Federico Mantegari, Il segreto dei Trèves Custodi del Graal, 152 pagine formato 21 x 14,5, Pedrini, Pont-Saint-Martin (Ao) 2023, euro 13,00.

Questo libro esula dal campo dell’arte sebbene il protagonista sia un oggetto molto antico, così come antica è l’ambientazione di buona parte del racconto e qualche figura di antiquario compaia qui e là.
Mi trovavo in vacanza in Valle d’Aosta a Valtournenche quando una locandina annunciava, per la sera del 28 luglio, la sua presentazione presso una sala del locale Municipio. Mi ci reco attratto dalla frase in calce alla locandina “Un romanzo dalla solide radici storiche che coinvolge il lettore in un viaggio nel tempo”, dal possibile racconto di qualche vicenda legata alla famiglia dei Trèves di origine ebraica, meno dal riferimento al Graal.
All’ingresso, acquisto il libro “sulla fiducia” e, mentre attendo che inizia la presentazione, scopro che l’autore è un sedicenne, studente liceale appassionato di storia locale e che il romanzo è stato scritto durante il covid a seguito di un’infatuazione per il Codice da Vinci di Dan Brown. Aiuto!
C’erano tutte le premesse regalare il libro a un vicino di fila e scappare.
L’autore, giunto nel frattempo, non è il nerd brufoloso che temevo, ma un ragazzone con un fisico da pallanuotista e un’aria pacata che durante la presentazione se la cava piuttosto bene.
Ma la cosa che mi ha più piacevolmente sorpreso è la lettura del libro nei giorni successivi.
L’impianto storico è solido con riferimenti ad alcune vicende della storia e del folklore valdostano, poco note al grande pubblico, inserite nel contesto generale. Il racconto inizia nel 2020 e l’attualità interagisce con il passato attraverso una serie di flash back a partire dal 1196 a Treviri in Germania, patria d’origine dei Trèves.
Non manca niente: le Crociate, i Templari, le guerre che imperversano durante il XVII secolo e le campagne napoleoniche, ma anche la Prima e la Seconda guerra mondiale e la lotta partigiana.
I personaggi, i quali consumano nei secoli le loro vendette, sono ben delineati e i dialoghi ben scritti; la stessa storia del Graal, custodito dalla famiglia Trèves tra varie vicende, non pretende di essere presa per vera, ma appare del tutto verosimile.
Non so se possiamo parlare di caso letterario, ma se il buongiorno si veda dal mattino … (A.B.)

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