L’inginocchiatoio del Cardinale Pozzobonelli

di Andrea Bardelli

Ho sempre pensato che molti mobili del barocchetto lombardo, caratterizzati dal decoro a cornicette ebanizzate, non siano stati eseguiti a Milano, bensì in altre città.
Sulla base delle considerazioni svolte in un precedente contributo, a cui rimando, dove erano illustrati alcuni mobili caratterizzati da una formella a cornicette nere di disegno molto simile (nota 1), sarei quindi stato tentato di attribuire all’ambito cremonese un bellissimo inginocchiatoio, proposto sul mercato con una generica attribuzione alla Lombardia [Figura 1].

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Figura 1. Bottega lombarda, inginocchiatoio, metà circa del XVIII secolo, mercato antiquario.

Un particolare del mobile di Figura 1 è costituito dal piede arrotondato che fa pensare, tra coloro che studiano il mobile ottocentesco, al piede dei mobili del Tardo Impero (1820-25 circa), ripreso durante il Secondo Impero (1850-60). Restando nel Settecento, il rimando inevitabile è una tipologia di cassettoni a lambrecchini che si differenziano da quelli di cui parla l’articolo citato alla nota 1 e che in un’altra occasione avevo riferito “… alla cosiddetta zona dei Laghi (Maggiore, Como, Varese) di influenza borromaica” (nota 2).

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A

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B

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C

Confronto tra piedi: A (inginocchiatoio di Figura 1); B (cassettone a lambrecchini, vedi nota 2); C (cassettone genovese in stile Carlo X, seconda metà del XIX secolo).

Troviamo la stessa idea di piede in un altro inginocchiatoio, anch’esso riferito in modo generico come lombardo, per il quale è stata accertata la provenienza dalla provincia di Cremona [Figura 2].

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Figura 2. Bottega lombarda, inginocchiatoio, metà circa del XVIII secolo, mercato antiquario.

Non abbiamo sufficiente materiale per rilanciare il dibattito sulla provenienza dei mobili a lambrecchini, a cui i nostri inginocchiatoi sembrano apparentarsi, se Lombardia settentrionale o sud-occidentale.
Nemmeno possiamo nemmeno liquidare la questione considerandoli entrambe dei mobili “provinciali” perché siamo in grado di presentare un terzo inginocchiatoio sulla cui provenienza milanese pare non sia lecito dubitare [Figura 3].

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Figura 2. Bottega lombarda (milanese), inginocchiatoio, metà circa del XVIII secolo, collezione Barletti (già collezione Cardinale Giuseppe Pozzobonelli).

Il mobile è appartenuto alla collezione del Cardinale Giuseppe Pozzobenelli (nota 3) come si legge in modo molto chiaro sul fianco del cassetto, ovvero: Collezione privata Sua Ecc. Cardinale Giuseppe Pozzobonelli Milano anno domini MDCCLXXV (1775); si legge anche Inv/ XIV A e si nota la presenza di un sigillo in ceralacca [Figura 3 a].

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Figura 3 a. Fianco del cassetto dell’inginocchiatoio appartenuto al Cardinale Pozzobenelli (sopra Figura 3).

L’ingrandimento del sigillo [Figura 3 b] mostra che ai lati della P di Pozzobenelli si intravede qualcosa di non facilmente identificabile. Possiamo azzardare che si tratti del pastorale e della Croce che vediamo riprodotti nell’emblema araldico episcopale del Cardinale, tratto dal Missale Ambrosianorum del 1751 [Figura 4].

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Figura 3 b. Sigillo in ceralacca. Particolare del mobile di Figura 3.

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Figura 4. Emblema araldico episcopale del Cardinale Pozzobonelli (Missale Ambrosianorum, 1751).

Tutto può essere, ma la convinzione che l’inginocchiatoio sia stato eseguito da una bottega milanese deriva dal fatto che i Pozzobonelli, feudatari di Arluno, si insediano a Milano fin dal XV secolo e lo stesso Cardinale, a parte essersi laureato a Pavia nel 1722, svolge a Milano tutta la sua prestigiosa carriera.
Purtroppo, ai fini dell’identificazione di una specifica bottega, non giova la scoperta di un timbro circolare che riporta al suo interno le cifre G. F. 10 [Figura 3 c], apposto internamente al vano che ospita il cassetto inferiore interpretabile, probabilmente da interpretare come il marchio di una collezione posteriore.

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Figura 3 b. timbro. Particolare del mobile di Figura 3.

Una peculiarità dell’inginocchiatoio di Figura 3 è costituita da un “ventaglietto” a rilievo, dorato, collocato ai lati del cassetto sotto il piano.
Anche questo elemento dorato avrebbe potuto essere considerato una citazione dei mobili “a lambrecchini” e dintorni di cui agli articoli richiamati alle note 1 e 2, ma evidentemente così non è.
Quindi una prima conclusione è che i due dettagli evidenziati, ossia il piede arrotondato e i fregi in legno intagliato e dorato non devono necessariamente suggerire una produzione “provinciale” bensì sono perfettamente compatibili con l’ebanisteria di città.
L’inginocchiatoio “Pozzobinelli” è sicuramente il più bello dei tre e per rendercene conto, li mostriamo di fianco, nell’ordine in cui sono stati introdotti nell’articolo.

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D

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E

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F

Confronto tra fianchi: D (inginocchiatoio di Figura 1); E (inginocchiatoio di Figura 2); F (inginocchiatoio di Figura 3).

Si può notare che mentre il fianco E è sostanzialmente dritto, il fianco D si avvale di una “mossa”, ossia di una lieve svasatura, mentre ancora il fianco F è caratterizzato da una “mossa e contromossa” che ne aumenta il pregio ossia, per usare il vecchio linguaggio antiquario la “rarità” (che non denota l’unicità, bensì la ricercata qualità).
Bisogna dire che la qualità del mobile in termini di forma e di ricchezza dei materiali impiegati non depone necessariamente a favore della sua realizzazione da parte di una bottega milanese, anzi, in qualche caso è proprio la provincia a produrre i mobili più fastosi.
L’appariscenza non va però confusa con l’eleganza e la sobrietà del miglior barocchetto lombardo che nell’inginocchiatoio Pozzobenelli si riconosce.
Questo mobile è milanese e potrebbe costituire un punto di riferimento per future attribuzioni.
Un’ultima considerazione riguarda l’epoca.
La data del 1775 si riferisce probabilmente a un riordino della Collezione (come si desume anche dall’attribuzione del numero di inventario), ma il mobile, secondo me, è da datare a circa vent’anni prima, quando si era insediato pienamente nella Diocesi di Milano all’apice della sua carriera ecclesiastica. D’altro canto, nel 1775, il Cardinale era alla vigilia della malattia che l’avrebbe portato alla morte nel 1781.

NOTE

[1] Cassettoni lombardi a lambrecchini e a “cornicette nere”: l’anello mancante (novembre 2019) [Leggi].

[2] Un cassettone Caniana con particolari inusuali (dicembre 2018) [Leggi].

[3] Sul Cardinale Pozzobonelli la letteratura è ampia. Per una sintesi si può consultare in rete la voce redatta da Paolo Vismara per il Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 86 (2016) [Leggi].


Ringrazio sentitamente il dott. Luca Barletti.

Febbraio 2021

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