La bottega dei “riccioloni”

di Andrea Bardelli

Non saranno dei Valentini [Leggi], ma le due ribalte in coppia, in origine presso l’antiquario Subert di Milano, passate in asta da Sotheby’s in data 15 giugno 2004 (lotto 101) e recentemente presso l’antiquario Camellini di Sassuolo (Mo) [Figura 1], sono certamente uscita da una bottega che pare abbia prodotto solo mobili di straordinaria qualità.

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Figura 1. Cassettone a ribalta, Lombardia, metà circa del XVIII sec., mercato antiquario.

Si tratta per lo più di ribalte di forma marcatamente mossa sulla fronte e sui fianchi, movimento accentuato, nella maggior parte dei casi, da piedi a ricciolo. Al centro dalla fascia di base, si affrontano due riccioloni intagliati che si possono assumere come una sorta di firma della bottega.
La didascalia del catalogo Sotheby’s del 2004 cita un riferimento agli ebanisti Valentini che non ci sentiamo di condividere, mentre è puntuale il confronto con una ribalta pubblicata sia dall’Alberici (C.Alberici, Il mobile lombardo, Milano 1969 p. 107), sia dal Lizzani, sebbene come romana (G.Lizzani, Il mobile romano, Milano 1970 p. 21). Un altro esemplare, simile agli altri nella forma e con gli immancabile riccioloni è stato pubblicato anche da Colle (E. Colle, Il mobile rococò in Italia, Milano 2003 p. 390). Esiste anche una ribalta, oggi in collezione privata, che presenta la medesima forma e gli stessi riccioloni anche se il movimento della mantovana è concavo e non convesso. Sulla provenienza dalla medesima bottega dei quattro esemplari citati non pare sussistano dubbi, in altri casi, invece, il riconoscimento è meno immediato e l’attribuzione può essere suggerita solo in via ipotetica.
Come già detto in altre circostanze, infatti, gli artefici combinavano tra loro vari elementi formali e decorativi e li distribuivano su vari esemplari con una certa libertà, anche se l’impronta della bottega doveva, alla fine, risultare riconoscibile.
Ad esempio, consideriamo una ribalta, ancora una volta di qualità rimarchevole, pubblicata in diverse occasioni (vedi L. Bandera Gregori, Il mobile lombardo tra barocco e rococò, in Settecento Lombardo, Electa, Milano 1991 p. 484 v.19) [Figura 2].

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Figura 2. Cassettone a ribalta, Lombardia, metà circa del XVIII sec. (L. Bandera Gregori 1991 p. 484 v.19).

Mancano i riccioloni, ma, se guardiamo al decoro al centro della fronte, il cosiddetto “cuore”, il disegno della parte inferiore è del tutto simile a quello della coppia di ribalte da cui siamo partiti.
La parte superiore del disegno, invece, trova riscontro in una ribalta, anch’essa più volte pubblicata (Colle, op. cit. p. 389), dotata della medesima forma bombata delle ribalte in questione, ma che si concede, a conferma dell’eccellenza della produzione, una decorazione dipinta con motivi “alla cinese” e straordinari piedi traforati [Figura 3]. In questo caso, i riccioloni non interrompono la modanatura di base, come nei primi esemplari segnalati, ma sono ripresi nella parte inferiore del decoro della fronte.

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Figura 3. Cassettone a ribalta, Lombardia, metà circa del XVIII sec. (Colle 2003, p. 389).

Ritroviamo alcuni di questi elementi su un raro modellino di ribalta [Figura 4] che, evidentemente, veniva esibita ai clienti come campione (AAVV, Arredi del Settecento, Modena 2003, p. 23).

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Figura 4. Cassettone a ribalta, Lombardia, metà circa del XVIII sec. (AAVV 2002, p. 23).

E’ prematuro sbilanciarci su una più precisa identificazione della bottega e del suo ambito: alcuni elementi conducono in direzione della ricca Cremona o zone limitrofe, altri ai centri di produzione mobiliera a nord di Milano o allo stesso capoluogo.
Riprenderemo il discorso in una prossima occasione.

L’autore ringrazia Anna Dellinavelli e Manuela Sconti Carboni per aver collaborato alla ricerca.