Lucia Tongiorgi Tomasi, Ritratti, libri, giardini. Sebastiano del Piombo, Ferdinando Colombo, Agostino Chigi, 216 pagine formato 24 x 17, Olschki, Firenze 2021, euro 25,00.

Chissà perché, ci si era messi in testa che Lucia Tongiorgi Tomasi fosse una giovane autrice, tra quelle che, con mille difficoltà, riescono finalmente a pubblicare un proprio lavoro.
Abbiamo scoperto con piacere che la Tongiorgi Tomasi ha 82 anni (di cui non fa alcun mistero) e vanta un curriculum eccezionale (ci scusiamo per l’ignoranza).
Siamo stati ingannati perché il libro e molto originale e di straordinaria freschezza e rivela una notevole accuratezza nella ricerca e nella stesura. Ci ha colpito che l’autrice citi in una nota un dipinto messo in vendita all’asta nell’aprile del 2021, pochi mesi prima dell’uscita del libro, rivelando di aver atteso fino all’ultimo alla buona riuscita dell’opera.
Purtroppo, come spesso accade nelle pubblicazioni d’arte, numerosi dipinti citati non vengono mostrati in immagine e se ormai tutti non disponessimo di smartphone per veloci ricerche in rete, la narrazione perderebbe di efficacia.
Detto questo, il libro è bellissimo.
Certamente ha il merito di aver identificato Ferdinando Colombo, figlio dello scopritore delle Americhe, nel Ritratto di umanista di Sebastiano del Piombo che si trova nella National Gallery of Art di Washington. I primi capitoli sono dedicati a Sebastiano del Piombo e ai suoi rapporti con la famiglia Chigi a Roma; solo nel capitolo 7 fa la sua comparsa a Roma il giovane “umanista”, dando l’inizio a una sorta di biografia di Ferdinando Colombo, incentrata sui suoi vari interesse e in particolare su libri e giardini. La capacità dell’autrice di farci immergere nella Roma di inizio Cinquecento attraverso gli occhi dei protagonisti è prodigiosa. Scopriamo una vivacissima attività intellettuale, cosmopolita ed eclettica e un’attività editoriale di tale intensità da rivaleggiare (quasi) con quella veneziana.
Ferdinando viaggia in continuazione e le sue peregrinazioni lo portano nei Paesi Bassi e in Germania dove ha l’occasione di acquistare un numero considerevole di incisioni.
Alla fine, la scena si sposta a Siviglia, città definita la “nuova Roma”, in cui Ferdinando decide di farsi costruire una casa ornata di un giardino pieno di specie botaniche e destinata ad accogliere la sua raccolta di libri e stampe. Il capitolo a nostro avviso più bello è quello intitolato Ordinare la biblioteca, commissionare sculture, in cui si racconta di come Ferdinando tenti di dare ordine proprio alla sua raccolta.
Purtroppo, il corpus di stampe che aveva raggiunto il considerevole numero di oltre 3.000 fogli è andato disperso dopo la sua morte, mentre i libri, ridotti a circa 5.000 esemplari a seguito di vendite e depauperamenti di vario genere, si conservano nel Capitolo della Cattedrale di Siviglia.
Ma non è finita, nel libro trovano spazio appunti di iconografia colombina, l’attività di scrittore di Ferdinando, la descrizione degli effetti della scoperta del Nuovo Mondo sulla cultura europea e altro ancora.

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