Angelo Bettinazzi e famiglia, ebanisti del Settecento nell’Alto Mantovano

di Andrea Bardelli e Arturo Biondelli

La scoperta di un artefice come Angelo Bettinazzi va al di la del semplice arricchimento, con un nuovo nominativo, di un’ipotetica nomenclatura degli artefici del legno nel Mantovano.
Con Angelo Bettinazzi, infatti, possiamo identificare con certezza un esponente di quel modo di decorare gli arredi, incentrato sulla sequenza di formelle intagliate a rilievo nel massello, considerato tipico dell’ebanisteria mantovana, sia sacra, sia profana (nota 1).
In realtà Angelo Bettinazzi non era ignoto alla critica per alcuni suoi lavori, solo che è stato tramandato come Bettinardi (nota 2). Questo contributo, quindi, oltre che ad arricchire il suo catalogo di opere d’ebanisteria, costituisce anche un risarcimento sul piano anagrafico per Angelo e per la sua famiglia. Angelo, infatti, era figlio d’arte.
Il padre Faustino, figlio di Giovanni Battista, era falegname ed era nato a Remedello Sopra (Bs) nel 1670, essendo morto nel 1742 a 72 anni (nota 3). L’unica opera che di lui conosciamo è l’arredo completo della sagrestia della parrocchiale di Redondesco (Mn) [Figura 1], realizzata nel 1732, come si legge nel Libro dei Battesimi della stessa parrocchiale (nota 4).Vedi Appendice documentaria, Documento 1.

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Figura 1. Faustino Bettinazzi, Bancone in noce, 1732, Redondesco (Mn), chiesa parrocchiale di san Maurizio, sacrestia.

Che Faustino sia il padre di Angelo e che la mamma sia Angela Bonomi lo ricaviamo dell’atto di battesimo dello stesso Angelo, nato a Remedello (Bs) in data 26 ottobre 1702 a Remedello e ivi battezzato il giorno successivo (nota 5). Detto per inciso, la madre Angela non risulta essere imparentata con i Bonomi di Cavriana (Mn), autori di numerosi lavori d’arte lignea (nota 6).
E’ probabile che il trasferimento della famiglia da Remedello a Redondesco, dove Faustino esegue la sagrestia di cui sopra, sia avvenuto attorno agli anni Venti del Settecento, poiché è lì che Angelo, ventiquattrenne, si sposa con Maria Baldini nel 1726 (nota 7).
Dieci anni dopo, nel 1736, Angelo firma la sua prima opera nota: il bancone con alzata della sagrestia di Mariana Mantovana (Mn) [Figura 2].

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Figura 2. Angelo Bettinazzi e fratelli, Bancone in noce, 1736, Mariana Mantovana (Mn), chiesa parrocchiale della B.V. Assunta, sacrestia (foto di Benito Pellizzoni).

Il padre Faustino è anziano e morirà qualche anno dopo a Redondesco, il 30 dicembre 1742 all’età di 72 anni (nota 8). Accanto ad Angelo compaiono quindi i suoi fratelli, come denuncia la scritta a inchiostro (parzialmente nascosta dalla ferramenta) sull’interno della terza anta da sinistra dell’alzata: “ANGE FRATTELI BETTINAZZI F. L’AN. 1736” [Figura 3, nota 9].

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Figura 3. Particolare del mobile di Mariana (Figura 2) con la firma degli artefici (foto di Benito Pellizzoni).

Le ricerche circa l’identità di questi fratelli ha permesso di individuarne due, sebbene in via ancora ipotetica: Giambattista e Domenico.
Per quanto riguarda il primo, di Giambattista non si conosce il luogo e la data di nascita e di morte (ricerche anagrafiche condotte sia a Remedello, sia a Redondesco non hanno fornito risultati), né esiste alcun documento che confermi il fatto che fosse figlio di Faustino e fratello di Angelo.
Vi sono però alcuni indizi: il fatto che Giovanni Battista era il nome del padre di Faustino, quindi del suo presunto nonno e che Giambattista era falegname. Nel 1757, infatti, egli stipula in contratto per l’esecuzione della porta maggiore della parrocchiale di Cereta (Mn) insieme a Giovanni Manerba (nota 10). Vedi Appendice documentaria, Documento 2.
Quest’ultimo, un falegname di Volta Mantovana, viene pagato, sempre a Cereta, anche per la modifica di un armadio per i paramenti (nota 11).
La presenza di Giambattista a Cereta, dove, come vedremo, lavora anche Angelo qualche anno prima, costituisce un ulteriore indizio che fosse effettivamente suo fratello.
Il secondo fratello, poiché di almeno due si doveva trattare, potrebbe essere Domenico.
Domenico è documentato a Redondesco, la patria acquisita dei Bettinazzi, dove nel 1734 battezza la figlia Prudenza e dove muore nel 1764 a cinquant’anni, come recita l’atto di morte (nota 12). Essendo quindi nato circa nel 1714, di dodici anni più giovane di Angelo, è plausibile che gli facesse da aiutante.
Tornando ad Angelo Bettinazzi, è assai presumibile che, attorno al 1743, da solo o in compagnia dei fratelli, abbia eseguito anche i due banconi con alzata che si trovano nella sagrestia della parrocchiale di Acquanegra sul Chiese (Mn) [Figura 4].

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Figura 4. Angelo Bettinazzi (e fratelli?), Bancone in noce, Acquanegra sul Chiese (Mn), chiesa parrocchiale di san Tommaso Apostolo, sacrestia.

Le consonanze stilistiche ed esecutive con il bancone di Mariana sono evidentissime, riscontrabili soprattutto nelle formelle intagliate a rilievo sulla fronte dei mobili [Figure 5 e 5 bis].

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Figura 5. Formella del mobile di Mariana (Figura 2).

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Figura 5 bis. Formella del mobile di Acquanegra (Figura 4).

Inoltre, presso l’Archivio storico di Mantova, si conserva un documento relativo all’eredità Navarolla di Acquanegra, nel quale si parla di un “cassa banco novo di noce fatto per riporre li paramenti della cappellania e ornamenti dell’altare come da boletta 22 ottobre 1743”. Non si fa il nome di Angelo Bettinazzi, ma si parla di una spesa “Per viaggio a Mariana de’ signori superiori della compagnia per visitare un banco…” (nota 13). E’ facile supporre che il banco di Mariana sia quello dei Bettinazzi del 1736 e che la delegazione di Acquanegra si sia recato a vederlo.
Nel 1752 Angelo Bettinazzi realizza il coro della parrocchiale di Redondesco [Figura 6], come si deduce dalle annotazione del prevosto don Faustino Ghirardi nel libro dei Battesimi (nota 14). Vedi Appendice documentaria, Documento 3.

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Figura 6. Angelo Bettinazzi, Coro in noce, 1752, Redondesco (Mn), chiesa parrocchiale di san Maurizio.

L’anno successivo, il 1753, Angelo Bettinazzi è presso la parrocchia di Cereta di Volta Mantovana, dove viene pagato per aver “accomodato” un confessionale. Il riferimento “alli marangoni da redondesco” fa pensare che, accanto ad Angelo, vi fossero i fratelli o almeno uno di essi (nota 15). Vedi Appendice documentaria, Documento 4.
Il confessionale in questione è quello in cornu evangeli, fatto da autore ignoto nel 1714 per la chiesa di Cereta esistente prima di quella attuale (ricostruita dalle fondamenta negli anni sessanta del XVIII secolo), come risulta da una annotazione fatta nello stesso Libro della spesa:Adì 24 ottobre 1714, speso nel confessionario ” (nota 16).
Un nuovo confessionale gli viene commissionato ex novo nel 1754 per essere collocato nella nicchia in cornu epistolae [Figura 7].

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Figura 7. Angelo Bettinazzi (e fratelli?), Confessionale, Cereta di Volta Mantovana (Mn), chiesa parrocchiale di san Nicola di Bari.

Le cimase poste nell’occasione su entrambi i confessionali rappresentano il tentativo di rendere il più possibile simile il primo al secondo che appare, in ogni caso, stilisticamente più tardo dell’altro.
Il lavoro gli viene pagato in due tranches: “adì 8 aprile, pagato al marangone di Redondesco […] Angelo Bettinazzi a conto del confessionario che fa per questa chiesa tutto di noce con intagli £ 150” (nota 17) e “adì 25 detto [giugno], pagato in saldo del confessionario qual vale in tutto £ 350; dato dico in saldo £ 200” (nota 18).
E’ questa l’ultima opera documentata di Angelo Bettinazzi.
Dopo essere rimasto vedovo nel 1757 ed essersi risposato lo stesso anno con una certa Barbara Anselmini (nota 19), Angelo muore a Redondesco il 14 novembre 1760 all’età di 58 anni (nota 20).

NOTE

[1] Per quanto riguarda la tipologia classica del mobile mantovano tra XVII e XVIII secolo, vedi diffusamente AAVV, Il mobile nel Mantovano, G.V.M.A.M. 1966).

[2] Mario Ragazzi, Redondesco, Mantova 1960, p. 89; ripreso in Maria Giustina Grassi, Mobili ed intagli in legno, Tesori d’arte nella terra dei Gonzaga, Mantova 1975, p. 110.

[3] Queste notizie si deducono da varie fonti: l’atto di battesimo del figlio Angelo, l’atto di matrimonio dello stesso Angelo e dal proprio atto di morte (Redondesco.Archivio Storico Parrocchiale – d’ora innanzi RED. ASP -, Morti 1717 – 1745).

[4] RED.ASP, Battesimo 1714-1735.

[5] Remedello Sopra. Archivio Storico Parrocchiale (d’ora innanzi REMS. ASP), Battesimi 1669 – 1770.

[6] A.Bardelli-A. e F.Biondelli-E.Zanotti, I Bonomi a Cavriana, protagonisti dell’arte del legno e dell’intaglio in terra mantovana, Civiltà mantovana, Mantova 2007.

[7] RED.ASP, Matrimoni 1726-1792.

[8] RED. ASP, Morti 1717 – 1745.

[9] Relativamente al mobile della sagrestia di Mariana non è stato reperito alcun documento.

[10] Mantova. Archivio Storico Diocesano (d’ora innanzi MN. ASD). Cereta, Libro della spesa e limosine, p. 75 verso e p. 76 verso.

[11] “Adì 4 ottobre 1758, pagato al Manerba della Volta per assi di piella n° 4 adoperate per allargare l’armario per li paramenti sacri …” (MN. ASD. Cereta, Libro della spesa e limosine, p. 81 recto).

[12] RED.ASP, Morti 1746-1794.

[13] Archivio Storico di Mantova, Corporazioni religiose soppresse, Busta 830, Confraternita dei Centurati, Libro dell’eredità Navarolla 1740-1790.

[14] RED.ASP, Battesimi 1736-1756, DOC. 5.

[15] MN.ASD. Cereta, Libro della spesa e minosine, p. 65.

[16] MN. ASD. Cereta, Libro della spesa e limosine, p. 2.

[17] MN. ASD. Cereta, Libro della spesa e limosine, p. 66.

[18] MN. ASD. Cereta, Libro della spesa e limosine, p. 67.

[19] RED.ASP, Matrimoni 1726 – 1792.

[20] RED.ASP, Morti 1746-1794.

Appendice documentaria

Documento 1
Sagrestia di Redondesco di Bettinazzi Faustino (RED.ASP, Battesimo 1714-1735, a cura del parroco Faustino Ghirardi)
11 marzo 1732
Quest’anno è pure stato ordinato di fare un armario o sij (ossia) bancho in Sagrestia per conservare tutti i paramenti ed arredi sagri della Chiesa; che in passato sono sempre andati a male per causa di non avere bancho commodo e capace e nella spesa vi concorsi anch’io per vedere fatta una fatura tanto necessaria.
18 maggio 1732
Dentro il mese di Maggio fu terminato per opera di Faustino Bettinazzi marangone con i suoi gienocchiatori per le preparazioni, nove ordini di casetoni e tre portacalici e cassetini con due portine fuori dei colonati il che tutto riuscirà a maggior gloria di Dio e commodo di questa Sagristia 19 maggio 1732.

Documento 2
Porta maggiore di Cereta di Manerba Giovanni e Bettinazzi Giambattista (MN. ASD. Cereta, Libro della spesa e limosine)
P. 75 verso:
Adì 12 luglio è seguito l’accordo tra li regenti di questa comunità e Giovanni Manerba e suo compagno Giambattista Bettinazzi, marangoni, della porta maggiore da farsi a aquesta chiesa nel prezzo di scudi settanta due e mezzo, con che essi marangoni ponghino tutto il legname sì di piela che di noce e tutti li chiodi bisognevoli, come da scrittura in filza qual somma sarà pagata da detti regenti”.
P. 76 verso:
Adì 27 ottobre è stata finita la porta maggiore fatta dalli marangoni Manerba e Bettinazzi come appare qui in dietro a c.54 alli quali marangoni sono stati pagati scudi settanta due secondo l’accordo e mezzo, come da scrittura già detta, qual porta è stata pagata da questi regenti della comunità, come sì tutti li ferramenti necessari per detta porta, cioè catenazzi, chiusura e chiave, come si due gangheri necessari, somma £ 583”.

Documento 3
Coro di Redondesco di Bettinazzi Angelo (RED. ASP, Battesimi 1736-1756, IV, serie D)
Nota 15 fra quelle poste alla fine del libro:
[1752] Questo anno pure si è fatto da me e dal clero il Choro dal marangone Angelo Bettinazzi
Nota posta in calce all’ultimo battezzato dell’anno 1752, dopo aver scritto “Finis anni 1752”
Anno di felice ricordanza fertilissimo di tutti i generi di frutti e perché in tal anno si fece da me e da sedeci de’ miei sacerdoti il choro nuovo con le sue sedie e ginochiatorij qual ora si vede, in cui la spesa a ne fu di [la spesa non viene annotata].

Documento 4
Confessionale di Cereta di Bettinazzi Angelo (MN.ASD. Cereta, Libro della spesa e liminosine, p. 65)
Adì 11 ottobre [1753], pagato alli marangoni da redondesco per aver accomodato il confessionario nel suo nicchhio alla parte destra, [in cornu evangeli], oltre le spese cibarie, avendolo ristretto oncie tre £ 31
Più speso in chiodi libbre 1 di ferlete £ 1”.

Prima pubblicazione: Antiqua.mi, marzo 2014

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