Secretaire neoclassici lombardi intarsiati con spartiti e strumenti musicali e loro associati

di Andrea Bardelli

Questo gruppo di mobili ha sempre costituito un mistero perché, a dispetto di una certa omogeneità, i diversi esemplari noti sembrano condurre in direzioni opposte per quanto riguarda l’identificazione del loro possibile autore.
L’elemento caratterizzante è un medaglione romboidale intarsiato con una panoplia di spartiti a strumenti musicali, da cui il nome convenzionale assegnato a questa “bottega” [Figura 1].

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Figura 1. Secretaire neoclassico, Lombardia, Finarte 11 dicembre 1991 n. 478 (collezione E. De Masi, Genova), attribuito a G. Maggiolini.

Lesene, decoro intarsiato sul primo cassetto in alto e piedi variano attorno ad alcune soluzioni di cui le più comuni sono una lesena che parte da un’anforetta allungata, un primo cassetto decorato a tralci fioriti e un piede con una insolita mensola “a meandro” [Figure A, B e C].

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Figura A. Dettaglio di Figura 1.

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Figura B. Dettaglio di Figura 1.

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Figura C. Dettaglio di Figura 1.

Un mobile della serie, offerto sul mercato antiquario, è stato pubblicato come “bottega Maggiolini” nel maggio 1992 sulla rivista Antiquariato in un inserto dedicato ai mobili [Figura 2].
Effettivamente, quando nel settembre 2004 viene riproposto come opera di Giuseppe Maggiolini presso la casa d’aste Boetto, accanto all’immagine del mobile compare quella della celebre etichetta con i due putti architetti che identifica la bottega di Maggiolini.

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Figura 2. Secretaire neoclassico, Lombardia, mercato antiquario 1992, poi Boetto settembre 2004 n. 364, attribuito a G. Maggiolini.

In questi casi, a meno che non si pensi a una contraffazione, l’attribuzione alla celebre bottega diventa automatica.
Tuttavia, dall’archivio Imbert (nota 1) compare un catalogo del 1996 della casa d’aste Luccarte da cui abbiamo tratto l’immagine, purtroppo di cattiva qualità, di un secretaire riconducibile al gruppo, anche se con qualche lieve differenza [Figura 3].

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Figura 3. Secretaire neoclassico, Lombardia, Luccaste 4 dicembre 1996 n. 17.

Ciò che colpisce è che il decoro del primo cassetto è identico a quello che caratterizza la produzione più copiosa dell’artefice che si sigla GBM (nota 2); lo stesso dicasi, per il medaglione al centro dell’asse ribaltabile.
Ma non è tutto.
Il decoro del primo cassetto del secretaire di Figura 2 trova confronto in quello di un cassettone “GBM” passato in asta da Pandolfini nel 1998 (lotto n. 750 [Figure D ed E].

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Figura D. Dettaglio di Figura 2.

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Figura E. Dettaglio di un cassettone siglato GBM (qui non pubblicato).

E, se non bastasse, l’intarsio sul piede dei secretaire in esame e quello sul piede della maggior parte dei mobili GBM di cui sopra è pressoché identico [ancora Figura B e Figura F].

Figura F. Dettaglio di un cassettone siglato GBM (qui non pubblicato).

Figura F. Dettaglio di un cassettone siglato GBM (qui non pubblicato).

Si può forse ipotizzare che il prototipo sia della bottega Maggiolini e che GBM, il quale di Maggiolini è stato allievo, abbia “rubato” al maestro idee e disegni.
Quindi: i secretaire sono della bottega Maggiolini, tranne quello di Figura 3 che è di GBM, oppure sono tutti di un imitatore di entrambi?
Allo stato attuale delle conoscenze non ci possiamo sbilanciare, certo la qualità dei mobili farebbe comunque propendere per una bottega di un certo rango.

A questo gruppo di secretaire, possiamo associare una serie di mobili abbastanza diversi, anche tra di loro, che mostrano la stessa identica lesena [Figura 4] e per i quali si presentano gli stessi problemi di classificazione.

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Figura 4. Cassettone (uno di una coppia), Lombardia, Boetto, 24 settembre 2001 n. 1012.

Si noti anche la mensolina che appare come una versione ruotata di 90° di quella “a meandro” dei secretaire (nota 3).
In quest’altro mobile, pubblicato da Valentino Brosio nel 1962 [Figura 5, nota 4], non solo si ha modo di apprezzare il decoro intarsiato sul primo cassetto sdoppiato, ma anche di rilevare che il medaglione al centro della fronte è identico a quelli che contrassegnano la produzione di GBM qui più volte richiamata (vedi ancora nota 2).

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Figura 5. Cassettone (uno di una coppia), Lombardia, fine XVIII (Brosio 1962).

NOTE

[1] L’archivio dell’antiquario Eugenio Imbert è in fase di studio.

[2] L’ebanista milanese che si sigla GBM (luglio 2011) [Leggi]. Su un’ipotesi alternativa di identificazione di GBM: Importanti novità su G.B.M. ebanista milanese di fine Settecento (gennaio 2019) [Leggi].

[3] Senza trarre conclusioni affrettate, una mensola di questo tipo compare nella serie di mobili a cui abbiamo dedicato l’articolo Mobili neoclassici lombardi con decoro a medaglioni, perline e vasetti (febbraio 2020) [Leggi].

[4] V. Brosio, Mobili italiani dell’Ottocento, Vallardi, Milano 1962, p. 106 b. Sebbene i mobili neoclassici di questo genere vengano convenzionalmente datati alla fine del XVIII secolo, l’autore colloca giustamente il cassettone tra i mobili di fattura ormai ottocentesca.

Gennaio 2021

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