Coppia di cassettoni romagnoli intarsiati con scene tratte da Francesco Maggiotto
della Redazione di Antiqua
Nel novembre 2023 è stata proposta in asta da Cambi a Genova un’interessante coppia di cassettoni neoclassici, identificati come lombardi della fine del XVIII secolo [Figure 1 e 2].


Figure 1 e 2. Coppia di cassettoni neoclassici intarsiati, Romagna (qui attribuiti), XVIII-XIX secolo, Cambi 28.11.2023 n. 215.
Innanzi tutto, non ci sentiamo di condividere un’attribuzione alla Lombardia in quanto i mobili non trovano riscontro negli esemplari accreditati come lombardi. Pensiamo invece che possa provenire dalla Romagna dove convergono, come nelle vicine Marche, riferimenti sia all’ebanisteria lombarda, sia a quella toscana, sia a quella romana.
Senza generalizzare – e prevedendo alcuni distinguo che qui è impossibile sintetizzare – all’Italia centrale, Romagna compresa, conducono vari elementi come il cromatismo e il decorativismo accentuato, la fronte scandita da due soli cassetti senza elemento di separazione, le gambe allungate e desinenti con un tacchetto intarsiato che ne interrompe la lastronatura. Si noti anche il piano in marmo “ciliato”, ossia di un cordolo che ne percorre i bordi anteriore e laterali, di gusto romano (nota 1).
Quanto alla datazione, le scene che decorano fronte e fianchi, non possono certo inquadrarsi nell’ambito del repertorio neoclassico, suggerendo – in un primo momento – di spostare la datazione in una fase più tarda, ossia attorno al terzo o quarto decennio del XIX secolo.
Tuttavia, come vedremo subito, i precisi riferimenti iconografici che è stato possibile individuare autorizzano a datare la coppia di cassettoni tra la fine del XVIII ed eventualmente l’inizio del secolo successivo.
Come appena anticipato, i risultati più significativi sono stati ottenuti dalla ricerca iconografica relativa alle scene intarsiate.
La scena intarsiata sulla fronte del cassettone di Figura 1 [Figura 1a] è tratta da un’incisione di Pellegrino del Colle, edita da Nicolò Cavalli a Venezia [Figura 3], a sua volta ricavata da un dipinto di Francesco Fedeli detto il Maggiotto.

Figura 1a. Particolare della fronte del cassettone di Figura 1.

Figura 3. Pellegrino del Colle (da Francesco Maggiotto), Zuffa tra donne, incisione, cm. 22,8 x 29, edita da Nicolò Cavalli, Venezia, 1770-1800, Londra, British Museum, inv. 1892,0714.678. Iscrizioni: F. Majotto pinx.; P. de Colle sculp. Ap. Nic. Cavalli Venetiis; D’uccider chi l’uccise non fu sazio; Se nol traea, se non ne facea strazio (Ariosto, L’Orlando Furioso, canto 42).
Sui personaggi citati forniamo alcune informazioni sintetiche tratte principalmente dal sito del British Museum (voce Francesco Maggiotto) (nota 2), rimandando per maggiori dettagli alle rispettive bibliografie facilmente reperibili anche in rete.
Francesco Maggiotto, al secolo Francesco Fedeli (1738-1805) era un pittore veneziano; Pellegrino dal Colle (1737-1812) era un incisore bellunese attivo a Venezia, in prevalenza presso Nicolò Cavalli (1730-1822), anch’egli bellunese e inizialmente incisore come allievo di Joseph Wagner (1706-1780) a Venezia dove si afferma come editore diventando un potenziale pericoloso concorrente dei Remondini.
Anche la scena intarsiata sul fianco dello stesso cassettone [Figura 1b] è tratta da un’incisione di Pellegrino del Colle [Figura 4, nota 3].

Figura 1a. Particolare del fianco del cassettone di Figura 1.

Figura 4. Pellegrino del Colle (da Francesco Maggiotto), Tre donne assalgono un uomo, incisione, cm. 22,7 x 29, edita da Nicolò Cavalli, Venezia, 1770-1800, Londra, British Museum, inv. 1892,0714.675. Iscrizioni: F. Majotto pinx.; P. de Colle sculp. Ap. Nic. Cavalli Venetiis; Quando persona, che con saldo chiodo T’abbia già fissa amor nel cor costante Tu veggia, o per violenza, o per inganno Patire, o disonore, o mortal danno (Ariosto, L’Orlando furioso, canto 42).
Venendo al cassettone di Figura 2, la scena intarsiata sulla fronte [Figura 2a] è anch’essa tratta da un’incisione della stessa serie [Figura 5].

Figura 2a. Particolare della fronte del cassettone di Figura 2.

Figura 5. Pellegrino del Colle (da Francesco Maggiotto), Zuffa tra donne, incisione, cm. 23 x 28,9, edita da Nicolò Cavalli, Venezia, 1770-1800, Londra, British Museum, inv. 1892,0714.677. Iscrizioni: F. Majotto pinx.; P. de Colle sculp. Ap. Nic. Cavalli Venetiis; Achille, poiché il falso elmetto Vide Patroclo insanguinar la via (Ariosto, L’Orlando furioso, canto 42).
Anche la quarta e ultima scena intarsiata che siamo in grado di commentare – disponendo delle sole immagini fornite dalla casa d’aste – rappresenta alcune donne che si azzuffano e la troviamo su un fianco del cassettone di Figura 2 [Figura 2b, nota 4].

Figura 2b. Particolare del fianco del cassettone di Figura 2.

Figura 6. Francesco del Pedro (da Francesco Maggiotto), Zuffa tra donne, incisione, cm. 33 x 41,2, edita da Nicolò Cavalli, Venezia, 1770-1800, Londra, British Museum, inv. 1951,0714.182; margini probabilmente rifilati. Iscrizioni: F. Majotto pinx.; Franc.co.Pedro scul. appo Nic. Cavalli Ven.a; E se a crudel se, ad inumano effetto Quell’impeto talor l’animo svia Lo stesso ibid. (Ariosto, L’Orlando furioso, canto 42).
È del tutto probabile che l’intarsiatore possedesse la corrispondente stampa di Pellegrino del Colle con l’immagine nello stesso senso in cui la si vede sul fianco del cassettone (vedi ancora nota 3).
Sfugge il motivo – e sarebbe interessante approfondirlo – per il quale le scene di zuffa siano state associate a versi dell’Orlando furioso sebbene, anche questi ultimi, improntati a una certa violenza.
L’identificazione delle stampe da cui sono stati tratti gli intarsi costituisce di per sé un risultato, ma non aiuta a definire meglio epoca e provenienza. Una fonte autorevole come il British Museum data le incisioni al trentennio 1770-1800 che, se assunto letteralmente come periodo post quem, condurrebbe a datare la coppia di cassettoni oltre il cambio di secolo, anche se di poco. Qualora, in futuro, emergesse invece una datazione più precisa all’interno dello stesso lasso di tempo e ipotizzando un impiego “in tempo reale” delle stampe come modello, ecco che la produzione dei mobili potrebbe rientrare ancora all’interno del XVIII secolo. Una questione oziosa da tutti i punti di vista se non sul piano definitorio.
Per quanto riguarda la provenienza – che si fonda su elementi stilistico come sopra riferito – è assai probabile che la pubblicazione delle incisioni a Venezia, per quanto – come è noto – i fogli a stampa circolassero in lungo e in largo, avvalorerebbe un’origine “adriatica” ossia romagnola (e in subordine marchigiana), piuttosto che romana o toscana.
NOTE
[1] Si rimanda all’articolo Cassettoni neoclassici romagnoli e l’ebanista che si firma “MRACH” (novembre 2022) [Leggi], ivi Figure 4 e 5 con particolare riferimento ai racemi fogliati e fioriti. Qualche analogia, per quanto riguarda la forma, la ripartizione della fronte, le gambe allungata e l’importanza concessa alle scene intarsiate su fronte e fianchi, la si può trovare nel cassettone romano di cui all’articolo Cassettone neoclassico romano e (ancora) Pierre-François Hugues d’Hancarville (marzo 2025) [Leggi].
[2] https://www.britishmuseum.org/collection/term/BIOG36844.
[3]
Nel sito del British Museum (vedi ancora nota 2) si segnala, per le incisioni di cui alle Figura 3 e 4, la presenza anche di una versione in controparte incisa da Francesco del Pedro (vedi oltre), sempre per Cavalli, rispettivamente, inv. 1951,0714.179 e inv. 1951,0714.187.
Anche l’incisione di Figura 5 (vedi oltre) ha una versione in controparte di Francesco del Pedro nella collezione del British Museum (inv. 1951,0714.181).
[4] Sul sito del British Museum (vedi ancora nota 2), vi sono altre incisioni riferibili alla “coppia” Pellegrino del Colle e Francesco del Pedro, edite da Cavalli, che, con tutta probabilità, completano l’apparato decorativo dei due cassettoni.
Giugno 2025
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