Allegoria delle Fedeltà alla patria

dalla Redazione di Antiqua

Un visitatore abituale del nostro sito ci ha inviato le immagini di una placchetta in ghisa acquistata in Francia, raffigurante un putto alato inginocchiato a terra, intento a dare istruzioni a un cane sull’attenti, armato di fucile con baionetta; il putto tiene nella mano destra qualcosa che non è stato possibile identificare se trattasi di una raganella, di una bandierina (forse recante una data?) o altro; ai suoi piedi, una strana conformazione che l’identificazione di alcune unghie (?) aiuta forse a riconoscere come pelle (?) di un animale [Figure 1A e 1B].

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Figure 1A e 1 B. Allegoria della Fedeltà alla Patria, ghisa, diametro cm. 9, Francia, 1870 circa (?).

La didascalia anticipa le conclusioni a cui siamo giunti, ma cominciamo da principio.
Il nostro visitatore ci aveva scritto: “Non ho ancora trovato nessun riferimento a questo soggetto tranne il retro di un piccolo ritratto di formato tondo dipinto da Masaccio dove appare un angelo che accarezza un cane”.
Siamo partiti da qui rintracciando la scena evocata, ritenuta un prodotto della bottega di Masaccio, dipinta sul retro di un tondo (un cosiddetto “desco da parto”) raffigurante una natività (parto di Sant’Anna?) attribuito abbastanza concordemente al maestro [Figura 2].

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Figura 2. Bottega di Masaccio, Scena allegorica, dipinto su tavola (retro), diametro cm. 56, 1427-1428, Berlino, Staatliche Museen.

In realtà, non si tratta di un angelo, bensì di un putto, e l’animale sarebbe una faina e non un cane e il tutto è stato interpretato come un’allegoria del tentativo del Duca di Atene, Gualtiero IV di Brienne (1304-1305-1356) di blandire Firenze, anche se Luciano Berti, dal cui commento al dipinto abbiamo tratto gran parte delle notizie sopra riportate, si domanda: “ma non è un semplice cagnolo?” (nota 1).
Sia quel che sia, nonostante un’indubbia attinenza sul piano compositivo, la presenza del fucile di impone di cercare altrove.
L’iconografia di un cane armato di fucile è molto rara e le poche testimonianze raccolte ne danno una rappresentazione scherzosa come nel caso della fotografia intitolata Dog Spot on Guard (posto per cani da guardia) di un fotografo inglese non identificato [Figura 3].

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Figura 3. Dog Spot on Guard, fotografia, Inghilterra, XX secolo, siglata J.W.S. 8671 (fonte: MeisterDrucke-1126072).

Per altro, l’abbinamento di un bambino con un cane rappresenta quasi sempre il connubio tra Innocenza e Fedeltà oppure, più semplicemente, un’allegoria della Fedeltà, come dimostra tanta statuaria neoclassica con titoli tipo L’innocenza difesa dalla Fedeltà e altri.
Si veda, a questo proposito, la scultura di Silvestro Simonetta (1812-1875) conservata all’interno del Castello Ducale di Aglié (To) [Figura 4].

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Figura 4. Silvestro Simonetta, Innocenza e Fedeltà, marmo, altezza cm. 63, 1844, Agliè (To), Castello Ducale, inv. n. 1045.

Facendo una sintesi ideale tra le immagini delle Figure 3 e 4, potremmo ipotizzare che l’accostamento tra il putto-bambino e il cane armato (in sostituzione del mansueto cocker) possa identificare un’allegoria della Fedeltà alla Patria svolta in chiave ironica.
Sebbene non ci fosse nulla da ridere, pensiamo che la placchetta rientri in un ambito di propaganda bellica. Si tratto ora di capire a quale guerra si riferisca.
Poiché l’oggetto è stato acquistato in Francia, saremmo propensi di collocarlo temporalmente durante la guerra Franco-Prussiana (1970-1871) se interpretassimo come la pelle di un orso – simbolo di Berlino – i resti animali ai piedi del putto. Mostriamo un’immagine di una vignetta propagandistica che dimostra l’attitudine ai tempi di scherzare su una tragedia come una guerra [Figura 5].

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Figura 5. L. Toll (caricaturista), Bismark, prends garde, ne me fais tu pas trabucher? Ohua! Ohhua!!! (Bismark, stai attento, mi vuoi far inciampare?), caricatura antiprussiana, F. Wintzel (editore), Parigi 1870 circa (fonte Alamy).

Tuttavia, qualora interpretassimo come artigli quelle che potevano sembrare delle unghie, l’animale di cui si intuiscono i resti potrebbe essere un’aquila [Figura 1bis]; in questo caso, il nemico sarebbe l’Austria e la placchetta sarebbe stata presumibilmente prodotta durante la Prima Guerra Mondiale.

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Figura 1bis. Particolare di Figura 1a.

NOTE

[1] L’opera pittorica di Masaccio, con presentazione di Paolo Volponi e apparati critici e filologici di Luciano Berti, Rizzoli, Milano 1968, p. 99 n. 22B.

Febbraio 2025

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