Placche in maiolica di fine Ottocento ispirate ai prototipi della Pace rinascimentale
di Michael Riddick
Original english version [here]
Una placca in maiolica rappresentante l’Istituzione del Rosario, unica nel suo genere [Figura 1], basata su una pace devozionale (vedi oltre), è stata recentemente identificata sul mercato antiquario.

Figura 1. l’Istituzione del Rosario, maiolica cm. 42 x 24, Emilia o Veneto, XIX secolo, Boetto 17 Giugno 2025 n. 267.
Essa si collega a un’altra pace in maiolica della stessa bottega conservata al Museo Civico di Modena [Figura 2 al centro], riproducente una placchetta della Vergine col Bambino di Galeazzo Mondella (detto il Moderno) [Figura 2 a sinistra]. Mentre la pace in asta da Boetto è dipinta solo in azzurro su una base crema, la pace di Modena è dipinta dinamicamente in blu, giallo, verde e bordeaux. Tuttavia, un altro esempio della pace tratta da Moderno, solo in azzurro su fondo crema, è conservato al Victoria & Albert Museum [Figura 2 a destra].

Figura 2. Vergine col Bambino, (a sinistra) Moderno, bronzo, fine XV secolo (immagine di repertorio); (al centro) maiolica, Emilia o Veneto, XIX secolo, Modena, Museo Civico, inv. 1437; (a destra), maiolica, Emilia o Veneto, XIX secolo, Londra, Victoria & Albert Museum, inv. 635-1891.
L’acquisizione di questa pace in maiolica da parte del Victoria & Albert Museum fornisce un termine ante quem per la sua creazione prima del 1891.
Le paci in maiolica tratte dalla pace di Moderno sembrano discendere dallo stesso stampo di bottega, come si evince dall’appendaglia superiore di queste paci, non presente negli esemplari in bronzo noti in varie collezioni pubbliche e private.
Un’appendaglia simile compare anche nella pace raffigurante l’Istituzione del Rosario in asta da Boetto, oggetto di discussione (vedi ancora Figura 1), che suggerisce un’origine comune nella stessa bottega di maiolica.
Il rovescio della pace di Modena [Figura 3] presenta l’iscrizione: Monastero S. Antonio / Padova / 1590, che suggerisce l’origine del luogo in cui la fabbrica di maiolica acquisì il suo modello, ossia il convento di Sant’Antonio a Padova, il cui patrimonio include una quantità di altre importanti opere del Rinascimento e di periodi successivi, suddivise in vari musei, tra cui il Museo Antoniano istituito nel 1895.

Figura 3. Rovescio della pace in maiolica di cui alla Figura 2 (al centro), Emilia o Veneto, XIX secolo, Modena, Museo Civico inv. 1437.
Il “1590” sul rovescio della pace in maiolica è enigmatico.
Un pensiero immediato è che potrebbe rappresentare una data. Si ritiene che la pace originale del Moderno sia stata concepita nel 1490 (nota 1) e, come ha osservato il presente autore, fu prodotta ininterrottamente da suo figlio e dai suoi nipoti tra il 1528 e il 1535 (nota 2).
Il numero di quattro cifre potrebbe riferirsi a un numero di inventario all’interno della fabbrica di maiolica responsabile della sua fabbricazione. Se fosse una data, ci sarebbe da chiedersi se la stessa pace in bronzo fosse incisa con questa data, ma al momento non si conoscono esemplari di questa pace così datati (nota 3).
In alternativa, potrebbe riferirsi a un anno documentato di ricezione dell’oggetto nei registri del monastero, ma ciò sembra meno probabile.
Il retro della pace in maiolica raffigurante l’Istituzione del Rosario, qui in esame (vedi ancora Figura 1), presenta un’iscrizione simile: Monastero S. Zacaria / di Venezia / 1614, riferita alla Chiesa di San Zaccaria a Venezia [Figura 4].

Figura 4. Rovescio della pace in maiolica di cui alla Figura 1, Emilia o Veneto, XIX secolo, Boetto 17 Giugno 2025 n. 267.
Sulla facciata anteriore della stessa pace, al posto di quello che altrimenti sarebbe un fondo neutro nella parte inferiore del rilievo, è stato dipinto dal maiolicaro uno stemma che potrebbe forse riferirsi allo stemma della famiglia Contarini, una delle famiglie fondatrici di Venezia [Figure 5 e 6].

Figura 5. Particolare della parte inferiore della pace in maiolica di Figura 1.

Figura 6. Particolare dello stemma del vescovo Giuliano Contarini, Veneto, XVI secolo (vedi).
Il modello originale della versione in maiolica sopravvive infatti nella chiesa di San Zaccaria a Venezia e si identifica in una raffinata pace in argento [Figura 7].

Figura 7. l’Istituzione del Rosario, argento, Venezia, inizio XVII secolo, Venezia, chiesa di San Zaccaria.
Si tratta della pace devozionale citata all’inizio, scarsamente menzionata in letteratura.
A differenza della pace in maiolica che riproduce fedelmente la Vergine col Bambino di Moderno, la pace in maiolica raffigurante l’Istituzione del Rosario è in parte tratta dall’esemplare originale di San Zaccaria e in parte liberamente rielaborata da un artista attivo nella bottega di maiolica.
Ad esempio, i tratti della Vergine col Bambino sono stati rielaborati e presentano una scala più ridotta, mentre i capitelli in cima alle colonne sono stati modificati, così come i putti alati lungo il fregio dei loro plinti. Ciononostante, una conferma del ruolo della pace di San Zaccaria come modello principale per la bottega maiolicata si trova nella singolare testa del cherubino in cima al frontone, le cui caratteristiche sono coerenti a quelle della versione in maiolica [Figura 8].

Figura 8. A sinistra, Particolare della pace in maiolica di Figura 1; a destra, particolare della pace in argento di Figura 7.
La stessa testa del cherubino nel modello in argento è molto probabilmente una sostituzione successiva, forse spezzatasi in qualche momento della sua storia.
Il disegno originale della testa di questo cherubino è presente su una rifusione in bronzo della pace di San Zaccaria, conservata alla National Gallery of Art di Washington [Figure 9 e 10].

Figura 9. l’Istituzione del Rosario, bronzo, Veneto, XVII secolo, Washington, National Gallery of Art, DC, inv. 2002.102.2.

Figura 10. Particolare della pace in bronzo di Figura 9 (confronta con particolari della Figura 8).
La pace della National Gallery presenta le stesse caratteristiche silhouette della pace in argento originale, ma aggiunge intenzionalmente una cesellatura per evidenziare i dettagli più fini che potrebbero essere andati perduti nella traduzione in fusione dal prototipo.
Mentre la cornice è un’invenzione unica dell’argentiere responsabile della pace di San Zaccaria, la composizione centrale, raffigurante l’Istituzione del Rosario, è adattata da un modello esistente che doveva circolare a Venezia durante l’ultimo quarto del XVI secolo.
Una prova di ciò si osserva in una variante molto più comune del rilievo, inserita in una cornice ovale alternativa, probabilmente contemporanea. Questa versione precedente presenta una maggiore presenza della composizione lungo i margini, altrimenti perduti nella pace d’argento di San Zaccaria. Questo rilievo è scarsamente discusso nella letteratura sulle placchette e, a conoscenza dell’autore, è stata approfondito solo da Charles Avery, che cita un esempio conservato presso il Museo Civico di Amadeo Lia (nota 4).
Avery ha notato la particolarità della composizione, ovvero Maria che porge una collana di perle a San Domenico, in riferimento alla visione della Vergine da parte di quel santo. La scena presenta anche Santa Caterina da Siena, anch’essa spesso associata al Rosario e anch’essa descritta come avente avuto una visione della Vergine. Avery si è chiesto se la composizione potesse essere stata originariamente commissionata dai Domenicani qualche tempo dopo la battaglia di Lepanto del 1571 (nota 5).
Tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, il monastero di San Zaccaria era abitato da un ordine benedettino di suore, il che suggerisce che queste ultime non fossero coinvolte nella commissione originale di questa composizione, ma dovessero apprezzarne il soggetto per via della loro dedizione alla Vergine del Rosario, il che ne giustifica ancora la presenza sulla pace di San Zaccaria.
Sebbene esistano numerosi esempi di questa versione dell’Istituzione del Rosario in collezioni ecclesiastiche, private e pubbliche (nota 6), la fusione più rimarchevole di questo rilievo apparteneva in passato a Julius Böhler ed è oggi conservato al Metropolitan Museum of Art di New York [Figura 11].

Figura 11. l’Istituzione del Rosario, bronzo, Venezia, 1575-1600 circa, New York, Metropolitan Museum.
Questo esemplare deve essere molto vicino all’originale, in quanto presenta un campo aperto nella parte superiore della scena, modificato in calchi successivi, come le teste di putti alati che fiancheggiano la parte superiore della pace di San Zaccaria o in calchi successivi e più grezzi della versione ovale, che integrano angeli aleggianti sopra la scena.
Sebbene la pace di San Zaccaria in argento risalga probabilmente all’inizio del XVII secolo, non è noto se i numeri sul retro della versione in maiolica (1614) riflettano una presunta data di origine. Data l’assenza di punzoni o date incise sulla pace d’argento, si deve presumere che i numeri utilizzati sulle riproduzioni in maiolica riflettano molto probabilmente i numeri di catalogo o di inventario interni alla bottega.
Queste interessanti paci in maiolica potrebbero avere avuto origine nella regione Emilia-Romagna durante l’ultimo terzo del XIX secolo, e presentano colori e modanature dettagliate, caratteristici del rinnovato interesse del periodo per questo antico stile di lavorazione della ceramica.
Sebbene queste paci in maiolica moderne rappresentino un’eccezione nella letteratura sulle placchette, va notato che esistono altri esempi precoci di questa pratica, come una pace in maiolica dipinta che riproduce il Cristo morto sorretto da Maria e Giovannino del Moderno, probabilmente realizzata a Deruta nel XVII secolo (nota 7).
Altre due placchette di grande diffusione popolare furono tradotte in maiolica, come una Pietà attribuita a Jacobus Cornelis Cobaert, riprodotta su due pannelli a rilievo di un grande tabernacolo in terracotta invetriata conservato al Museo Castello del Buonconsiglio di Trento (nota 8) e una placchetta anonima raffigurante la Madonna con il Bambino e San Giovannino, riprodotta anch’essa a Deruta alla fine del XVII secolo per un’acquasantiera in maiolica [Figura 12].

Figura 12. Vergine col Bambino e san Giovannino, (a sinistra) Moderno, bronzo, fine XV secolo (immagine di repertorio); (a destra) maiolica, Deruta, fine XVII secolo, Hampel, 17 maggio 2003 n. 147.
Un trattamento simile è testimoniato su un’acquasantiera in maiolica portoghese del XVIII secolo che riproduce una plaquette spagnola di grande diffusione raffigurante l’Ecce Homo (nota 9).
NOTE
[1] Douglas Lewis (1989): The Plaquettes of ‘Moderno’ and His Followers in Studies in The History of Art, vol. 22, National Gallery of Art, Washington, DC, pp. 105–07 e Francesco Rossi (2006): Placchette e rilievi di bronzo nell’età del Mantegna, Mantova e Milano. Skira, no. 32, pp. 53-56.
[2] Michael Riddick (2023): Moderno & Artisti Associati. Associazione tra figlio e nipoti di Galeazzo Mondella (marzo 2024) [Leggi].
[3] Un esemplare datato 1490 si trovava nella collezione di Alfred Higgins, offerto all’asta di Christie’s il 29 gennaio 1904, lotto 47 e acquistato dal collezionista Paul Garnier.
[4] Charles Avery (1998): Bronzetti, Placchette, Medaglie, catalogo del Museo Civico Amedeo Lia, La Spezia, p. 280, no. 199.
[5] Ibid.
[6] Un altro esemplare si trova nelle collezioni berlinesi (inv. 1382) e altri erano sul mercato privato, tra cui uno precedentemente appartenuto al presente autore e altri offerti da Christie’s il 7 luglio 2015, lotto 533 e da Koller attorno al 2013-2014. Una variante del rilievo, in cui il soggetto sostituisce la sua elaborata cornice con una cornice a gradini con un anello di sospensione rotondo – comunemente utilizzata in Spagna da diverse botteghe provinciali – è nota tramite un esemplare al Museo Lázaro Galdiano e sul mercato dell’arte, come uno precedentemente appartenuto a Guillaume Convert in Francia e due offerti in vendita a un’asta Koller (vedi sopra) e a un’asta di Alcalá Subastas nel 2013.
[7] La pace presenta una sommità arcuata e in passato aveva una maniglia. Sembra utilizzare l’intera impronta di una pace in bronzo come modello.
[8] Ringrazio Neil Goodman per avermi segnalato questo fatto (comunicazione via e-mail, 2014).
[9] Database dell’autore.
Luglio 2025
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