Crocifisso missionario cinese

della Redazione di Antiqua 

Ci viene proposto per un esame un crocifisso in bronzo, acquistato su una bancarella a Kharkhorin, antica capitale della Mongolia [Figura 1].

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Figura 1. Crocifisso, bronzo, cm. 21 x 15,4, Cina, XIX secolo.

Si presentava ricoperto da incrostazioni di terra ed è stato appena ripulito con uno spazzolino a setole morbide.
Sebbene rientri nella prassi dei falsari l’uso di ricoprire di terra gli oggetti per farli sembrare provenienti da uno scavo e quindi molto antichi, il crocifisso, una volta ripulito, denuncia uno stato di usura che fa escludere possa trattarsi di un manufatto moderno “trattato”.
La circostanza che la fusione sia stata realizzata con terre refrattarie, come si desume dalla conformazione del retro, e la presenza di un cerchietto per appenderlo (la cosiddetta “attaccaglia”) con quella particolare conformazione, fanno ritenere che l’oggetto sia da datare al XIX secolo.
Ciò che appare inconsueta è l’iconografia che mostra i dodici apostoli equamente distribuiti in gruppi di tre tra cimasa, terminali e piede della croce.
La presenza degli apostoli è rara poiché le figure che, più tradizionalmente, si accompagnano alla croce sono i quattro evangelisti e, variamente combinati, l’Eterno, i cosiddetti Dolenti (Maria e Giovanni), la Maddalena, il gabbiano e altri.
Vediamo gli apostoli in forma di colomba in un mosaico che si trova nell’abside della Basilica di San Clemente a Roma, ma è assai insolito trovarli in figura [Figura 2].

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Figura 2. Crocifisso, mosaico absidale con il Trionfo della Croce, XII secolo, Roma, Basilica di San Clemente (foto Anderson, Archivio Alinari, Firenze).

Abbiamo avviato un’ampia ricerca, individuando una serie di crocifissi di questo tipo, tutti moderni, e venduti in rete da siti commerciali cinesi. Ne forniamo alcuni esempi [Figure 3 e 4].

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Figura 3. Crocifisso, metallo (zama), cm. 15 x 9, Cina, XXI secolo (fonte AliExpress).

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Figura 4. Crocifisso, metallo (zama), cm. 12 x 9, Cina, XXI secolo (fonte Picclik, venditore cinese).

A parte alcuni esemplari realizzati in resine sintetiche, la maggior parte dichiara una composizione in kirsite, altrimenti definita zamak o zamac (in Italia zama), una lega leggera composta di vari metalli, tra cui zinco, alluminio, magnesio e rame.
Stranamente, questo tipo di crocifisso viene talvolta commercializzato dagli stessi siti in combinazione con un rosario definito “anglicano”, senza che questo contribuisca a fornisca indicazioni sull’origine di questa tipologia [Figura 5, nota 1].

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Figura 5. Rosario “anglicano” (fonte Etsy, venditore cinese).

In un sito di viaggi, è stato rintracciato il messaggio in cui un viaggiatore chiedeva notizie sulle possibili origini di un crocifisso in bronzo – molto simile a quello in esame – anch’esso trovato sulla bancarella di un mercato, ma a Shigatse in Tibet. Viene definito “antico” e “molto consumato dall’uso”, anche se dall’immagine non appare così antico, né particolarmente usurato [Figura 6].

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Figura 6. Crocifisso, bronzo, cm. 22 x 16, Cina, XIX secolo.

A questo punto, sia i ritrovamenti, sia le più recenti riproduzioni a scopo commerciale fanno convergere l’attenzione sulla Cina e, nello specifico, al mondo delle missioni cattoliche (nota 2).
Tra le tantissime tipologie di crocifisso che si distinguono per la loro destinazione, esiste anche il “crocifisso missionario” di cui forniamo due esempi (nota 3).
Il primo non ha particolari caratteri distintivi ed è stato così classificato e presentato in rete forse perché collegato a documenti relativi a un padre missionario francese (che si intravedono nell’immagine, sullo sfondo) [Figura 7].

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Figura 7. Crocifisso definito “crocifisso missionario cattolico”, bronzo, legno, metallo, Francia, XIX secolo (fonte Etsy).

Di maggior interesse è il secondo per l’iconografia che vede rappresentati la colomba dello Spirito Santo sulla cimasa, due profili (presumibilmente, quelli dei Dolenti, Maria e Giovanni) sui terminali e un del tutto insolito animale raggiato (forse un leone) sul piede della Croce che, se correttamente interpretata, fa pensare più all’Africa che al continente asiatico [Figura 8].

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Figura 8. Crocifisso definito “ricordo missionario francese”, bronzo, cm. 5, Africa o Francia, XIX secolo.

Sul retro si legge “Souvenir de Mission”, facendo pensare, in questo caso specifico – anche per le piccole dimensioni – a qualcosa di più simile a una medaglietta devozionale piuttosto che a un oggetto destinato alla liturgia [Figura 8bis].

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Figura 8bis. Retro del crocifisso di Figura 8.

Una certa “rozzezza” di esecuzione e il concetto stesso di “souvenir” suggerisce, in questo caso, una produzione autoctona, ossia eseguita nei luoghi dove la missione si svolgeva (nota 4).

Conclusioni
In base a tutto quanto precede, siamo propensi a ritenere che il crocifisso di cui alla Figura 1 sia di provenienza cinese e sia legato al mondo delle missioni, anche perché esso si presta a rappresentare, attraverso le immagini degli apostoli, l’attività di proselitismo propria dei missionari (nota 5).
Inoltre, proprio la particolarità del soggetto iconografico, non riscontrabile nei modelli europei, fa ritenere che la fusione e la stessa ideazione sia avvenuta in Cina, paese che vanta una tradizione millenaria nel campo della realizzazione di oggetti in bronzo.
Che poi lo stesso soggetto, incentrato sulle figure dei dodici apostoli, sia attualmente reperibile nel catalogo di una ditta italiana che vende articoli religiosi [Figura 9] è da imputare alla globalizzazione, quindi all’importazione di modelli dall’estero (Cina), piuttosto che alla reinterpretazione in chiave moderna di un prototipo appartenente alla nostra tradizione.

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Figura 9. Crocifisso, legno dorato e dipinto, XXI secolo.

NOTE

[1] Il rosario anglicano, usato da anglicani e anglo-cattolici, noto anche come “grani (o perle) da preghiera anglicani” oppure come “coroncina anglicana” è costituito da trentatré grani divisi in quattro gruppi di sette, intercalati da perle aggiuntive dette cruciforms che li separano (Leggi).

[2] Prendendo le mosse dal “rosario anglicano”, secondo alcune fonti adottato per la prima volta dagli episcopaliani (in pratica gli anglicani statunitensi), ma presente in altre tradizioni protestanti, abbiamo verificato che il crocifisso in questione fosse da collegare all’attività missionaria protestante in Cina. Non abbiamo avuto riscontri decisivi, sebbene il protestantesimo vanti un’attività missionaria piuttosto intensa in Cina, con alcuni personaggi di rilievo come il presbiteriano anglo-scozzese Robert Morrison (1782-1834), oppure come il battista inglese James Hudson Taylor (1832-1905) [Figura A].

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Figura A. Targa a ricordo della missione di James Hudson Taylor in Cina.

[3] Alcuni ordini religiosi creano crocifissi speciali da dare in dotazione ai loro missionari in occasione del conferimento ufficiale del loro mandato. Ne è un esempio la Croce missionaria che dal 2016 accompagna i missionari salesiani [Figura B].

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Figura B. Croce missionaria dell’ordine dei Salesiani, 2016.

[4] Inevitabile il pensiero ai famosi crocifissi del Congo prodotti a partire dal XVI secolo, ai quali vorremmo presto dedicare un contributo.

[5] Abbiamo chiesto informazioni su questa particolare tipologia di crocifisso al Museo Popoli e Culture presso il PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere), ma ci hanno cortesemente risposto di non poterci essere d’aiuto nella ricerca, alla luce delle loro conoscenze attuali.

Febbraio 2024

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