Cassettone lombardo di metà Settecento a marqueterie

della Redazione di Antiqua

Ci è stato segnalato un cassettone lombardo, databile al terzo quarto del XVIII secolo, denominato “a urna” oppure “alla veneta” (nota 1), caratterizzato da una lastronatura a rombi che non rientra nel lessico tipico dell’allora Ducato di Milano, così come il piano “a vassoio”, ossia con i bordi lievemente rialzati [Figure 1 e 1bis].

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Figura 1. Cassettone, Lombardia, terzo quarto del XVIII secolo, collezione privata (in restauro presso Simone Guarracino, Milano).

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Figura 1bis. Particolare del piano del cassettone di Figura 1.

Questo particolare tipo di marqueterie (nota 2) è di origine francese e la si trova negli ambiti regionali italiani che maggiormente subiscono l’influenza della Francia, come il Piemonte e l’Emilia, nonché a Roma dove le influenze straniere sono molteplici.
Si veda l’esempio di un cassettone a ribalta offerto sul mercato antiquario, per il quale viene indicata una provenienza tra Modena e Reggio Emilia [Figura 2, nota 3],

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Figura 2. Cassettone a ribalta, Modena-Reggio, metà circa del XVIII secolo, mercato antiquario.

Nonostante quest’ultimo riferimento all’ebanisteria emiliana, non vi sono dubbi che il cassettone di Figura 1 sia lombardo.
Valga per tutti il confronto con un cassettone transitato nella galleria dell’antiquario modenese Camellini, profondo conoscitore dei mobili della sua zona, con un’attribuzione certa alla Lombardia [Figura 3].
Si noti, in particolare, la forma dello spigolo e i piedi a zoccolo caprino.

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Figura 3. Cassettone, Lombardia, terzo quarto del XVIII secolo, mercato antiquario.

Mostriamo un altro cassettone con caratteristiche simili [Figura 4]. I piedi sono dello stesso tipo, mentre la divisione della fronte in tre cassetti di uguali dimensioni, fa sì che lo spigolo non si restringa nella parte alta, come nei due precedenti. Ciò che rende questo mobile di ambito inequivocabilmente lombardo è il nastro intarsiato e filettato che disegna un motivo “a farfalla”, in altri esemplari reso con le cornicette ebanizzate oppure con il gioco della radica di noce (come, ad esempio, nel cassettone di Figura 3).

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Figura 4. Cassettone, Lombardia, terzo quarto del XVIII secolo, Christie’s 25.11.99 n. 684.

Procediamo mostrando un cassettone che presenta lo stesso impianto, ma una curiosa ornamentazione incentrata su due ovali che scandiscono la fronte e intarsi di vario genere [Figura 5].

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Figura 5. Cassettone, Lombardia, terzo quarto del XVIII secolo, Finarte asta 928 n. 319.

Quest’ultimo mobile può essere messo in stretta relazione con due altri, già pubblicati su questo sito (nota 5), dei quali si scriveva potessero appartenere a un ambito lombardo sudo-ccidentale che poteva “avere in Cremona una sorta di epicentro”, ma comprendente alcune zone limitrofe, tra cui il Piacentino.
In quella stessa sede si scriveva che “… i piedi in massello a zoccolo caprino che spuntano dalla gamba lievemente incurvata e lastronata” facevano pensare al Piemonte (nota 6).
Ritroviamo la stessa impostazione di decoro del primo cassetto, con due cerchi alternati a riserve, rilevabili nel mobile di Figura 5, in un cassettone a ribalta, caratterizzato da un solo ovale al centro della fronte, dallo stesso spigolo e dagli stessi piedi [Figura 6, nota 7].

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Figura 6. Cassettone a ribalta, Lombardia, terzo quarto del XVIII secolo, Finarte maggio 2010 n. 928.

Una volta sancita definitivamente l’origine lombarda del cassettone di Figura 1 per la forma, possiamo documentare che anche la lastronatura a marqueterie non si presenta come un caso isolato nella produzione della Lombardia nel Settecento, come dimostra un cassettone a ribalta battuto in asta nel 2004 [Figura 7].

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Figura 7. Cassettone a ribalta, Lombardia, terzo quarto del XVIII secolo, Semenzato luglio 2004 n. 49.

Possiamo quindi concludere che il cassettone in esame, è stato prodotto nella Lombardia sud-occidentale, in un ampio ambito territoriale che risente degli influssi dell’ebanisteria francese mediati sia dal Piemonte sia dall’Emilia tramite Parma e Piacenza (nota 8).

NOTE

[1] Si veda la riproduzione anastatica dell’articolo Il cassettone lombardo alla veneta [Leggi].

[2] Il termine francese marqueterie indica genericamente l’intarsio, ma qui viene inteso, in senso più stretto, come accostamento di legni tagliati e accostati in modo tale da formare una decorazione geometrica. Talvolta, per analogia con il decoro dei pavimenti lignei, si parla di parqueterie, dando origine alla discutibile definizione di mobile “parchettato”.

[3] Graziano Manni pubblica un nobile del tutto simile attribuendolo a Bologna (G. Manni, Mobili in Emilia, Artioli, Modena 1987, pp. 324-325 n. 292).
Si veda anche, in questo sito, l’articolo Ebanisteria parmigiana del Settecento. Il mobile di corte ritrovato (ottobre 2016) [Leggi].

[4] Alla relazione stilistica tra mobili modenesi e lombardi e alla sua possibile spiegazione speriamo di dedicare presto un contributo.

[5] Si veda l’articolo Mobili piacentini, cremonesi o … Parte II (giugno 2017) [Leggi], ivi Figure 4 e 5. Nel suo volume del 2011, Lucien Zinutti pubblica un cassettone di questo genere attribuendolo a Pavia (L. Zinutti, Il linguaggio del mobile antico, Devanzis, Treviso 2011, p. 213). Interpellato in proposito, non ricorda con precisione il motivo di questa attribuzione, però ne ribadisce la pertinenza stilistica (comunicazione del 29.3.2022).

[6] Secondo Claudio Cagliero, esperto di mobili piemontesi, questa particolare forma di piede a zoccolo allungato si può anche riscontrare in Piemonte, ma non è peculiare. Anche quel tipo di marqueterie non è particolarmente diffusa, se non come imitazione della Francia; lo stesso dicasi per il piano a vassoio.

[7] Anche questo mobile si inserisce nel “dibattito” suscitato nell’articolo citato nella nota 5 e in quello che lo precede, ivi richiamato.

[8] Senza allontanarci troppo dall’ambito sopra identificato, segnaliamo un cassettone a ribalta decorato a rombi, transitato sul mercato delle aste nel 1994 con un’attribuzione a Mantova, del tutto plausibile in considerazione delle forme ricorrenti nell’ebanisteria di quella provincia. Ci si riferisce alla scantonatura della fronte, alla forma dei piedi e al profilo modanato ai lati dell’asse della ribalta che prosegue sul piano superiore [Figura A].

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Figura A. Cassettone a ribalta, Mantova, metà circa del XVIII secolo, Il Ponte 25-27.10.1994 n. 243.

Marzo 2023

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