Un mobile camuno a San Pietroburgo
della Redazione di Antiqua

Una visitatrice del nostro sito, durante una visita a San Pietroburgo, ha notato a palazzo Mensikov una credenza “che fa le boccacce” e l’ha subito fotografata [Figura 1].

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Figura 1. Bottega bergamasca, credenza in noce con intagli, XVII secolo, San Pietroburgo, palazzo Mensikov.

Memore dell’articolo apparso su Antiqua a proposito di un seggiolone [Leggi], si è domandata, del tutto legittimamente, se questa caratteristica stilistica si possa ancora considerare una prerogativa prettamente bergamasca.
La credenza è certamente inusuale e, vista in quella collocazione, potrebbe far pensare a un mobile di produzione locale.
In una mostra intitolata Scultura lignea delle terre russe (Roma-Vicenza, 2006, catalogo Skira), ad esempio, si potevano ammirare oggetti vigorosamente intagliati che, in qualche misura, potevano ricordarla.
Non possiamo sapere esattamente come sia finita lì, ma giureremmo che si tratta proprio di un mobile della metà circa del XVII secolo, riconducibile all’artigianato dell’Alta Val Camonica, luogo di confine tra le valli bergamasche e bresciane dal punto di vista non solo geografico, ma anche culturale.
Per altro, come molti sanno, uno dei maggiori artefici della svolta architettonica di San Pietroburgo in senso neoclassico è proprio un bergamasco: Giacomo Quarenghi (Rota d’Imagna, Bg, 21.9.1744- San Pietroburgo, 2.3.1817), di cui per l’occasione pubblichiamo un importante disegno inedito [Figura 2].

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Figura 2. Giacomo Quarenghi, Interno della chiesa dei Cavalieri di Malta a San Pietroburgo (non più esistente), disegno acquerellato (inedito).

Nominato architetto di corte dell’imperatrice Caterina II di Russia nel 1779, egli esegue la progettazione di numerosi edifici, tra i quali: il Teatro dell’Ermitage, la Banca di Stato, l’Accademia delle Scienze, la Farmacia di Corte, il Palazzo Jusupov, la Chiesa dei Cavalieri di Malta, ecc.). Bergamaschi per nascita o adozione erano anche diversi artigiani che si erano trasferiti in Russia al seguito di Quarenghi, al punto da formare una vera e propria colonia.
Nell’ambito della sua attività, Quarenghi ha anche realizzato alcuni disegni per mobili e arredi “schizzi di tavoli, scansie con cariatidi, piccole librerie” (2006: “Giacomo Quarenghi”, AbacuSistemArte, a cura di Paolo Cesari, cod. 5737), conservati presso la Biblioteca Civica di Bergamo.
Nulla a che vedere con la nostra credenza, ma è suggestivo pensare che la sua attuale collocazione sia, in qualche modo, da ricondurre proprio alla cospicua presenza bergamasca nell’allora capitale degli Zar.