Impugnatura un bronzo in stile giapponese

della Redazione di Antiqua 

L’oggetto che ci viene proposto di esaminare è veramente strano. Si tratta probabilmente di un’impugnatura raffigurante sulla fronte una figura dell’estremo Oriente e sul retro una scritta in caratteri anch’essi orientali, alla base della quale si legge chiaramente la scritta Campodonico Milano [Figura 1 A e B].

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Figura 1. Fronte e retro di un’impugnatura in bronzo, altezza cm. 7, peso gr. 120, collezione privata.

La ricerca è partita proprio da qui, consentendoci di individuare la ditta Kumoki di A. Campodonico che aveva sede a Milano in Passaggio Centrale.
L’abbiamo dedotto da un opuscolo offerto in rete, firmato A. M. Gobbi Belcredi (nota 1) e intitolato Una tipica industria giapponese. Le perle coltivate, estratto di Le vie d’Italia e del Mondo, periodico del Touring Club Italiano dell’aprile 1936 [Figura 2].

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Figura 2. A.M. Gobbi Belcredi, Una tipica industria giapponese. Le perle coltivate, da Le vie d’Italia e del Mondo n. 4 aprile 1936, Touring Club Italiano.

Sotto il titolo si legge: “Omaggio della Ditta Kumoki di A. Campodonico Perle Coltivale – Milano – Passaggio Centrale, 8 (Via Armorari) – Tel. 85.771”. Si vede anche l’impressione di un timbro in cui è possibile leggere: “Kumoki Japan-Italia. Perle coltivate. F.lli Bozzo via XX Settembre 247-49-51 – Tel. 56.167 Genova” e ancora “Guaranteed to be cultivated Kumoki Japan-Italy”.
Evidentemente, la ditta Kumoki aveva sede principale a Milano, ma operava con delle succursali a Genova, e probabilmente anche in Giappone (nota 2).
Non abbiamo più dubbi guardando attentamente la scritta sull’impugnatura che è appunto Kumoki, realizzata con un carattere che vorrebbe imitare quelli giapponesi, esattamente come avveniva in alcune edizioni del libretto della Madama Butterfly di Giacomo Puccini [Figura 3].

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Figura 3. Frontespizio del libretto della Madama Butterfly di Giacomo Puccini, illustrazione di (Alfredo) Montalti, 1903, Editore Ricordi, Milano 1904.

La figura che compare dalla parte opposta rispetto alla scritta rappresenta Kannon, divinità buddista meglio nota con il nome cinese di Guanyin. Ne traiamo la definizione dal sito del Museo d’Arte Orientale E. Chiossone di Genova come segue: “Kannon personifica la compassione ed è una delle divinità più popolari del buddhismo. Le origini del bodhisattva non sono chiare, ma la maggior parte degli studiosi sembra essere d’accordo nel collocare l’origine di Kannon in India intorno al I/II secolo d.c. La venerazione di Kannon in Giappone iniziò intorno alla fine del VI secolo, quando il Buddhismo arrivò nel paese dalla Cina e dalla Corea. Il termine Sino-giapponese Kannon significa “ascolto vigile” e viene tradotto con “colui che vede e sente tutto”. Infatti, il compito di Kannon è ascoltare le preghiere e i lamenti delle persone in difficoltà. Un altro nome per Kannon è Kanzeon, “colui che osserva sempre” (nota 3).Qui di seguito, si possono una raffigurazione di Kannon di provenienza giapponese [Figura 4] e una della Guanyin cinese [Figura 5], che secondo la tradizione hanno quasi sempre carattere femminile, diversamente dalla tradizione indiana.

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Figura 4. Kannon, bronzo cloisonné, altezza cm. 40, Giappone, periodo Meiji (1867-1912), fonte Drouot.

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Figura 5. Guanyin, bronzo, altezza cm. 26, Cina, XVIII-XIX secolo, mercato antiquario.

Nelle due immagini precedenti, i personaggi tengono tra le mani un rotolo di sutra (aforismi), mentre il personaggio raffigurato sull’impugnatura (vedi ancora Figura 1a) regge una zucca che serviva nelle celebrazioni sacre come ampolla e fa parte degli otto simboli sacri del buddismo.

Il Passaggio Centrale dove aveva sede la ditta Kumoki esiste ancora, anche se il civico n. 8 non è più rintracciabile. È una galleria coperta che mette in comunicazione le vie Armorari, Orefici e Cantù nel pieno centro di Milano; prima si chiamava Passaggio Orefici e il suo assetto attuale risale al 1906. Lo mostriamo in una fotografia d’epoca, dove si vedono diverse botteghe [Figura 6] e come si presenta oggi [Figura 7].

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Figura 6. Passaggio centrale a Milano a inizio Novecento.

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Figura 7. Passaggio Centrale a Milano oggi (fonte urbanfile).

Riferendosi all’oggetto di Figura 1, si è sempre parlato finora di impugnatura e, francamente, non si riesce a dargli una diversa collocazione. È presumibile fosse completata da una lama in avorio o, ancora più verosimilmente, in madreperla e che costituisse un gadget sponsorizzato dalla ditta Kumoki con cui fare un omaggio alla clientela migliore.

NOTE

[1] Quasi certamente il nome corrisponde alla professoressa Anna Maria Gobbi Belcredi, autrice di numerose pubblicazioni in campo storico, artistico ed etnografico.

[2] Le perle coltivate sono state inventate da Kokichi Mikimoto alla fine dell’Ottocento per poi divenire una florida industria in tutto il Giappone.

[3] Vedi


Ringraziamo Graziana Canova, esperta di Giappone e Irene Di Paola, esperta di Cina, per la loro preziosa collaborazione.


Febbraio 2024
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