Dipinto raffigurante il Salvator Mundi

della Redazione di Antiqua 

Il dipinto su tela raffigurante un fanciullo con una sfera, propostoci per un esame, è stato acquistato come opera di ignoto pittore lombardo del Cinquecento [Figura 1].

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Figura 1. Pittore lombardo (?), Fanciullo con una sfera, XVI secolo (?), olio su tela, cm. 40 x 30, collezione privata.

Il proprietario ci ha scritto di aver trovato riscontro nella Fototeca della Fondazione Zeri presso l’Università di Bologna (fondazionezeri.unibo.it) in un dipinto identificato come Ritratto di fanciullo con una sfera, copia da Giorgione (1478 circa-1510) conservata a Milano nella Pinacoteca Ambrosiana.
Cominciamo da qui.
Il dipinto è schedato nel sito dell’Ambrosiana come Ritratto di giovane e considerato una copia “di buona qualità” da un originale di Giorgione andato perduto, senza specificarne la provenienza geografica [Figura 2].

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Figura 2. Ritratto di giovane, 1510-1520, olio su tavola, cm. 23 x 20, Milano, Pinacoteca Ambrosiana, inv. 89.

La stessa fonte specifica, che nei documenti di donazione alla Pinacoteca da parte del cardinale Federico Borromeo, il dipinto era attribuito ad Andrea del Sarto (1486-1531) e rappresenterebbe il Salvatore giovane con una palla in mano. Secondo la critica più recente “pare da escludere che si tratti di un soggetto religioso” ed è stato proposto di vedervi la raffigurazione di Paride giovinetto con in mano una palla d’oro, allusiva alla celebre mela d’oro “… o più semplicemente un anonimo paggio dai tratti giovanili, quasi infantili”.
Nel sito della Fondazione Zeri, l’opera viene schedata con il numero 35797 e riprodotta in bianco e nero del fotografo (Carlo) Brogi, attribuendola a un pittore anonimo del XVI secolo.
Nello stesso sito della Fondazione Zeri, sotto la dicitura Quattro versioni di un ritratto di fanciullo da un originale di Giorgione, si trovano altre tre opere dello stesso soggetto.
Assai simile a quello dell’Ambrosiana è un olio su tavola che si trova a Oxford (Regno Unito) presso la Collezione Strode, dopo essere transitato per la galleria Knoedler & Co. di New York (chiusa nel 2011); nell’archivio Zeri (scheda 35798) il dipinto viene classificato come opera di un anonimo pittore veneto del XVI secolo, ma viene registrata una (precedente) attribuzione a Domenico Mancini, attivo in area veneta all’inizio dello stesso secolo [Figura 3].

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Figura 3. Pittore veneto del XVI secolo (Domenico Mancini?), Ritratto di fanciullo con sfera, olio su tavola 24,1 x 21, Oxford, Collezione Strode-Jackson (fonte: fondazionezeri.unibo.it, scheda n. 35798).

Sempre ad anonimo pittore veneto del XVI secolo è attribuito olio su tela intitolato Ritratto di bambino, segnalato nel maggio 1986 in una con meglio identificata collezione privata milanese [Figura 4].

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Figura 4. Pittore veneto del XVI secolo, Ritratto di bambino, olio su tavola, misure n.i., Milano, collezione privata, (fonte: fondazionezeri.unibo.it, scheda n. 35773).

Notiamo una certa somiglianza con il dipinto di Figura 1 nella forma del viso, oltre che nel ciuffo al centro della fronte che caratterizza tutti gli esemplari fin qui considerati (e anche i prossimi).
L’assenza della sfera, a meno che non sia stata eliminata la parte inferiore del quadro, avvalora l’ipotesi di un semplice ritratto infantile.
Sicuramente il più interessante ai nostri fini, per la somiglianza ancora più marcata con il “nostro”, è un dipinto su tela segnalato sul mercato antiquario nel 1989 che il sito della Fondazione Zari classifica come Ritratto di fanciullo con sfera, attribuendolo ad anonimo del XVI secolo [Figura 5].

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Figura 5. Pittore del XVI secolo, Ritratto di fanciullo con sfera, dipinto su tela, cm. 69.9 x 92,6, Milano, mercato antiquario (foto Mario Perotti, fonte: fondazionezeri.unibo.it, scheda n. 35779).

L’immagine di Figura 5 è stata scattata dal fotografo Mario Perotti e sul verso della fotografia si legge sia una nota autografa di Federico Zeri “da Giorgione” che, come specifica la scheda, “non consente di precisare il nome o l’ambito dell’autore di tale copia”. Sempre sul verso, appare un titolo dattiloscritto: “Testa di Gesù bambino attribuita al Murillo”.
Ovviamente il riferimento è al pittore spagnolo Bartolomé Esteban Murillo (1617-1682), ma è assai probabile che questa scritta sia stata apposta dall’antiquario che nel 1989 aveva il dipinto in carico e non abbia nulla a che fare con le valutazioni di Zeri il quale, infatti, annota la derivazione da Giorgione, pur rinunciando all’identificazione di un preciso ambito di provenienza della copia.
Per quanto riguarda il soggetto, il fatto che il giovanetto abbia la testa raggiata aiuta a identificarlo, credo definitivamente, come un Cristo giovane in versione Salvator Mundi.
L’accenno a Murillo e la circostanza che il dipinto sia su tela e di dimensioni relativamente grandi, comunque maggiori di quelli precedenti, potrebbe far pensare a una copia del XVII secolo, ma nella schedatura della Fondazione Zeri si parla di un pittore del XVI secolo, ancorché anonimo.
Che il soggetto nella sua specificità sia ancora popolare in pieno Seicento è dimostrato da un dipinto attribuito alla religiosa e pittrice piemontese suor Orsola Maddalena Caccia (1596-1676), al secolo Theodora Caccia, figlia di Guglielmo Caccia dello il Moncalvo (1568-1625) [Figura 6].

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Figura 6. Orsola Maddalena Caccia, Salvator Mundi, 1620 circa, collezione privata (fonte: Everett Collection).

Saremmo quindi tentati di collocare anche il dipinto di Figura 1 nell’ambito di una produzione devozionale, tarda e di maniera, attribuendolo a un ignoto pittore dell’Italia settentrionale della metà circa del XVII secolo.
Tuttavia, una più attenta osservazione del dipinto rivela qualcosa di conturbante nello sguardo e una qualità esecutiva [Figura 1bis] che sembra riscattarlo da tante riproduzioni ripetitive.

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Figura 1bis. Dettaglio del dipinto di Figura 1.

Sarebbe auspicabile che il dipinto venisse sottoposto al parere preliminare di uno specialista e, successivamente, a una serie di analisi scientifiche non invasive al fine di accertarne epoca e stato di conservazione anche in vista di un restauro.

Settembre 2023

© Riproduzione riservata

Postscriptum [30 agosto 2023] Ad articolo impaginato, è giunta dal proprietario la notizia che, durante il restauro, una volta rimossa la foderatura, sono emerse sul retro della tela originale delle iniziali che si potrebbero leggere come “MP”, dipinte a pennello in colore celeste. Ci limitiamo per ora a fornire le immagini del dipinto dopo il restauro e un’immagine delle iniziali che potrebbero essere anche quelle del proprietario [Figure A e B].

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Il dipinto di figura 1 dopo il restauro e particolare del retro della tela con le iniziali MP (?).