Piccolo gruppo in avorio di soggetto incerto

della Redazione di Antiqua 

Tra i tanti oggetti proposti dal mercato antiquario senza troppe cerimonie e senza un adeguato corredo di spiegazioni, capita ogni tanto di imbattersi in opere di particolare rarità.
Nello specifico, parliamo di un piccolo avorio intagliato in cui si vede, sulla sinistra per chi guarda, una figura che sembra quella di una giovane e, sulla destra, un vecchio barbuto che si appoggia su un bastone; alla base, si trovano tre personaggi barbuti, seduti e disposti in sequenza (Figura 1).

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Figura 1. Scena tratta dalle Sacre Scritture, avorio, altezza cm. 16, Francia o Germania, inizio del XVI secolo.

La scarna didascalia che accompagnava l’immagine identificava il soggetto come Personaggi della Bibbia e considerava l’avorio un manufatto francese dell’inizio del Cinquecento.
Il fatto di non aver avuto l’opportunità di esaminare l’oggetto dal vero, rende arduo leggere alcuni particolari che sarebbero potuto risultare decisivi ai fini di una corretta interpretazione del soggetto raffigurato. Per quanto riguarda l’epoca, trascurando l’ipotesi di un falso ottocentesco – apparentemente scongiurata dall’aspetto esterno dell’oggetto, con particolare riferimento alle venature (nota 1) – l’analisi stilistica lo rende compatibile con una datazione tra la fine del periodo Gotico nella sua fase ritardataria e l’inizio della fase rinascimentale. Pertanto, la collocazione temporale all’inizio del Cinquecento sembra del tutto plausibile.
Quanto all’origine geografica, pur in assenza di precisi elementi di confronto, si è tentati di estenderne la provenienza all’area germanica.

Natività
Una prima ricerca per immagini ha consentito di rintracciare manufatti raffiguranti la Natività, come il rilievo in avorio di forma cilindrica, definito arte francese o tedesca del XVI secolo, in cui si vede Giuseppe che si appoggia al bastone e Maria con in braccio il Bambino; sulla destra si intravede uno dei personaggi adoranti – gli altri restano nascosti – che potrebbero essere pastori o i Magi. La montatura in argento con putti che sorreggono l’avorio viene dichiarata di epoca posteriore [Figura 2].

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Figura 2. Natività, avorio, altezza cm. 9,5, Francia o Germania, XVI secolo. Montatura in argento di epoca posteriore (XIX secolo?), Cambi 3 maggio 2016 n. 180.

Appare evidente che è l’assenza del Bambino a portarci a escludere che il soggetto raffigurato nell’avorio di Figura 1 sia anch’essa una Natività, pur in presenza di un anziano barbuto che si appoggia a un bastone e di una giovane (?), considerando anche che i personaggi collocati nella parte bassa sono comodamente seduti e non inginocchiati in atto di adorazione.
Abbiamo discusso molto al nostro interno e sollecitato i pareri di alcuni esperti che si sono espressi senza reticenze, riducendo, per ora, a due le ipotesi interpretative.

Gesù tra i dottori
La maggior parte delle opinioni converge nel ritenere che la scena raffigurata nell’avorio di Figura 1 rappresenti Gesù tra i dottori. L’episodio si trova nel Vangelo di Luca (Lc 2, 41-50) e narra di come Gesù dodicenne, recatosi per la prima volta a Gerusalemme con i genitori, si fosse trattenuto per tre giorni, presso il tempio, a discutere con i dottori della legge.
Contro questa decifrazione giocano alcuni argomenti. In primo luogo, la figura di sinistra, se si tratta di Gesù, non appare quella di un dodicenne, oltre a presentarsi – se la vista non inganna – con il capo velato; in secondo luogo, c’è sproporzione tra il vecchio barbuto e gli altri dottori.
Sempre nell’ambito dell’interpretazione della scena come Gesù e i dottori, è stata avanzata un’ipotesi suggestiva, ossia che i due personaggi in piedi siano Maria e Giuseppe, tornati a Gerusalemme a cercare il figlio dopo essersi accorti che non faceva parte della carovana (che nel frattempo era ripartita per portarli a casa). E Gesu?
Si troverebbe in un bassorilievo in avorio mancante, posto in sequenza con il primo, che lo vedrebbe attorniato da altri dottori, presumibilmente seduti in posizione speculare rispetto a quelli della prima scena. Per comprendere questo assunto, si veda il celebre affresco di Giotto in cui la parte riquadrata in verde, dove si vedono chiaramente Maria e Giuseppe che indicano Gesù, corrisponderebbe alla scena rappresentata nella Figura 1 [Figura 3].

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Figura 3. Giotto, Gesù tra i dottori, 1300-1305, Padova, Cappella degli Scrovegni.

Che il nostro avorio fosse preceduto da un pendant è plausibile, meno convincente che entrambi facessero parte della decorazione di un cofanetto. Infatti, piuttosto che la tessera da applicare a una superficie piana, in genere a forma di mezzo cilindro, vagamente piramidale e rastremato verso l’alto (nota 2), l’avorio in questione presenta la disposizione piramidale tipica della scultura lignea di ambito tedesco con le figure eseguite ad alto rilievo.
Non a caso, a rappresentare questo concetto, abbiamo scelto l’immagine di una scultura tedesca dell’inizio del XVI secolo, raffigurante il medesimo soggetto [Figura 4].

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Figura 4. Gesù tra i dottori, legno di quercia dipinto, Germania (Basso Reno), inizi XVI secolo, New York, Metropolitan Museum.

Come si sarà potuto notare, la disposizione dei personaggi nella scultura di Figura 4, riscontrabile in diverse rappresentazioni della stessa scena in ambito tedesco – scolpite, ma anche dipinte o incise (nota 3) – è confrontabile, verticalità a parte, con quella scelta da Giotto circa due secoli prima, ma del tutto diversa da quella che ritroviamo nell’avorio di Figura 1, pur trattandosi di un manufatto della stessa epoca e dello stesso ambito. In altre parole, si ha la sensazione che uno scultore in avorio tedesco (o francese) dell’inizio del XVI secolo, se si fosse proposto di rappresentare Gesù tra i dottori, non l’avrebbe realizzato così.

L’annuncio a Sara ovvero l’ospitalità di Abramo
Del tutto alternativa è l’ipotesi che vorrebbe riconoscere in Sara e Abramo i due personaggi centrali dell’avorio e la scena nell’episodio narrato in Genesi 18 (1-15) in cui tre angeli, sotto le spoglie di viandanti, si presentano ad annunciare la prossima gravidanza della donna.
In questo caso, Sara sarebbe il personaggio di sinistra, una donna molto bella nonostante l’età avanzata.
L’identificazione in Abramo del personaggio al suo fianco è forse la più convincente. Egli sovrasta tutti in altezza e questo è compatibile non solo con il fatto che fosse di dieci anni più vecchio di Sara (Genesi 17, 17), ma soprattutto con la sua statura di patriarca. Abramo regge un bastone che è uno degli attribuiti di Giuseppe, ma proprio con in mano un bastone egli viene raffigurato in un capitello del Duomo di Parma [Figura 5].

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Figura 5. Capitello, XI secolo, Parma, Duomo.

Rispetto all’interpretazione dell’avorio come l’annuncio a Sara, potrebbero risultare controverse le figure dei tre uomini barbuti seduti su scranni che più si addicono ai dottori del Tempio piuttosto che ad angeli, quali si vedono nel capitello di parma illustrato in Figura 5.
Tuttavia, proprio nella tradizione franco-tedesca – fedele al testo biblico che non parla di angeli, ma di “… tre uomini stavano in piedi presso di lui [Abramo]” – si preferisce talvolta illustrare l’episodio dando loro le sembianze di semplici viandanti, spesso barbuti [Figure 6 e 7].

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Figura 6. Hans Holbein il Giovane (1497-1543), L’ospitalità di Abramo, incisione, 1539, tratto da Icones Historiarum Veteris Testamenti, Joannem Frellonium, Lione 1547 (fonte: Visual Midrash, Tali Foundation).

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Figura 7. L’ospitalità di Abramo, incisione, Germania o Francia, inizio XVI secolo (?) (fonte: Alamy).

I tre personaggi barbuti, collocati alla base dell’avorio di Figura 1 sono seduti come quelli che si vedono nell’incisione di Figura 7. Inoltre, per quanto sia possibile intuire dall’unica immagine disponibile, pare abbiano in mano delle focacce, così come recita il testo biblico: “Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: Presto, tre staia di fior di farina, impastala e fanne focacce” (Genesi 18, 6). Come si è potuto notare, in tutte le raffigurazioni di questo episodio di Genesi, Sara è sempre defilata, mentre nell’avorio la sua posizione è rilevante.

Il gesto della mano e il libro
Proviamo ora a testare le due proposte di interpretazione dell’avorio con riferimento a due particolari che riguardano il personaggio di sinistra: il gesto della mano destra aperta e la (presunta) presenza di un piccolo libro tenuto con la mano destra contro il petto.

La mano aperta
Per quanto riguarda il gesto della mano, una mano alzata, di solito appoggiata sul petto, aperta e con il palmo rivolto verso l’esterno, può simboleggiare l’accoglienza di un ordine (nota 4).
Tuttavia, il medievista francese Jean-Claude Schmitt, nel redigere la voce Gesti per l’Enciclopedia dell’arte Medioevale (Treccani, 1995), indicava “… le mille e una maniera di alzare e aprire la mano” tra i gesti che si possono prestare a significati equivoci se non si considera il contesto (nota 5).
Tutto ciò premesso, se la figura di sinistra nell’avorio fosse Gesù tra i dottori, la mano destra aperta, con il palmo proteso in avanti potrebbe indicare un gesto interlocutorio, tipico di chi è impegnato in una disputa.
Se invece si trattasse di Sara, potrebbe essere interpretata come un gesto sia di obbedienza al volere di Dio, sia di stupore di fronte a un annuncio tanto inaspettato quanto incredibile, oppure di allontanamento da sé, quasi a voler respingere la promessa di un figlio. Infatti, sebbene dalle Scritture apprendiamo che la prima reazione di Sara è stata di ilarità (Genesi 18, 12-13), potrebbe essersi prodotto in lei lo stesso turbamento che caratterizza Maria di fronte all’angelo nell’Annunciazione (nota 6).

Il libro
Con uno sforzo prova di presbite, è forse possibile verificare che Sara tenga con la mano sinistra un piccolo libro accostato al petto, gesto che abbiamo provato a riprodurre con risultati non del tutto soddisfacenti, sia sul piano dell’aderenza al modello, sia sul piano dell’ottenimento di una posizione naturale [Figura 8].

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Figura 8. Tentativo di riprodurre dal vero il gesto della presunta Sara nell’avorio.

Qualora di libro si tratti, esso è meno compatibile con Sara di quanto non lo sia riferito a Gesù tra i dottori. Si veda, ad esempio, il dipinto di Martin Schongauer (1448-1491) che si trova a Colmar presso il Museo Unterlinden [Figura 9], anche se Gesù è in genere intento a sfogliare le Sacre Scritture, mentre quello dell’avorio sembra un piccolo libro di preghiere (nota 7). Si noti, ancora una volta, l’iconografia di Gesù assiso su un trono, in posizione sopraelevata rispetto ai dottori, diffusa in ambito franco-tedesco.

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Figura 9. Martin Schongauer, Gesù tra i dottori, olio su tavola, Colmar, Museo Unterlinden (fonte: Getty Images).

L’unica immagine che siamo stati in grado di reperire di Sara con in mano un testo, per altro tenuto con la mano destra, è un’icona che si collega alla tradizione ortodossa dove Sara è venerata come santa. Detto per inciso, troviamo anche la mano protesa con il palmo aperto, anche se si tratta della mano sinistra [Figura 10].

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Figura 10. Cristina Capella, Santa Sara, icona, XX secolo (fonte: Mirabileydio).

Si tratta tuttavia di un’invenzione moderna, perché non abbiamo trovato alcuna corrispondenza in alcun esemplare antico (nota 8), quindi risulterebbe azzardato proporre che l’avorio possa aver attinto da questa iconografia.

Conclusione
Tirando le somme di tutto quanto precede pro e contro le diverse ipotesi – comunque utile per mettere in campo gli argomenti e i riferimenti che è stato possibile raccogliere – pare di poterci appena sbilanciare a favore di un’interpretazione del soggetto raffigurato nell’avorio come L’annuncio a Sara, lasciando però la questione totalmente aperta anche a eventuali contribuiti che saremmo lieti di ricevere.

NOTE

[1] In via teorica, nemmeno si può escludere del tutto l’intaglio postumo di un avorio antico, come dimostrano alcuni manufatti prodotti in Europa centrale nel corso del XIX secolo utilizzando frammenti di zanne fossili di mammuth.

[2] Si vedano le immagini di numerosi cofanetti e altri manufatti prodotti in avorio dalla famiglia veneziana, titolare di una celebre bottega attiva a partire dalla fine del XIV secolo.

[3] Si veda, ad esempio, l’incisione di Israhel van Meckenem il Giovane (1445-1503), tratta da Hans Holbein il Vecchio (1460-1524) [Figura A]. Rispetto al gruppo ligneo di Figura 4, sullo sfondo compaiono Maria e Giuseppe, i quali prima si accingono a entrare nel Tempio (a destra in alto) e, una volta entrati (a sinistra in alto), individuano Gesù.

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Figura A. Israhel van Meckenem il Giovane (da Hans Holbein il Vecchio), Gesù tra i dottori, incisione, fine XV-inizio XVI secolo, Washington, National Galley of Art.

[4] Sul sito Musainquietante.it, si veda l’articolo Pillole iconografiche: l’eloquenza dei gesti [Leggi] che riprende il libro Le voci delle immagini. Pillole iconografiche del Medioevo di Chiara Frugoni (Einaudi, Torino 2010).

[5] [Leggi].

[6] Per altro, un gesto così consono a Maria annunciata, esclude che il personaggio raffigurato nell’avorio sia Maria stessa – come ipotizzato sopra, in una variante “laterale” della proposta Gesu davanti ai dottori – perché non avrebbe alcun senso nel contesto che la vede giungere nel Tempio con Giuseppe in cerca di Gesù.

[7] Nella voce wikipedia Ritrovamento di Gesù al Tempio, si legge: “Dal XII secolo Gesù è spesso seduto su un grande trono, talvolta con un libro o un rotolo di pergamena”.

[8] Nel Manuale di arte sacra del Monte Athos del monaco athonita Dioniso da Furnà, dedicato alle tecniche dell’iconografia bizantina e postbizantina, manoscritto compilato durante il primo trentennio del XVIII secolo e stampato in varie edizioni dall’Ottocento in poi, di Sara si dice solo che doveva essere rappresentata come una vecchia (Manuale …, traduzione di Giovanna Donato Grasso, Pentagora, 2014p. 114 n. 131). La frase “Motivo di lieto riso mi ha dato Dio” fa riferimento alla risata di Sara nell’apprendere della sua prossima maternità, come già riferito sopra  (Genesi 18, 12-13).

Si ringraziano (in ordine di “consultazione”) Guerrino Lovato, scultore e studioso di iconografia, don Andrea Piloti, studioso di iconografia sacra e curatore di mostre d’arte sacra, Arturo Biondelli, studiosi di arredi con particolare riferimento a quelli sacri, e Liliana Canziani, studiosa di icone.

Aprile 2024
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