Una placchetta in bronzo di Gaspare Napoletano, alias Romano, alias Da Padova
di Attilio Troncavini

Sul numero di maggio del lontano 1902 della rivista Rassegna d’Arte compare la riproduzione di una placchetta, raffigurante san Gerolamo, corredata dalla seguente didascalia: “Museo di Berlino. Placchetta di Gaspare Napoletano esprimente San Girolamo (da fotografia favorita da C. de Fabriczy)”. Nella placchetta, in alto a sinistra compare a rilievo la scritta OPUS GASPARUS NEAPOLITANUS [Figura].

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Figura. Gaspare Napoletano, San Gerolamo, placchetta in bronzo, fine XV secolo, Berlino, Musei Statali (non esposta).

L’immagine è inserita in un articolo firmato da Ettore Bernich che parla degli architetti del Palazzo della Cancelleria a Roma. Il palazzo ebbe una vicenda costruttiva elaborata, ma al tempo del cardinale di S. Giorgio Raffaele Riario, il quale attorno al 1485 ne riprese la costruzione, fu impiegato come architetto anche Gaspare Romano che era noto come pittore e miniatore. Lo si desume da una lettera inviata da Pietro Summonte al Michiel in cui, a proposito di Gaspare Romano, si scrive: “… lo quale, colla fecondità dell’ingegno, non contento di una palma, si donò all’architettura et lavorando nella casa del cardinal di S. Giorgio, qui paucis ante obiit, cascò dalla fabbrica e ne morse”.
Poiché nell’articolo della placchetta non si parla, il fatto di averla inserita in quel contesto induce a pensare che Gaspare Napoletano e Gaspare Romano siano la stessa persona e che al suo curriculum si possa aggiungere anche l’attività di esecutore di rilievi in bronzo.
Ne traiamo conferma dalla voce del Dizionario Biografico degli Italiani redatta da Paolo di Paola nel 1999 (volume 52) e dedicata al miniatore Gaspare da Padova [Leggi].
Vi si legge che Gaspare era originario di Padova, ma attivo a Roma dove nel 1483 risulta al seguito del cardinale Francesco Gonzaga “per il quale cercava e acquistava antichità e medaglie”
Più avanti si dice che Gaspare “aveva competenze anche nel campo dell’architettura”, nonché uno “spiccato gusto per l’antico e per l’oreficeria”.
E ancora, nel 1485, benché al servizio degli Aragonesi di Napoli, Gaspare da Padova continua ad operare a Roma ed è qui che lavora come architetto alla fabbrica del cardinale Riario.
La citazione anche in questo contesto della lettera di cui sopra scritta dal Summonte a Michiel ci dice che Gaspare da Padova e Gaspare Romano sono la stessa persona.
Inoltre, il legame con la corte aragonese di Napoli, a cui si aggiunge il fatto che l’ampia letteratura citata a proposito di Gaspare rivela una forte connessione con l’ambiente artistico e culturale napoletano, fanno pensare sia lui anche il “Gasparus Neapolitanus” che ha firmato la placchetta di San Girolamo, a dispetto del fatto che sia passato alla storia diversamente.
Sta emergendo una figura poliedrica di miniatore prestato all’architettura con una forte inclinazione verso le antichità classiche, la medaglistica e l’oreficeria che è il mondo a cui appartengono anche le placchette.
La placchetta di San Girolamo risulta essere piuttosto rara.
Si trova tuttora (non esposta) presso la Raccolta di sculture (Sculpturensammlung) nei Museo Statali di Berlino come segnalatomi da Volker Krahn, senior curator della Raccolta e studioso, che ringrazio.
L’ultima pubblicazione risale al 1922 in Bange in Die italianischen Bronzen der Renaissance und des Barock, II, Relief und Plaketten, Berlino 1922, n. 38.

Note su alcuni dei personaggi citati
Ettore Bernich (1850-1914), architetto ed esperto di beni culturali, nell’articolo di cui si parla, pubblicato in Rassegna d’Arte n. 5 del maggio 1902, pp. 69-71, risponde a uno scritto di Domenico Gnoli (1838-1915), poeta e critico d’arte e letterario, pubblicato sulla stessa Rassegna d’Arte nell’ottobre 1901, il quale, prendendo alla lettera un articolo dello stesso Bernich in Napoli Nobilissima (vol. VII, fasc. 12), gli attribuisce, contestandola, l’affermazione che Gaspare Romano fosse l’unico architetto del Palazzo della Cancelleria. Cornelius von Fabriczy, ingegnere e storico dell’arte, autore dello scatto, firma nella stessa pagina (Rassegna d’Arte n. 5 del maggio 1902, p. 71) un breve contributo sulla scoperta di un codice miniato da Cristoforo de Predis nella Biblioteca Estense di Modena.

Il cardinale Raffaele Sansoni Riario della Rovere (1461-1521) è stato il mecenate di grandi artisti tra cui Michelangelo, Pietro Summonte (1453-1526) è stato uno dei massimi esponenti dell’Umanesimo a Napoli e Marcantonio Michiel (1484-1552) è stato un letterato e collezionista d’arte veneziano.

Prima pubblicazione: Antiqua.mi, febbraio 2019 (non firmato)
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