Un armadio dipinto dalla Baviera

della Redazione di Antiqua

Come spesso accade, riceviamo dai visitatori del nostro sito l’immagine di un mobile perché lo si esamini e si forniscano notizie circa epoca e provenienza oppure una valutazione economica. Se non espressamente richiesto, rifuggiamo da quest’ultima perché il mercato non consente oggi una stima serena e affidabile.
Recentemente ci è stata inviata la fotografia, purtroppo di non buona qualità, di un armadio dipinto, detto in famiglia “armadio di chiesa” [Figura 1].

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Figura 1. Armadio dipinto, Baviera, 1813, collezione privata.

L’impianto è improntato a quello stile barocco che dilaga ancora in pieno Settecento e si protrae anche durante l’Ottocento, con un cappello in cui due volute contrapposte si incontrano con altrettanti riccioli al centro, spigoli scantonati decorati da un motivo a rilievo che si intreccia [Figure 1a e 1 b] e ante che seguono la linea del mobile, su ciascuna delle quali troviamo due cartelle sagomate e delimitate da un profilo intagliato.

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Figure 1a e 1b. Particolari dell’armadio di Figura 1.

Sulle cartelle superiori sono stati dipinti un Cristo Salvatore e una Santa con il capo coronato di rose [Figure 1c e 1 d, nota 1), mentre su quelle inferiori compaiono dei vasi fioriti. Sotto il fregio centrale al centro del cappello, raffigurante un grappolo d’uva, si legge a malapena la data 1813, mentre, lateralmente, sono visibili le iniziali T e K.

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Figure 1c e 1d. Altri particolari dell’armadio di Figura 1.

L’interno dell’armadio è diviso a comparti, ripiani e piccoli cassetti (vedi ancora Figura 1a) che ne definiscono l’uso domestico, confutando l’ipotesi che si potesse trattare di un altare casalingo, come le immagini sacre avrebbero potuto far supporre. Non possiamo nemmeno parlare di un “armadio di chiesa” perché, come vedremo tra breve, si tratta di una tipologia largamente diffusa in ambito laico.
Nonostante una conoscenza della mobilia estera una non del tutto solida, si è stabilito che l’armadio fosse di ambito tedesco e provenisse da un’ampia zona comprendente le regioni cattoliche di lingua tedesca, ossia la Germania meridionale, l’Austria, l’Alto Adige e anche l’Alsazia. Consultando la letteratura in materia, il riferimento più stringente è stato trovato in un armadio proveniente da Wasserburg sull’Inn in Baviera [Figura 2]. L’impostazione è identica nonostante la cimasa sia stata risolta con un elaborato fastigio intagliato (nota 2) e gli spigoli laterali siano difesi da colonne. Quest’ultimo elemento consente di datare l’armadio alla seconda metà inoltrata del XIX secolo.

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Figura 2. Armadio dipinto, Baviera, seconda metà del XIX secolo (Josef M. Ritz, Alte Bemalte Bauernmöbel, Callwey, Monaco di Baviera 1962 p. 27 n. 34).

Grazie a un cartiglio incollato sul retro, di cui siamo venuti a conoscenza in seguito, è stato possibile restringere verosimilmente la provenienza del mobile proprio dalla cattolicissima Baviera [Figura 1e]. Vi si legge: Monieur Compte de Foresta Envoyé extraordinaire et Ministre plénipotenzia […] La Majesté le […] talie”.

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Figura 1e. Cartiglio sul retro dell’armadio di Figura 1.

Una breve ricerca ha consentito di identificare il personaggio di cui parla il cartiglio, presumibile proprietario del mobile, nel conte Alberto de Foresta (1852-1906), il quale risulta tra gli agenti diplomatici del re d’Italia presso i Governi Esteri e, più precisamente, proprio inviato straordinario e ministro plenipotenziario a Monaco di Baviera (nota 3).
Essendo il mobile datato 1813, il nobile Alberto de Foresta l’avrà acquistato durante la sua permanenza in Baviera e iniziali T e K sono, presumibilmente, quelle del proprietario precedente.

Una volta certi della provenienza abbiamo reperito in rete un altro armadio bavarese di cui pubblichiamo alcune immagini, anche per riscattarci della non buona qualità delle fotografie precedenti [Figura 3, 3a, 3b e 3c].

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Figura 3. Armadio dipinto, cm. 200 (altezza) x 116 x 53, Irschenberg, Baviera, 1838, mercato antiquario.

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Figura 3b e 3c. Particolari dell’armadio di Figura 3.

L’armadio è datato 1838 e presenta la stessa impostazione del mobile di Figura 1, a parte il fastigio intagliato (salvo quanto espresso alla nota 2). Notiamo che anche in questo caso, troviamo un grappolo d’uva collocato tra i due riccioli con cui si ricongiungono le volute contrapposte del cappello, forse un motivo ricorrente come simbolo di abbondanza.
Su ciascuna delle ante compaiono due cartelle sagomate e tutte sono dipinte al loro interno con il medesimo motivo del vaso fiorito.

NOTE

[1] Probabilmente si tratta di Santa Rosalia. Non stupisca la presenza della santa palermitana in un ambito piuttosto lontano. La sua fama si è estesa anche nell’Europa Centrale; ad esempio, un bassorilievo della santa si trova sulla facciata di un palazzo nella città vecchia di Praga, in via Karlova n. 3 a poca distanza dal ponte Carlo, ivi fatta collocare dagli antichi proprietari del palazzo, coniugi Wesser, per ringraziare Santa Rosalia di averli fatti guarire dalla peste.

[2] Dal confronto è emersa la possibilità che anche il nostro armadio avesse in origine un fastigio intagliato, rimosso per qualche circostanza. Quest’ipotesi sembra suffragata dal fatto che il fregio a forma di grappolo d’uva appare troncato [Figura A].

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Figura A. Particolare dell’armadio di Figura 1.

[3] Almanacco italiano 1889, Piccola enciclopedia popolare della vita pratica, Bemporad, Firenze 1989, p. 277.

Novembre 2021

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