Boccetta di profumo e l’ora del pastore fedele

della Redazione di Antiqua (*) 

“L’orologio della piazza ha battuto la sua ora,
è tempo di aspettarti, è tempo che ritorni,
lo sento sei vicina, è l’ora dell’amore”
(L’ora dell’amore, brano dei Camaleonti, CBS 1967)

L’oggetto che presentiamo si presta a suscitare una duplice curiosità: di cosa si tratta e cosa si cela sotto quella che appare chiaramente come una ridipintura coprente lo spazio circolare al centro di una composizione di foglie e fiori [Figure 1 e 1a].

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Figure 1 e 1a. Figura in porcellana, altezza cm. 8.

Vediamo una fanciulla abbracciata a una sorta di colonna ricoperta di vegetazione fiorita che guarda a un quadrante bianco, assistita da un putto alato, mentre ai suoi piedi si distingue un cagnolino.
I due uccellini che vediamo sulla sommità poggiano su una base in metallo che si rivela essere un tappo per cui la statuina è, in realtà, un contenitore. Ciò ha fatto subito ipotizzare di essere in presenza di una boccetta di profumo.
Si sono fatte in prima battuta le ipotesi più disparate circa la scena raffigurata: una Diana per la presenza del cane e degli uccelli? Comunque del tutto insolita vista l’assenza dei suoi attribuiti (arco, faretra, quarto di luna), la presenza di un putto alato che si addice di più a Venere e gli animali – un cucciolo e due uccelli variopinti – poco consoni all’idea della caccia.
L’assenza di marchi rendeva difficile risalire alla manifattura [Figura 1b].

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Figura 1b. Dettaglio della Figura 1.

Una breve ricerca ci ha consentito di identificare diversi oggetti di questo genere come quello presentato in asta da Sotheby’s a New York nell’ottobre 2019: una boccetta di profumo (scient bottle) in porcellana prodotta attorno al 1755 dalla manifattura St. James di Charles Gouyn oppure a Chelsea [Figura 2].

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Figura 2. Scient bottle in porcellana, altezza cm. 7,4, Charles Gouyn (St. James) o Chelsea, 1755 circa, Sotheby’s New York, 23 ottobre 2019 n. 16.

Si vede un amorino (Cupido) che indica quello che qui appare chiaramente come un orologio sorretto dai i rami di una pianta di rose a cui si rivolge lo sguardo di una Venere. Ai loro piedi vediamo un cane maculato e su tre lati della base arcuata si legge la scritta: L’HEURE DU BERGER FIDELLE (nota 1).
Torneremo subito sul significato di questa scritta, dopo aver fornito alcune notizie sulla manifattura che ha prodotto l’oggetto.
Charle Gouyn, ugonotto nato a Dieppe in Normandia (morto nel 1785), era un gioielliere di seconda generazione trasferitosi a Londra con sede nel quartiere di St. James’s nel distretto di Westminster. Aiutò Nicholas Sprimont (1716-1771) (nota 2) a costituire la manifattura di porcellana di Chelsea (Chelsea Porcelain Factory). Attorno al 1748 abbandonò Sprimont per mettersi a produrre in proprio oggetti in porcellana con una fabbrica denominata “Ragazza in altalena” (Girl-in-a-Swing Factory) dal nome di una figurina conservata nel Victoria & Albert Museum che ha dato il nome all’intera classe di figure similari in porcellana – tra cui anche le scient bottles – spesso denominate “giocattoli” (toys) [Figura 3].

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Figura 4. Girl-in-a-Swing (La ragazza in altalena), porcellana, altezza cm. 15,9, Charles Gouyn (St. James), 1755 1749-59, Londra, Victoria & Albert Museum, inv. C.587-1922 (nota 3).

La fabbrica di Gouyn, nota anche come Charles Gouyn’s Factory e con altre denominazioni, aveva sede in un edificio denominato Turk’s Head in Bennett Street nel quartiere St. James’s.
Poiché sia Gouyn sia Sprimont producevano i medesimi modelli, non è facile orientarsi nelle produzioni dell’uno e dell’altro, tuttavia alcune ricerche d’archivio condotte in Francia hanno rivelato che diverse porcellane Girl-in-a-Swing venivano prodotte a St. James (nota 4).
Sulle boccette di profumo è stato abbastanza di recente pubblicato il volume Porcelain Scent Bottles. La Collezione Giordano a cura di Andreina D’Agliano e Simone Caliri (Allemandi, Torino 2020) segnalato su Antiqua a febbraio di quest’anno.

Riprendiamo ora la questione di come interpretare le figure che compaiono nelle boccette di profumo delle Figure 1 e 2 alla luce della scritta che, tradotta, significa “L’ora del pastore fedele”.
L’ora è rappresentata dall’orologio e il cane è da sempre simbolo di fedeltà nel contesto amoroso di cui sono emblemi Venere e Cupido.
E il pastore?
Che il cane, sopra ipotizzato come cane da caccia collegato a Diana, sia un cane pastore pare altrettanto poco credibile.
Attraverso una serie di rimandi giungiamo a una definizione riferita al Dictionnaire universel di Antoine Furetière (1619-1688) pubblicato postumo nel 1690: “Si dice proverbialmente l’ora del pastore, per dire il momento favorevole a un amante per congiungersi alla sua amante; per dire le buone occasioni di concludere favorevolmente un affare”.
Secondo un’altra fonte, l’ora del pastore designa il momento in cui scende la notte e quando gli amanti si incontrano di nuovo. L’espressione deriva dalla leggenda di Endimione, pastore che ottenne da Zeus la vita eterna. In cambio fu condannato a una vita di sonno e condivise le sue notti e i suoi amori con la Luna (L’heure du berger désigne le moment où la nuit tombe et où les amoureux se retrouvent. L’expression provient de la légende d’Endymion, un berger qui avait obtenu la vie éternelle de Zeus. En échange, il était condamné à une vie de sommeil et partageait ses nuits et ses amours avec la Lune) (nota 5).
L’ora del pastore compare anche in altri contesti, ad esempio il poeta Paul Verlaine (1844-1896) scrisse una poesia dal titolo L’heure du berger che parla dell’approssimarsi della notte.
Quanto all’aggettivo “fedele” che compare nella scritta sulla scient bottle, lo si può forse mettere in relazione con il Pastor fido, dramma pastorale di Battista Guarini (1538-1612) – in cui il tema dell’amore è ampiamente sviluppato – pubblicato nel 1598 a Venezia.
L’opera del Guarini, più volte pubblicato e tradotto in varie lingue, ebbe una prima traduzione in francese nel 1592 a cura del poeta Roland Brisset (1560-1643) a Parigi (Le Berger fidelle traduit de l’italien de Guarini en vers françois, Parigi, Barbin, 1592) e una prima traduzione inglese nel 1602, opera di uno scrittore sconosciuto, indicato nel sonetto dedicatorio del poeta Samuel Daniel (1562-1619) come “parente” di “Sir Edward Dymock” (nota 6).
Infine, per chiudere con un oggetto che possiamo considerare “in argomento”, si definisce “orologio del pastore” uno strumento per la misurazione del tempo, così denominato perché lo si dice utilizzato, fin dal tardo Rinascimenti, dai guardiani di greggi, oltre che da viandanti e pellegrini [Figura 5, nota 7].

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Figura 5. Riproduzione di un orologio del pastore del XVII secolo.

NOTE

[1] Per altre informazioni sul questo lotto, si rinvia al catalogo on line di Sotheby’s New York [Vedi].

[2] Su Nicholas Sprimont si rimanda al sito del Royal Collection Trust [Vedi].

[3] Per altre informazioni su questo oggetto, si manda al sito del Victoria & Albert Museum [Vedi].

[4] Bernard Dragesco, English Ceramics in French Archives, pubblicato in proprio, Londra, giugno 1993.

[5] [Vedi].

[6] Lo citiamo per completezza, ma tendiamo a escludere si possa trovare una relazione con il Ra’aya Meneimna (Il Pastore Fedele), libro facente parte dello Zohar, il testo più importante della tradizione cabalistica ebraica, in cui Mosè (il “pastore fedele” appunto) rivolge i suoi insegnamenti a Rashbi, che ne è il presunto autore, e ai suoi amici.

[7] Per il suo funzionamento: vedi.

(*) con la collaborazione tecnica di Gianni Giancane.

Settembre 2022

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