La poltroncina “cinese”

di Andrea Bardelli

Nei corsi sul mobile antico che mi capita di tenere mostro volentieri come esercitazione stilistica una piccola poltrona [Figura 1] che, lo dirò subito, è un sedile italiano prodotto attorno agli anni Venti del Novecento che si accompagnava nelle camere alle cosiddette toilette, ossia piccoli tavoli dotati di specchiera.

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Figura 1. Poltrona in legno di noce, Italia, 1920 circa (foto Dario Cesaretto).

Mi serve a dimostrare come il giudizio derivante dall’osservazione di singole parti di un mobile, che consentono di identificare, per come sono eseguite, lo stile e l’epoca dello stesso, non deve essere assunto in modo acritico.
Esaminando la nostra poltroncina, ad esempio, troviamo gambe anteriori a tronco di piramide rovesciata tipiche dello stile Luigi XVI (fine del XVIII secolo) che potremmo pensare nella versione attardata di inizio Ottocento, quando lo stile Impero ne aumenta la sezione trasformandola da quadrata in rettangolare. Il bracciolo è orizzontale come fino alla fine dell’Impero (1805-1815), ma si arrotonda in modo marcato collegando il proprio sostegno, anch’esso di forma mossa, allo schienale. La seduta riprende il movimento dei braccioli, come già in alcuni sedili Impero e le gambe posteriori sono leggermente “sciabolate” come dall’Impero in poi.
Del tutto inusuale per l’epoca Impero è la parte superiore dello schienale centinata.
Ne potremmo dedurre che siamo in presenza di un sedile Impero, meglio forse del Tardo Impero o Prima Restaurazione, 1820 circa, quando le linee dell’Impero si ammorbidiscono (nota 1).
Il ragionamento non fa una grinza e se la poltroncina venisse descritta senza che la si vedesse, non potremmo che confermare.
Tuttavia, le dimensioni contenute della poltroncina nel suo complesso e lo schienale che si restringe non trovano alcun riscontro nei sedili Impero [Figura 2] e nemmeno nella loro versione più tarda.

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Figura 2. Poltrona in legno di noce, Piemonte, epoca Impero, mercato antiquario.

Un’altra stonatura, che si sarebbe potuto cogliere da una semplice, ma accurata descrizione, è costituita dal listello che raccorda sul fianco, subito sotto la seduta, la gamba anteriore a quella posteriore. In quella posizione, denota una costruzione almeno tardo ottocentesca, concepita per dare maggior solidità al sedile.
La casistica e i confronti ci aiutano a escludere di poter collocare la poltroncina nel 1820 circa e lo stesso approccio storico, ossia la ricerca all’interno dei repertori di immagini classificate, ci consente per contro di identificala all’interno degli arredi tipici del primo Novecento.
La poltroncina non è quindi riferibile all’Impero o al Tardo Impero, ma neanche al cosiddetto Secondo Impero (1850-1870 circa), quanto al Terzo Impero, una definizione aleatoria e tutta italiana che contrassegna i mobili di epoca fascista.
In occasione di uno dei tanti corsi cui sopra è stato osservato come questa poltroncina avesse “qualcosa di cinese”, opinione rafforzata dal decoro a spirale che denota l’impugnatura del bracciolo [Figura 1 bis] che “… ricorda il modo di ornare cinese sovente ricorrente con girali, spirali e nodi, tutti simboli augurali di lunga vita” (nota 2).

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Figura 1 bis. Dettaglio della Figura 1.

In realtà, a parte un certo gusto per la chinoiserie diffuso anche a quell’epoca, che portava, ad esempio, a tappezzare i sedili di questo genere con stoffe di sete decorate a motivi cinesi, non sembra di poter trovare riscontri attendibili nei sedili autenticamente cinesi [Figura 3] che, per una suggestiva casualità, sembrano piuttosto imparentate con le sedie “a gondola” del tipo di quella illustrata nella Figura 2.

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Figura 3. Sedia in legno di olmo, Cina, provincia dello Shanxi, damodara.it.

Piuttosto, sembra quasi che l’ispirazione, almeno per quanto riguarda schienale e braccioli, sia derivata da un modello più vicino geograficamente, ma più lontano nel tempo, ossia da una poltrona datata al XVI secolo e conservata al Museo del Louvre [Figura 4].

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Figura 4. Caquetoire in legno di noce, Parigi, Museo del Louvre. Questa poltrona è pubblicata in Gonzales Palacios A., Gli stili dei mobili (La casa d’oro), 1, Fabbri, Milano 1966 p.31). Per l’esemplare inglese (Londra, museo Vicroria e Albert), ivi p. 38, per quello olandese (Amsterdam, Rijkmuseum) e per un altro esemplare francese (Parigi, Museo delle Arti Decorative), ivi p. 48.

Questa tipologia è denominata caquetoire o caquetoise e si riscontra anche nella mobilia anglo-olandese.
A riprova delle insidie che si annidano nei ragionamenti troppo deterministici, troviamo il sostegno del bracciolo “a colonna” di questa poltrona cinquecentesca nella sedia della Figura 3, pur sapendo che lo stile Impero non cerca nel Rinascimento i suoi principali modelli di riferimento.

NOTE

[1] Bardelli A., Il mobile dell’800 in Italia: lo stile Impero, Arte del restauro edizioni, 2011 [Vedi].

[2] Comunicazione via mail del 17.1.2018 di Irene Di Paola (studiosa di sinologia) che ringrazio.