Una danzatrice di Canova in pietra di Vicenza

della Redazione di Antiqua

In un articolo pubblicato sul “domenicale” del Sole 24 ore in data 27 ottobre 1997, lo studioso Enzo Borsellino (Università di Roma Tre) rendeva noto il ritrovamento nella Stazione Telefonica Internazionale di San Pietroburgo di una scultura originale di Antonio Canova che si riteneva dispersa, o meglio considerata una delle tante copie.
Si tratta della Danzatrice con il dito al mento, scolpita in marmo da Canova entro il 1814 sul modello in gesso realizzato nel 1809 e ancora conservato nella Gypsoteca di Possagno (Vc) [Figure 1 e 2].

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Figura 1. Antonio Canova, Danzatrice con il dito al mento, marmo altezza cm. 177, san Pietroburgo, Stazione Telefonica Internazionale (?).

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Figura 2. Antonio Canova, Danzatrice con il dito al mento, gesso altezza cm. 177, Possagno (Vc), Museo Gypsoteca Antonio Canova.

L’articolo è molto ricco e ricostruisce meticolosamente le vicende dell’opera, commissionata a Canova entro il 18145 da un certo Domenico Manzoni, uomo d’affari e carbonaro romagnolo per poi essere venduta nel 1830 a Nicolay Dmitrievich Guriev, militare e diplomatico russo che all’epoca si trovava a Roma, e successivamente trasferita a San Pietroburgo (nota 1).
Apprendiamo anche che la fonte iconografica dell’opera è rintracciabile in una tempera su tela, anch’essa conservata a Possagno, facente parte di una serie eseguita da Canova entro il 1799, ispirata agli affreschi di Ercolano, tradotta poi in incisione di Luigi Cunego (1757-1823) [Figure 3 e 4].

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Figura 3. Antonio Canova, Danzatrice con il dito al mento, tempera su tela, Possagno (Vc), Museo Gypsotecasan Antonio Canova.

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Figura 4. Luigi Cunego, Danzatrice con il dito al mento, incisione (fonte Alamy).

A conferma della straordinaria importanza del ritrovamento, nell’articolo si riferisce che ancora nel 1992, in occasione delle mostre canoviane di Roma e Venezia, lo studioso Marco Fabio Apolloni, mettendo ordine tra copie e originali, deprecava proprio la scomparsa dell’originale della Danzatrice con il dito al mento (nota 2).
A riprova della sua popolarità, quest’opera è stata riprodotta in varie versioni, formati, materiali e sotto varie denominazioni [Figure 5, 6 e 7].

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Figura 5. Danzatrice con il dito al mento, marmo altezza cm. 80, Finarte Roma ottobre 2000 n. 406 (ivi denominata Flora).

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Figura 6. Danzatrice con il dito al mento, bronzo altezza cm. 104, Della Rocca aprile 1987 n. 300 (ivi definita Primavera da Canova).

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Figura 7. Danzatrice con il dito al mento, alabastro altezza cm. 52, Sotheby’s Parigi 15 dicembre 2003 n. 117 (nel catalogo d’asta definita come ispirata alle danzatrici di Canova della Galleria d’Arte Moderna di Roma).

Qui desideriamo mostrare una bella versione in pietra di Vicenza della celebre scultura, di cui siamo in grado di documentare le circostanze dell’acquisto, anche se abbiamo obliterato il nome del committente per ragioni di riservatezza.
La scultura è alta circa 170 centimetri, non considerando il piedistallo, e la presentiamo sia nella collocazione originaria in una nicchia dell’atrio esterno di una villa sul Lago Maggiore, sia in quella attuale nel giardino di una villa privata in provincia di Milano [Figure 8 e 9].

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Figure 8 e 9. Danzatrice con il dito al mento, 1961 circa, pietra di Vicenza, altezza cm. 170 circa, collezione privata.

La scultura è stata prodotta dalla ditta Cingano Giuseppe di Vicenza e compare con il titolo Danzatrice in riposo, insieme ad altri manufatti, in una fattura del 17 aprile 1961 relativa a un ordine del gennaio dello stesso anno; il prezzo della statua era di 85.000 lire (corrispondenti a circa 1.100 euro attuali) [Figura 10].

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Figura 10. Fattura della ditta Cingano Giuseppe di Vicenza del 17 aprile 1961.

La ditta Cingano risultava domiciliata all’epoca a Vicenza in viale della Pace n. 153, ma le notizie reperibili in rete sulla ditta e sul titolare Giuseppe Cingano sono oltremodo scarse (nota 3). Alcuni gruppi di sculture sue o della sua bottega, databili al 1928 e al 1933 e sono catalogati nel sito dei Beni ecclesiastici, riferiti a chiese delle Diocesi di Vicenza e Padova [Figure 11 e 12].

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Figura 11. Bottega di Giuseppe Cingano, San Paolo, pietra di Vicenza, Montorso (Vc), chiesa di san Biagio.

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Figura 12. Bottega di Giuseppe Cingano, San Pietro, pietra di Vicenza, Diocesi di Padova, ubicazione ignota.

Siamo riusciti ad avere alcune preziose informazioni dal signor Danilo Farinon, fondatore della Decomarmi srl di Chiampo (Vi), società specializzata nella lavorazione di marmi artistici e per architetture. Nato nel 1939, il signor Farinon, dopo aver acquisito alcune competenze nella scuola di arti e mestieri del suo paese, all’inizio degli anni Cinquanta, quindi ancora giovanissimo, si reca a Vicenza a fare esperienza presso la ditta Cingano. Vi resta diversi anni fino al 1964 quando costituisce la sua impresa (nota 4). Contattato successivamente, ci dice che Giuseppe Cingano è stato per lui un ottimo maestro, anche se molto esigente. All’epoca Cingano aveva poco più di 60 anni e non eseguiva personalmente le sculture, ma predisponeva dei bozzetti in creta alti circa 10-15 centimetri da cui venivano ricavate le sculture vere e proprie, quando non si trattava di fare copie di statue celebri. Nel 1961, anno di probabile esecuzione della Danzatrice con il dito al mento da Canova, la ditta impiegava, oltre al titolare, otto persone tra cui lo scultore Noè Florio di Chiampo (morto centenario) che il signora Farinon ha identificato come l’artefice della nostra Danzatrice stimandolo un grande artista.

NOTE

[1] La fotocopia dell’articolo in pdf è a disposizione di tutte le persone interessate che ne facciano richiesta scrivendo alla Redazione di Antiqua.

[2] Una rapida ricerca in rete ha rilevato l’esistenza di una versione in marmo della Danzatrice con il dito al mento datata al 1809 a Torino presso la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli (Vedi).

[3] Non siamo stati in grado di accertare se vi sia una relazione con l’omonimo pittore attivo a Vicenza nel tardo Ottocento, probabilmente allievo del pittore vicentino Giovanni Busato (1806-1886) di cui esegue nel 1887 un ritratto postumo, conservato a Vicenza a palazzo Chiericati (inv. A9889).

[4] Vedi.

Giugno 2021

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