Sandro Bellesi, Andrea di Michelangelo Ferrucci, 112 pagine formato 28 x 24, Polistampa, Firenze 2022, euro 25,00.

Non sarà Michelangelo Buonarroti e nemmeno Bernini, però Andrea Ferrucci (1559-1626) si è meritato un’eccellente monografia scritta da Sandro Bellesi, docente di storia dell’arte moderna presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze.
Lo scultore fiesolano si fa strada con molto mestiere nella Firenze di fine Cinquecento anche come restauratore di marmi antichi. La sua specialità sono maschere e mascheroni con figure grottesche, molto in voga all’epoca- siamo in piena clima tardomanierista – anche in altri settori delle arti applicate; alcuni “modelli” da lui ideati vengono adattati da altri artisti per la fusione in metallo.
Nella scultura, Andrea Ferrucci rivela una forte dipendenza dal linguaggio dei maestri della prima metà del Cinquecento, ma le sue prove migliori continuano a essere quelle offerte nell’esecuzione di rilievi ornamentali, asserviti all’architettura. Anche nel Seicento, prosegue in questo campo, come pure in quello del restauro di statue antiche, sempre al servizio dei Medici che lo pagano generosamente, consentendogli una vita agiata.
Ha numerosi allievi, sebbene tutte figure di secondo piano, a cui trasferisce i principi della scultura e i segreti di un mestiere che comportava anche una notevole fatica fisica.
La struttura del volume è molto tradizionale ed è forse per questo che suscita il nostro gradimento.
A una biografia artistica molto ben documentata e illustrata efficacemente con belle immagini in bianco e nero (alcune delle quali richiamate nelle note e non nel testo), segue un catalogo delle opere (ventiquattro), schedate e illustrate, sempre in un bianco e nero che si addice perfettamente ai soggetti rappresentati. Bibliografia e indice dei nomi concludono un testo pressoché esemplare.

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