Autori vari a cura di Michela di Macco, Natura e artificio nell’Europa del Seicento e del Settecento. Artisti, conoscitori e scienziati tra osservazione, invenzione e diffusione del sapere, Leo S. Olschki, Firenze 2023, 256 pagine formato 24 x 17, euro 35,00.

… per trarre le scienze dall’oscuro nembo che le rende schiffose alla gente del mondo …”. La frase è stata scritta da un certo Eusebio Sguardio nel suo testo Dell’elettricismo …, pubblicato a Venezia nel 1746, dove “schiffosa” sta evidentemente per ostica da comprendere. La troviamo riportata nello splendido saggio di Alessia Castagnino che chiude il volume, in cui si parla di varie figure di divulgatori in vari campi della scienza attraverso pubblicazioni rivolte a un pubblico non specialista. Evidentemente, noi che pensavamo che quest’attività l’avesse inventata Piero Angela, ci sbagliavamo. La Castagnino si mantiene fedele all’oggetto del suo saggio – la capacità di divulgare la scienza – anche nello stile narrativo che è brillante e comprensibile a tutti, nonostante si parli, tra l’altro, di un argomento non proprio gettonato come la storia sociale e culturale delle traduzioni. Brava.
Ma cominciamo dall’inizio, ossia dal saggio che apre il volume, quello di Enrico Zucchi, il quale riesce ad essere anch’egli avvincente parlando del fatto che le idee di bellezza e di estetica letteraria in Arcadia, non si discostino molto da quelle in voga durante la precedente epoca Barocca.
Passando agli altri saggi, una serie di rilievi di tipo archivistico relativi alla dinamica delle commissioni, unitamente a considerazioni di tipo stilistico e tecnico (emerse in sede di recenti restauri, consentono a Giulia Daniele di identificare François Simonot (1660-1731) tra gli artisti intervenuti nella Loggia di Galatea presso villa Farnesina alla Lungara a Roma.
Una magnifica storia di collezionismo e incisioni è quella tratteggiata da Dario Beccarini in cui sono citati diversi personaggi dei quali viene voglia di approfondire le vicende, come nel caso dell’artista Irene Spilimbergo (1538-1559) “… che in far di paesi, tanto in disegno, quanto in colorito, passò tutti i discepoli di Titiano”. A un certo punto compare persino “il mio Brugola”, che altri non è se non Abraham Brueghel (1631-1697), per non parlare di “Ciarlone” David e di Alberto Duro (a voi scoprire di chi si sta parlando). Non manca un aneddoto divertente come quello che vede coinvolto padre Sebastiano Resta (1635-1714) il quale straccia per dispetto alcuni disegni, pentendosene poi amaramente.
Il saggio di Elisa Spataro analizza la figura del pittore di paesaggio attraverso l’opera Cours de peinture di Roger de Piles (1635-1709), critico d’arte, pittore e uomo politico, mentre quello di Camilla Pietrabissa introduce il concetto di “natura urbana”. Si tratta di un nuovo approccio alle arti visive dopo l’abbattimento delle mura di Parigi, iniziato nel 1760 e la conseguente creazione di un rapporto diverso, potremmo dire di interdipendenza, tra città e campagna. Il saggio della Pietrabissa indaga il rapporto tra disegnatori, incisori, editori e il pubblico dei fruitori (amatori e collezionisti) tra la fine del XVII secolo e l’inizio del successivo.
Ovviamente, ha destato particolare interesse il saggio di Aurora Laurenti, ma qui si ha gioco facile visto l’argomento trattato. Si parla infatti della relazione tra le novità introdotte dalle incisioni francesi in materia di arredi lignei, principalmente intagliati, e alcuni cantieri torinesi, sottolineando però come il recepimento dei modelli d’Oltralpe venisse elaborato attraverso un lessico originale.
Al di là di quest’ultimo saggio, attinente, come già evidenziato, a molti degli argomenti trattati in questo sito, per chi studia il mobile antico nella sua stagione “d’oro”, comprendente l’epoca Barocca e buona parte del Settecento, tutti i saggi contenuti nel volume consentono di allargare lo sguardo al contesto culturale e sociale al fine di comprendere diverse manifestazioni dello stesso gusto.
Ciò può valere anche per un saggio così specifico come quello di Giovanni Santucci dedicato a un’opera poco nota di Daniel Defoe intitolata A Tour … (1724-1727). Il celebre scrittore inglese – a cui non si potevano certo attribuire simpatie per le monarchie assolute o per i “papisti” – opponendosi allo stile classicista che si stava imponendo in Gran Bretagna, si fa promotore dello stile Barocco per esaltare la magnificenza della Corona e della società britannica e anche della chiesa anglicana.
In qualche altra occasione, ci siamo espressi in modo critico nei confronti dei volumi che fossero la raccolta di saggi, ma, in questo caso, il loro valore è tale da dissipare qualsiasi perplessità.
Inoltre, basta leggere il curriculum degli autori riportato in fondo al libro, per non parlare della curatrice.
Sempre in fondo al libro troviamo una serie di apparati che vorremmo trovare in qualunque testo scientifico degno di questo nome: indice delle illustrazioni, bibliografia e indice dei nomi, oltre che agli abstract in inglese di ciascun saggio.
Un’ultima considerazione: si legge tra le righe un entusiasmo che trova manifestazione tangibile, anzi leggibile, nei ringraziamenti – non certo di maniera – rivolti dagli autori a vari funzionari (conservatori, ecc.) che li hanno supportati nella ricerca.

PER ACQUISTARE
natura-e-artificio-nell’europa-del-seicento-e-del-settecento-michela-di-macco-olschki-firenze-2023