lo stesso medaglione con Venere e Amore compare però anche sulla fronte di un cassettone transitato sul mercato antiquario, classificato all’interno di un sottogruppo denominato “draghetti”, caratterizzato da un decoro con draghetti sulla fronte, associato alla bottega dell’anforetta [Figura 7].

Figura 7. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, XVIII-XIX secolo, mercato antiquario.
Nonostante la presenza dei draghetti – anche se di genere diverso – sul primo cassetto, il cassettone in asta presso Bonhams nel 2017 è stato inserito in un sottogruppo della bottega delle cornucopie denominato “vasetti e pendoni fioriti” [Figura 8].

Figura 8. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, XVIII-XIX secolo, Bonhams giugno 2017.
La mensolina che raccorda la mazzetta del piede alla fascia di base è identica a quella di un cassettone in asta da Sotheby’s a Milano nel 2006 [Figura 9], appartenente al sottogruppo “draghetti” (lo stesso a cui appartiene il cassettone il cassettone di Figura 7), associato alla bottega dell’anforetta, nonché a quella di una ribalta in asta da Semenzato nel 1989 [Figura 10], facente parte di un sottogruppo denominato “vasetto tra cornucopie”, associata – a dispetto del nome alla bottega dell’anforetta.

Figura 9. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, XVIII-XIX secolo, Sotheby’s dicembre 2006 n. 491.

Figura 10. Cassettone a ribalta neoclassico intarsiato, Lombardia, XVIII-XIX secolo, Semenzato febbraio 1989 n. 270.
Non è del tutto irrilevante che gli ultimi tre mobili esaminati rechino al centro della fronte un medaglione intarsiato con una scena genericamente interpretata come Venere e Marte, anche se si tratta di un’iconografia estremamente diffusa (riscontrabile anche nei cassettini delle Figure 1 e 5 e altre che verranno).
La stessa mensolina di cui sopra è riscontrabile in un cassettone in asta da Farsetti nel 2001, collocato in un sottogruppo “vasetti e pendoni fioriti” associato alla bottega delle cornucopie a cui appartiene il mobile di Figura 8 già esaminato [Figura 11]. Alla stessa “bottega” appartiene anche il mobile di Figura 3 che, come si sarà notato, presenta lo stesso scontorno della fronte.

Figura 11. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, XVIII-XIX secolo Farsetti aprile 2002 n. 486.
Questo mobile, oltre a proporre l’ennesima versione del decoro “a draghetti”, presenta lesene molto simili a quelle di un secretaire in asta da Christie’s nel 1997, certamente di epoca ottocentesca (nota 5), classificabile in un sottogruppo della bottega dell’anforetta denominato “medaglioni e pendoni” [Figura 12].

Figura 12. Secretaire neoclassico intarsiato, Lombardia, inizio del XIX secolo, Christie’s Roma aprile 1997 n. 322.
Il cassettone in asta da Boetto nel 2008 [Figura 13] ha il primo cassetto decorato con draghetti simili a quelli del cassettone di Figura 7; infatti, entrambi appartengono al sottogruppo “draghetti” associato alla bottega dell’anforetta.

Figura 13. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, XVIII-XIX secolo, Boetto settembre 2008 n. 182.
Le lesene sono simili a quelle di una coppia di comodini in asta da Finarte nel 1993 che, nonostante l’ennesima coppia di draghetti (ancora diversi e, questa, volta collocati sull’anta accanto a un vaso) appartengono alla bottega delle cornucopie come ci dice il decoro del primo cassetto [Figura 14].

Figura 14. Coppia di comodini neoclassici intarsiati, Lombardia, XVIII-XIX secolo, Finarte 31 marzo 1993 n. 307.
Questi comodini, a loro volta, rivelano alcune affinità con un comodino proposto circa due anni prima a Roma da Christie’s che fa parte del sottogruppo “draghetti” associato alla bottega dell’anforetta come il cassettone di Figura 13 [Figura 15].

Figura 15. Comodino neoclassico intarsiato, Lombardia, XVIII-XIX secolo, Christie’s Roma 15 ottobre 1991 n. 237.
A parte la fattura del piano, qui costituito da un marmo incassato, e sebbene le lesene siano diverse, lo scontorno dell’anta si presenta simile, così come i draghetti anche se disgiunti dal vaso.
Nello stesso sottogruppo “medaglioni e pendoni” associato alla bottega dell’anforetta, a cui appartiene il secretaire di Figura 12, è stato collocato anche un cassettone in collezione privata, avente il primo cassetto decorato a tralci vegetali anziché con i “medaglioni e pendoni” che danno il nome al sottogruppo [Figura 16]. Come in altri casi, è una concatenazione di confronti, qui non facilmente riassumibili (vedi ancora nota 2), che collocano il cassettone all’interno del sottogruppo indicato.

Figura 16. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, XVIII-XIX secolo, collezione privata.
Lo stesso motivo a tralci vegetali decora il cassetto di un tavolino che, attraverso un diverso iter di confronto tra elementi diversi, è stato classificato all’interno del sottogruppo “cornucopie e medaglione”, associato alla bottega delle cornucopie [Figura 17, nota 6].

Figura 17. Tavolino neoclassico intarsiato, Lombardia, XVIII-XIX secolo, fonte gettyimages.
Si sarà notato come nella denominazione dei sottogruppi, anche appartenenti a “botteghe” diverse, ricorrano termini – spesso abbinati – come “medaglioni”, “cornucopie” “pendoni”. Ciò è ricavato dal decoro del primo cassetto, fin da subito ritenuto un elemento caratterizzante e unificante di ciascun sottogruppo.
Ciò premesso, prendiamo un cassettone in asta da Finarte nel 1997, inserito nello stesso sottogruppo del tavolino di Figura 17, ossia “cornucopie e medaglione” associato alla bottega delle cornucopie, il cui primo cassetto mostra il decoro tipico del sottogruppo [Figura 18].

Figura 18. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, XVIII-XIX secolo, Finarte dicembre 1997 n. 146.
Nonostante le affinità di soggetto, un medaglione affiancato da cornucopie, il decoro è diverso da quello di un cassettone in asta da Sotheby’s a New York (sessione non precisabile), collocato nel sottogruppo “medaglione tra cornucopie” associato alla bottega dell’Anforetta [Figura 19]. Detto per inciso, questo mobile ha la lesena tipica della Bottega dell’anforetta come si può rilevare dal confronto con il cassettone di Figura 1.

Figura 19. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, XVIII-XIX secolo, Sotheby’s New York.
L’associazione tra i due ultimi cassettoni visti deve essere perseguita per altra via.
Ad esempio, al sottogruppo “cornucopie e medaglione” – aggregato alla bottega delle cornucopie come il cassettone di Figura 18 con cui condivide le stesse lesene – appartiene un cassettone in asta da Finarte nel 1991 [Figura 20].

Figura 20. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, XVIII-XIX secolo, Finarte 26 marzo 1991 n. 242.
Questo cassettone presenta al centro della fronte un medaglione del tutto simile a quello di due diversi comodini facenti parte del sottogruppo “draghetti” associato alla bottega dell’anforetta [Figure 21 e 22].

Figura 21. Comodino neoclassico intarsiato, Lombardia fine del XVIII secolo, Finarte 26 marzo 1991 n. 278.

Figura 22. Comodino neoclassico intarsiato, Lombardia, XVIII-XIX secolo, Pandolfini 16 aprile 2019 n. 124.
Osserviamo una cosa importante: il cassettone di Figura 20 e il comodino di Figura 21 sono stati battuti nella stessa asta ed è quindi è probabile facessero parte degli arredi di una stessa dimora. Ora, nonostante siano stati da noi inseriti in due diversi sottogruppi, addirittura associati a “botteghe diverse”, è plausibile che facessero originariamente parte di una stessa fornitura e che quindi provenissero, invece, dalla stessa bottega.
Per quanto riguarda il cassettone di Figura 19, lo scontorno della fronte è uguale a quello riscontrabile in un cassettone in asta da Cambi nel 2022 classificato nell’ambito della bottega delle cornucopie, nonostante il primo cassetto sia decorato con una sequenza di “anforette, medaglioni e pendoni” [Figura 23].

Figura 23. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, XVIII-XIX secolo, Cambi 17 giugno 2022 n. 17B.
Al confronto tra diversi mobili, al fine di determinarne le affinità, possono concorrere anche particolari solo apparentemente insignificanti.
Un bel cassettone in asta da Finarte nel 1995, appartenente alla bottega delle cornucopie, [Figura 24], ad esempio, presenta nella mazzetta lo stesso motivo “rudentato” che riscontriamo, in posizione analoga, in un tavolino in collezione privata classificato nella bottega dell’anforetta [Figura 25].

Figura 24. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, XVIII-XIX secolo, Finarte maggio 1995 n. 320.

Figura 25. Tavolino neoclassico intarsiato, Lombardia, XVIII-XIX secolo, collezione privata.
Le ricerche sul mobile neoclassico lombardo, che hanno condotto all’identificazione di “botteghe” e relativi sottogruppi, sono state impostate partendo dagli esemplari più standardizzati perché più facilmente riconoscibili in alcuni elementi decorativi che tendevano ad essere ripetuti. Ora ci rendiamo conto che questi mobili rappresentavano la produzione più corrente all’interno della bottega, affiancata dalla produzione di qualità più elevata di cui i mobili appena visti (Figure 24 e 25) costituiscono la prova.
Muoviamoci quindi all’interno della “fascia alta” alla ricerca di nuovi confronti.
Due cassettoni proposti sul mercato antiquario, l’uno appartenente al sottogruppo “draghetti” associato alla bottega dell’anforetta [Figura 26] e l’altro al sottogruppo “vasetti e pendoni fioriti” associato a bottega delle cornucopie [Figura 27], mostrano, il primo sul fianco e il secondo sulla fronte, lo stesso pannello intarsiato con una scena classica (forse ispirata a un’invenzione di Angelika Kauffmann), di qualità decisamente più elevata rispetto ai medaglioni finora esaminati.

Figura 26. Fianco di un cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia fine del XVIII secolo, mercato antiquario.

Figura 27. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia fine del XVIII secolo, mercato antiquario.
E ancora, un cassettone scaricato dal sito di un restauratore su Facebook, classificabile nella bottega dell’anforetta [Figura 28] presenta la medesima ripartizione della fronte di un cassettone passato presumibilmente in un’asta Adma non meglio identificabile, collocabile nella bottega dell’anforetta [Figura 29].

Figura 28. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, XVIII-XIX secolo, fonte Adma (?).

Figura 29. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, XVIII-XIX secolo, fonte Facebook.
Concludiamo con una coppia di cassettoni, anche se proprio dal loro esame è scaturita l’ipotesi che bottega dell’anforetta e bottega delle cornucopie facessero parte di un centro produttivo comune.
Anche in questo caso, parliamo di mobili di qualità superiore. Alcune notizie che li riguardano riferiscono che siano appartenuti alla famiglia Riva di Reggio Emilia, divenuta a metà Ottocento, Riva di Sanseverino, con incarichi pubblici e interessi economici presso il Duca di Modena, a Parma e a Cremona [Figura 30].

Figura 30. Coppia di cassettoni neoclassici intarsiati, Lombardia, XVIII-XIX secolo, mercato antiquario.
Una serie di confronti permette di collocarli nella bottega delle cornucopie, ma il medaglione rettangolare con paesaggio architettonici trova riscontro in alcuni esemplari del sottogruppo “vasetto tra cornucopie” associata alla bottega dell’anforetta [Figura 31].

Figura 31. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia fine del XVIII secolo, collezione privata.
La coppia di cassettoni condivideva l’illustre provenienza con una coppia di comodini. Si veda il confronto tra il fianco di uno dei cassettoni e l’anta di uno dei comodini, diversi anche se entrambi incentrati su un medaglione con profilo maschile sormontato da un fiocco [Figure 30a e 32]. I comodini in questione sono inquadrabili nel sottogruppo “medaglioni e pendoni” e pendoni associato alla bottega dell’anforetta.

Figura 30a. Fianco di uno dei cassettoni di Figura 30.

Figura 32. Comodino neoclassico intarsiati, Lombardia, XVIII-XIX secolo, mercato antiquario.
Anche in questo caso, come segnalato a proposito dei mobili di cui alle Figure 20 e 21, siamo in presenza di mobili non propriamente en suite, ma destinati allo stesso ambiente e quindi, presumibilmente, facenti parte di una fornitura proveniente dalla medesima bottega.
Conclusioni
In definitiva, si vuole sostenere che bottega dell’anforetta e bottega delle cornucopie facessero parte di un centro produttivo comune e cioè è stato dimostrato, al di là di una familiarità facilmente percepibile, attraverso una serie confronti puntuali.
In due prossimi articoli, che rappresentano il seguito di questo, proveremo a individuare chi si cela dietro questa bottega allargata e ad evidenziare eventuali collegamenti stilistici con altre botteghe note.
NOTE
[1] Queste due botteghe non hanno ancora avuto una trattazione sistematica. Per quanto riguarda la Bottega dell’anforetta si può vedere l’articolo Mobili lombardi attribuiti ai Ravelli. Parte seconda (aprile 2021) [Leggi]. Altri riferimenti, compresi alcuni alla Bottega delle cornucopie, sono disseminati in diversi altri articoli dedicati al mobile neoclassico lombardo.
[2] I criteri con cui sono stati creati i sottogruppi sono articolati e quindi non facilmente sintetizzabili. Per altro, alla luce di quanto sostenuto nel presente articolo, essi assumono un interesse prettamente metodologico.
[3] Sui medaglioni intarsiati tratti dalle invenzioni di Angelika Kauffmann si rimanda all’articolo Angelika Kauffmann e il mobile neoclassico lombardo (gennaio 2025) [Leggi ]; più in generale, sull’interpretazione e sulle fonti iconografiche dei medaglio intarsiati sui mobili neoclassici, si vedano gli articoli della serie ivi richiamati alla nota 1.
[4] Vedi articolo citato alla nota 1 (ivi Figura 2).
[5] Non esitiamo a datare questo mobile all’inizio del XIX secolo, sia per la tipologia, sia per il decoro che sembra può consono all’epoca della Restaurazione che non a quella tardo settecentesca. Per tutti gli altri mobili presentati in questo articolo, abbiamo optato per una datazione tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, assecondando una tendenza che sta affermando rispetto alla tradizionale datazione alla fine del Settecento.
[6] Questo appena descritto è un caso emblematico delle difficoltà di inserite un dato mobile in un determinato sottogruppo (vedi ancora nota 2). Se il criterio fosse stato quello del decoro del primo cassetto, il cassettone di Figura 16 e il tavolino di Figura 17 sarebbero stati già inseriti nello stesso sottogruppo. Evidentemente, alla luce delle conclusioni a cui giunge il presente articolo, la questione può dirsi superata.
Ringrazio Manuela Sconti Carbone per aver partecipato attivamente alla ricerca e contribuito significativamente ai risultati ottenuti.
Luglio 2025
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