L’attività di Giovanni Pietro Codeferri a Lodi
Regesto dei lavori svolti e relativi riferimenti d’archivio

a cura di Pierluigi Majocchi

Introduzione
Giovanni Pietro Codeferri è fratello minore dell’intarsiatore Giovanni Francesco, meglio noto come Capoferri (Lovere, Bg 1495 circa – Bergamo 1533), autore delle tarsie per la chiesa di Santa Maria Maggiore a Bergamo su cartoni di Lorenzo Lotto. Le prime notizie su Gio. Pietro Codeferri risalgono al 1525 quando Giovanni Francesco riesce a far assumere nella stessa fabbrica anche il padre (di entrambi) Giovanni, il quale trasferisce il resto della famiglia da Lovere a Bergamo. Nel 1530, anche Gio. Pietro inizia a lavorare come apprendista intarsiatore presso il fratello. I lavori al coro di Santa Maria Maggiore, iniziati nel 1522, subiscono una battuta d’arresto con la morte di Giovanni Francesco nel 1533.Non sappiamo esattamente quando, Gio. Pietro si trasferisce a Lodi, dove lo troviamo tra il 1551 e il 1552 . Diventato intagliatore, negli stessi due anni esegue in San Domenico a Bologna la cimasa del coro intarsiato tra il 1541 e il 1549 da fra Damiano Zambelli, già maestro di Giovanni Francesco. Questo lavoro gli serve da referenza al fine di essere richiamato a Bergamo nel 1553 (ventanni dopo la morte del fratello) per lavorare allo stesso coro di Santa Maria Maggiore, per il quale erano stati decisi vari ampliamenti. Esegue diverse opere d’intaglio e nel 1555, portato a compimento il suo lavoro, può tornare a Lodi.
(Notizie tratte da: F. Cortesi Bosco, Il coro di Lotto e Capoferri per Santa Maria Maggiore a Bergamo, 1987).

1558
Convenzione fra il preposto Matteo Camola e il maestro Pietro Codeferri fu Giovanni, per la costruzione di un nuovo coro ligneo nella chiesa di San Lorenzo [Figura 1] (ASML, Notaio Micoli Gio. Battista, 14 giugno1558). Vedi trascrizione in Appendice 1.

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Figura 1. Pagina del documento del 14 giugno 1558 relativo al coro ligneo di S. Lorenzo di G.P.Codeferri.

Il coro doveva essere composto da una doppia fila di seggi superiori ed inferiori con le loro spalliere, tutto in noce, da terminare entro il S. Martino del 1559.
Il prezzo complessivo, comprese le decorazioni, era stato concordato in £ 55 per ogni coppia di seggi (probabilmente 12 in tutto), più £ 25 una tantum per le decorazioni, che consentono di calcolare in circa £ 687 l’importo totale, da pagarsi £ 100 subito e il rimanente ogni anno a S.Martino.
I seggi del coro in fila doppia dovevano essere collocati partendo dai due lati del coro: il lato della cappella del SS. Sacramento e il lato della cappella del campanile (dove, addossato alle due colonne, esisteva ancora l’altare di S.ta Eugenia), per dirigersi verso la porta di mezzo, che sembra riferirsi all’ingresso frontale dell’altare maggiore, costeggiando la balaustra (“muradela”). Inoltre queste ultime sedie dovranno essere decorate con gli ornamenti sia all’interno che all’esterno. Se l’interpretazione è corretta, significa che l’altare era ancora addossato alla parete di fondo dell’abside e il coro recingeva il presbiterio con i canonici che volgevano le spalle al popolo (rif: descrizione della chiesa nella visita pastorale di Girolamo Federici del 1579).
Il coro del Codeferri non esiste più ed è stato sostituito nel 1772 dal coro di Anselmo de Conti [Leggi ].
1559
Pietro Codeferri, abitante vicino a S. Lorenzo, riceve dal Canonico Arcangelo Zucchelli (canonico di S. Bernardo) £ 100 in parziale pagamento delle sedie del coro ligneo da lui costruito in S. Lorenzo (ASML, Notaio Micoli Gio. Battista, 15 marzo1559).
1559
Attivo anche presso il Santuario dell’Incoronata a Lodi (A.Timolati – F. De Angeli, Monografia storico artistica di Lodi, Milano 1877, p.141; nell’occasione, Timolati lo definisce artefice assai mediocre).
1560
Accordi del Capitolo della Cattedrale col maestro Gio. Pietro Codeferri fu Giovanni, per la costruzione di un nuovo coro ligneo in noce di Nogara nell’abside del Duomo [Figura 2](ASML, Notaio Paleari Michele, 22 Maggio 1560); vedi trascrizione in Appendice 2; Timolati-De Angeli, op. cit.).

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Figura 2. Pagina del documento del 22 Maggio 1560 relativo al coro ligneo di S. Lorenzo di G.P.Codeferri.

Il coro, che dovrà essere collocato al posto del vecchio, dovrà avere 32 sedie superiori oltre a quelle inferiori come da modello, e dovrà esser in legno di noce di Nogara, con gli ornamenti in rovere. Le colonne saranno da una parte cannellate, e dall’altra ornate di festoni, mentre i capitelli saranno intagliati.Si faranno inoltre la porta del coro e tre leggii in noce, due stabili con il suo fondo in cui conservare i libri, ed uno mobile. E sopra il cornicione sarà posta la cima del coro.L’opera dovrà essere terminata in 5 anni, mentre il prezzo è concordato in 570 scudi d’oro italiani, pari a £ 3420, che saranno pagati con 70 scudi il primo Gennaio prossimo futuro, mentre il rimanente sarà rateizzato in 12 anni.
Entrambe le denominazioni Duomo o Cattedrale identificano la chiesa di Santa Maria Assunta, principale luogo di culto cattolico di Lodi.
Il coro fatto dal Codeferri per il Duomo non esiste più, al suo posto si trovano ora le tarsie fatte nel 1519 da fra Giovanni da Verona per gli olivetani dell’Annunziata in Lodi, trasferite in Duomo negli anni ‘Sessanta del Novecento dopo i restauri.
1564
Gio. Pietro Codeferro pittor lodigiano, fa i rosoloni di legno all’ottavo della porta grande” (per il Santuario dell’Incoronata) (ASML, F.do Incoronata, Relazione Cernuscolo).
I rosoni in legno all’ottavo della porta – la chiesa infatti è a pianta ottagonale e degli otto vani delle parete laterali uno è occupato dalla porta principale – esistono, ma all’apparenza non sono in legno, bensì in stucco [Figura 3
].

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Figura 3 Giovanni Pietro Codeferro, decorazioni (rosoni) per la porta principale, Lodi, Santuario dell’Incoronata.

La cosa non deve meravigliare perché diversi intagliatori in legno erano anche stuccatori (oppure i rosoni hanno un’anima in legno e sono gessati in superficie).
Il fatto che Gio. Pietro Codeferro venga definito “pittore” non stupisce, almeno in questa circostanza, perché era così che venivano talvolta definiti i decoratori (inclusi stuccatori e doratori); quanto a “lodigiano”, è probabile che la sua permanenza a Lodi dal 1551 circa avesse finito col prevalere sull’origine bergamasca.
1564
Gio.Pietro Codeferri abitante vicino a S.Lorenzo costruisce il nuovo coro ligneo in Duomo durante la ristrutturazione delle absidi superiori (ASML, Notaio Bracchi Ludovico, 14 giugno 1564).
Altre confessioni di pagamento (ASML, Notaio Della Valle Gio.Battista, 20 settembre1564).
1566
Acconto di £ 200 pagato dalla Scuola del Sacrario al maestro Giovanni Pietro Codeferri fu Giovanni, abitante vicino S. Lorenzo, per il coro ligneo da fabbricare in Duomo, sopra la scala (ASML, Notaio Della Valle Gio.Battista, 14 dicembre 1566; altro confesso di pagamento in data 11 luglio 1571).
1569
Il Codeferro riceve dal rev. Lorenzo Gavazzi, rettore di S. Giacomo e Tesoriere del Consorzio del Clero di Lodi, £ 100 imperiali come parte del pagamento per la fabbrica del coro nella chiesa Cattedrale. Fra i testimoni anche Antonio Campi fu Galeazzo (ASML, Notaio Michele Paleari, 24 maggio 1569).
1574
Anselmo de Conti, milanese dimorante a Lodi vicino S. Biagio, è testimonio in casa Bononi, assieme a Gio. Pietro Codeferri, per la costruzione di un prestigioso camino in marmo rosso macchiato d’Arzo, affidato da Giorgio Bononi fu Francesco, abitante vicino a S.Lorenzo, al maestro Domenico Ferrari fu Simone, abitante ad Arzo nel Canton Ticino (ASML, Notaio Della Valle Gio.Battista, 3 luglio 1574).
È probabile che il Bononi abbia chiamato Anselmo de Conti e Gio. Pietro Codeferri per fabbricare mobili in legno nella sua abitazione.
Il camino doveva misurare esternamente cm. 278 di larghezza e cm. 149 di altezza.
Viene richiesto che esso sia in marmo rosso macchiato di Arzo (nota 1), con la macchia più bella possibile, utilizzando la pietra più bella che si possa trovare in Milano, simile a quella usata da Pellegrino Tibaldi per fare le colonne del Battistero nel Duomo di Milano (nota 2).
I Bononi possedevano una Domus Magna situata nell’Insula Bonona sulla strada di S. Lorenzo (detta dei Maldotti), certamente nella terza casa a sinistra partendo dalla piazza S. Lorenzo, fra la casa dei nobili Codazzi e quella dei marchesi Calderari, e confinante sul retro con la Stretta in Frasca.

NOTE

[1] Arzo è un comune di 1.100 abitanti del Canton Ticino, nel distretto di Mendrisio, famoso per i marmi macchia vecchia, broccatello e rosso d’Arzo.

[2] Pellegrino Tibaldi nel 1567 costruì nella navata sinistra del duomo di Milano il grande Battistero classicheggiante, in marmo rosso d’Arzo, con una trabeazione sorretta da due colonne in marmo rosso macchiato.


Prima pubblicazione: Antiqua.mi, ottobre 2013

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Appendice 1
ASML, Fondo notarile, notaio Micoli Giovanni Battista, 14 giugno 1558

Conventiones inter Reverendum d. Prepositum et Canonicos
ecclesie Sti Laurentii civitatis Laude,
et magistrum Jo. Petrum de Codeferris.
Traditum per me Jo. Baptistam Micolum notarium Laudensem.
14 Junii 1558.
In Nomine Domini Amen. Anno Nativitatis Eiusdem millessimo quingentesimo quinquagesimo octavo indictione prima die XIIII mensis Junii.

Ibique
Reverendus d. Matheus de Camolis prepositus ecclesie Sti Laurentii civitatis Laude et Reverendus d. presbiter Thomas de Micolis et d. presbiter Arcangelus de Zuchelis canonici predicte ecclesie, ibidem convocati et congregati in ecclesia predicta Sti Laurentii videlicet in choro per dominum presbiterum Bartolomeum de Castiono Sacrestanum predicte ecclesie de mandato predicti domini prepositi facientes et representantes maiorem et saniorem partem Capituli predicte ecclesie ob absentiam aliorum d. Canonicorum, prout ibidem protestantur, cives et habitatores predicte civitatis videlicet predictus dominus Prepositus et predictus d. presbiter Thomas vicinie suprascripte Sti Laurentii et dictus d. presbiter Arcangelus vicinie Sti Jacobi, suis nominibus ac nominibus et vice Capituli predicte ecclesie parte una,
et Magister Jo. Petrus de Codeferris faber et ingenierus a lignamine f.q. d. Johannis habitator habitator (sic) predicte civitatis vicinie suprascripte parte altera,
sponte pervenerunt et devenerunt ac perveniunt et deveniunt ad infrascriptas conventiones et transactiones cum pactis modo et forma infrascriptis prout infra videlicet:
Primum quod dictus Magister Jo. Petrus teneatur et debeat hinc ad festum Sti Martini anni millesimi quingentesimi quinquagesimi noni proximi futuri construere et facere et constructas et factas dare et consignare predicto d. Preposito et Canonicis in predicta ecclesia Sti Laurentii omnes sedes assidum nucis pulcre et nitide et siche laboratas iuxta modelum datum per dictum magistrum Johannem Petrum existentem penes predictum d. Prepositum, circumcirca chorum predicte ecclesie, tam superiores quam inferiores bino ordine et ab utraque parte dicti chori videlicet :
versus portam de medio et versus capellam S.mi Corporis Domini Nostri Jesu Christi
et versus capellam campanilis predicte ecclesie,
videlicet sedes versus capellam predicti S.mi Corporis Domini Nostri incipiendo a
terra supra et similiter versus campanile
et sedes que fient a pilastro altaris Ste Eugenie veniendo ad pilastrum capelle S.mi Corporis Domini Nostri a pede muradele dicti chori veniendo supra faciendo ac facere teneatur teneatur (sic) ornamenta iuxta dictum modelum tam intus quam foris videlicet ab utraque parte sub pena omnium dampnorum.
Et hoc expensis in totum dicti Magistri Jo. Petri qui habeat ponere assides et omnem materiam pro faciendo dictas sedes.
Et pro mercede dicti Magistri Jo. Petri partes ipse convenerunt quod predicti d. prepositus et Canonici teneantur et ita promittunt suis et nomine predicti Capituli dare et solvere dicto Magistro Jo. Petro presenti et acceptanti Libras quinquaginta quinque imperiales pro singulis duabus sedibus bino ordine fiendis ut supra videlicet sede superiori et inferiori que erunt per scontrum,
et Libras viginti septem imperiales semel tantum pro ornamentis de pluri que fient et facere habet in sedibus superioribus quam in sedibus inferioribus fiendis in dicto choro,
et quia sic inter ipsos contrahentes conventum fuit etc.
Quas pecunias predicti d. Prepositus et Canonici solvere promittunt ad terminos infrascriptos videlicet :
de presenti libras centum imperiales quas dictus Magister Jo. Petrus sponte confessus fuit et confitetur habuisse et recepisse ac ibidem actualiter habuit et recepit a predicto d. presbitero Thoma nomine et de pecuniis predicte eccelsie in pecunia argenti ibique exhibita in presentia mei notarii etc. et hoc pro parte solutionis dicte mercedis ut supra promisse,
alias libras centum imperiales in festo Sti Martini proximo futuro,
et libras centum imperiales singulo anno in quolibet festo S. Martini donec eidem Magistro Jo. Petro fuerit integre satisfactum pro dicta mercede et sedibus fiendis ut supra, sub pena omnium dampnorum.
Et de sic attendere et observare promisserunt et promittunt dicte partes sibi vicissim suis et dictis nominibus obligando reservando renuntiando et cum pactis executivis vicissim etc. Et iuraverunt dicti contrahentes videlicet predicti d. Prepositus et Canonici super pectoribus suis et dictus Magister Jo. Petrus tactis scripturis in manibus mei notarii predicta omnia et singula fuisse et esse vera et attendere, et non petere habilitationem et si petita facere suprascipti iurant ea non uti.
Actum suprascriptis Anno indictione et die in predicta ecclesia Sti Laurentii videlicet in choro predicto, presentibus
d. Barnabone de Mayneriis f.q. Joannis Marie vicinie Sti Blaxii,
d. presbitero Bartolomeo Castiono Sacrestano ut supra f.q. d. Bernardini vicinie Sti Laurentii, et Camillo de Musephis f.q. d. Hieronimi vicinie Sti Geminiani,
omnibus testitbus notis et idoneis, et presentibus pro notariis consentientibus
d. Mafeo Micolo fratre meo et Christoforo Micolo filio mei notarii ambobus notariis Laudensibus.
Ut de instrumento liberationis facte inter sindicum Communantie Sti Laurentii Laude et dominum magistrum Joannem Petrum rogato per me notario anno 1564 die 29 Januarii.

Una nota in calce afferma che il saldo è stato pagato il 29 gennaio 1564, dal sindaco della Communanza di S. Lorenzo.

Appendice 2
ASML, Fondo notarile, notaio Paleari Michele fu Gio. Maria, 22 Maggio 1560

1560 die 22 Maii.

Rogatum fuit per me Michaelem de Palleariis notarium publicum Laude.

Conventiones et pacta facta per et inter
reverendos dominos Capitulares ecclesie maioris Laude parte una,
et magistrum Joannem Petrum de Codeferris parte altera.
Ibique convocato et congregato rev. Capitulo ecclesie maioris Laude de impositione jussu et mandato reverendi d. presbiteri Francisci de Ucellis Prepositi eiusdem ecclesie maioris Laude, citato per ven. d. presbiterum Aluiisium de Rotta custodem dicte ecclesie ut ipse custos retulit etc., in qua quidem convocatione et congregatione aderunt fuerunt et sunt predictus rev. d. Franciscus de Ucellis Prepositus, nec non reverendi
d. Adreanus de Lecamis,
d. Cesar Andena J.U.Doctore,
d. Aluiisius Galeanus,
d. Jo. Baptista Landrianus,
et d. Balthesar de Franzinetis,
omnes canonici prebendati dicte ecclesie facientes et representantes totum et integrum Capitulum dicte ecclesie ut asserunt et protestantur ob absentiam aliorum dominorum canonicorum, qui predicti domini Capitulares, parte una,
et dictus d. Joannes Petrus de Codeferris f.q. d. Joannis vicinie S. Laurentii Laude, parte altera, devenerunt et deveniunt ad infrascriptas conventiones et pacta solemni et valida stipulatione hinc inde interposita, videlicet
Primo quod ipse d. Joannes Petrus teneatur fabricare chorum in predicta ecclesia maiori Laude, incipiendo de mense presenti, et in eo choro construere et fabricare sedes triginta duas de supra et alias sedes de suptus iuxta modellum datum per ipsum magistrum Joannem Petrum, qui modellus remanere habeat penes infrascriptum rev. d. Vicarium sedis episcopalis Laudensis, ac etiam teneat et obligatus sit et ita promittit ipse d. Joannes Petrus predictis d. Capitularibus presentibus et stipulantibus nomine dicti Capituli et omnium quorum interest etc. et mihi notario stipulanti etc., facere et servare pacta et conventiones factas et facta iuxta formam liste seu chirografi tenoris infrascripti.
Pro quibus fiendis prout supra predicti d. Capitulares teneantur dare et solvere, et ita promittunt, predicto d. Joanni Petro stipulanti scutos quinquecentum septuaginta auri italos, ad terminos infrascriptos, videlicet
Scutos septuaginta auri ad calendas mensis Januarii proxime futuri, et residuum quod est scutorum quinquecentum auri scutos quadraginta auri omni anno hinc ad annos duodecim proxime futuros una cum expensis.
Item quod predictus d. Joannes Petrus teneatur perficere dictum opus hinc ad annos quinque proxime futuros et illud in dicto termino perfectum consignare predictis d. Capitularibus.
Item quod casu quo in dicto choro fiendo non sufficerent dicte sedes trigintadue cum aliis inferioribus fiendis ut supra, quod eo casu dictus magister Joannes Petrus teneatur alias facere et fabricare, et quod eidem solvatur pretium ad ratham aliarum, et iuxta aliarum extimationem.
Et cuidem chirografo tenor talis est, videlicet

Sia noto come mi Giovan Pietro di Capidiferro intaliator mi obligo ali reverendi signori Canonici dil Domo di Lode, ciovè il detto sig. Prevosto et il rev. sig. Cesar Andena et il rev. sig. GianBatista quali sono fabriceri dil dito Domo di Lode, et a farli il choro nel dito Domo como apare per uno modello fato di mia mane, qual modelo et fabrica andarà fata di Nogara et siano bela, et la orditura siano di rovere.
Poi mi obligo a farla tanto quanto vi mostra il modelo, et di più mi obligo darla fornita nel dito Domo a tute mie spese, tanto de legname et di fatura quale mostra il dito modelo, quanto de ogni materia, et nel dito modelo siano le colone canelate una parte et l’altra con festoni, come mostra il soprascritto modelo, et intaliati li capitelli.
Et piantarlo dito coro nel loco dove era il vegio.
Item nela dita opera siano fato trei leturini, doi stabili con le fonde da governar libri, et uno portatile, et la porta del dito coro, et siano tuti di noxe, et nela porta incontro di ferada siano una bela zelosia a modo dil maiestro, et questi operi siano compresi nel dito coro con la cima quala va sopra il cornisone.
Item volendo li diti sig. Canonici azonzere a la dita opera alcuna cosa, sian obligati agiongere il precio secondo l’opera.
Io Giovan Pietro soprascrito afermo.

Et de sic attendere et observare promisserunt et promittunt dicte partes sibi vicissim et ad invicem etc., obligantes etc., renuntiando etc., et cum pactis executivis vicissim etc., et iuraverunt, videlicet predicti d. Capitulares posita manu super eorum pectoribus, et dictus d. Joannes Petrus tactis Scripturis, predicta omnia et singula de quibus supra fuisse et esse vera et attendere et observare et non contravenire etc., et non petere habilitationem.
Et predicta omnia facta fuerunt semper in presentia et cum auctoritate et decreto reverendi J.U.Doctoris d. Anibalis Saracinelli, Vicarii Generalis sedis episcopalis laudensis, ibi presentis et pro tribunali sedentis super quodam bancho ibidem posito et existente, quem locum et quod banchum ellegit et elligit pro eius loco et tribunali, et qui, prius causa cognita ac cognitis cognoscendis, suam et predicte sedis episcopalis laudensis auctoritatem et decretum interposuit et prestavit ac jure ponit et prestat etc., mandantes etc., rogantes etc.
Actum prout supra in Sacrastia predicte ecclesie maioris Laude, anno a nativitate Domini curenti 1560 indictione 3.a die Mercurii XXII mensis Maii, presentibus
reverendo d. Presbitero Francisco de Rizolis, rectore ecclesie Ste Marie de Arcagna laudensis diocesis,
venerabile d. presbitero Andrea de Longarinis, custode eiusdem ecclesie,
et Joanne Francisco de Palleariis filio Joannis Marie vicinie S. Bassianis foris Laude, testibus notis et idoneis etc.