Eugenio Imbert, collezionista e antiquario

della Redazione di Antiqua

A chi studia le placchette in bronzo, il nome Eugenio Imbert evoca immediatamente quello di un grande collezionista delle stesse, famoso per aver pubblicato, insieme a Giuseppe Morazzoni, il celebre catalogo del 1941 (nota 1).
Per contro, le notizie che si possono ricavare su di lui sono estremamente scarse.
Sappiamo che nacque a Napoli da Henry Imbert ed Eugénie Augustine Chaidon.
Suo fratello Alexandre, nato nella stessa città il 3 aprile 1865 era il maggiore quindi l’anno di nascita di “Eugéne” (che d’ora innanzi chiameremo Eugenio) si colloca successivamente. Gli altri due fratelli erano Federico (Fritz) e Jules (Giulio).
L’attività di antiquario fu intrapresa prima da Alexandre, titolare nel 1897 a Roma della Galerie A. Imbert / Objets d’art anciens et de haute curiosité / spécialité de tableaux des grànd maitres con sede a Palazzo Caffarelli in via Condotto n. 59-61, dove, tra il 1910 e il 1912, viene ricordato dall’archeologo e antiquario Ludwig Pollak (Praga 1868 – Auschwitz 1943) fra gli antiquari più attivi della città e grande esperto di maiolica italiana antica.
Anche Jules fece l’antiquario, però a Firenze in piazza Santa Trinita (nota 2) per poi spostarsi in via dei Fossi 24 che è da considerare la sua ultima sede prima che la sua collezione d’arte venisse dispersa nel 1928 presso la casa d’aste fiorentina Auctio (nota 3).
La fonte citata (vedi ancora nota 2) dice solo che “Eugène” fu antiquario a Milano in via S. Spirito 3 che, come vedremo, non fu la prima sede della sua attività.
Risulta quindi di grande interesse lo studio di alcuni documenti inediti che hanno fatto parte dell’archivio professionale di Eugenio Imbert  (vedi elenco in Appendice).
Esaminando i vari documenti che lo compongono cercheremo via via di mettere in luce la figura di Eugenio Imbert e la sua attività, con riferimento anche ad alcuni tra i tanti personaggi con i quali si è relazionato.
L’archivio è costituito in gran parte di fotografie a cui si accompagnano disegni, schizzi e alcune lettere.
Il padre era socio in una ditta fondata a Parigi nel 1854, la Cayron & Imbert, specializzata nella vendita di prodotti chimici e accessori per la fotografia e il trasferimento a Napoli era stato dettato dalla necessità di stabilirvi una filiale per l’Italia. È quindi probabile che tutti i figli, non solo Alexandre e Jules, avessero ereditato “… la passione e la perizia tecnica per la fotografia, strumento che si stava rivelando sempre più indispensabile” (Ricetti 2010, p. 44), ma anche Eugenio.
Il primo reperto (Appendice, Documento A) è un Album di fotografie che raccoglie un centinaio di cartoline postali formato cm. 13,5 x 8,5 recanti sul retro la scritta a CARTOLINA POSTALE – CARTE POSTALE “RAJAR”, databili presumibilmente agli inizi del Novecento (nota 4).
Le fotografie-cartoline raffigurano oggetti intagliati in stile barocco e barocchetto, molti dei quali dorati: cornici di vario genere, mensole, sedili, e altro. La maggior parte degli oggetti appare antica, ma qui e la spuntano oggetti allo stato “grezzo” che hanno l’aria di essere stati appena intagliati; in altra parte dell’archivio (vedi Appendice, Documento C/4.B.) si trova un grande disegno a matita ripassato a china o a tempera su carta lucido raffigurante un sostegno (a grandezza naturale?) con allegata immagine stesso oggetto realizzato del tutto simile a quello che compare allo stato grezzo nell’Album che stiamo esaminando [Figure 1, 2 e 3].

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Figure 1, 2 e 3. Sostegno in stile barocco, disegno, manufatto grezzo, manufatto finito (Archivio Imbert).

Tra gli inserti reperiti tra le pagine dell’Album troviamo una busta intestata in cui si desume che Eugenio Imbert è fornitore di vari membri della Casa Reale e la sua sede è in via Monte Napoleone 38, che è da considerare la prima sede della sua attività (nota 5).
La dimestichezza con le case regnanti e le committenze di alto livello sono “documentate” da una serie di ritagli di giornale (presumibilmente il settimanale Oggi come dimostrerebbe la presenza in uno scatto della giornalista Anita Pensotti) relativi a vari ambienti della residenza parigina del duca e della duchessa di Windsor (Wallis Simpson) [Figura 4]; è presumibile che alcuni degli arredi che si vedono siano stati forniti da Imbert.

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Figura 4. Ambiente della casa parigina dei conti di Windsor, ritaglio da rotocalco (archivio Imbert).

Il secondo reperto (Appendice, Documento B) è un altro Album che raccoglie immagini fotografiche di ceramiche, in prevalenza porcellane [Figure 5 e 6] eseguire dal fotografo Antonio Paoletti il cui timbro a secco “A. Paoletti, MILANO, VIA PANTANO 3” compare sulla maggior parte delle pagine (nota 6).

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Figure 5 e 6. Ceramiche (foto di Antonio Paoletti, archivio Imbert).

Su molte pagine Imbert ha apposto la sua etichetta con la scritta “E. IMBERT-ANTIQUARIO-MILANO-S. SPIRITO 3” [Figura 7].

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Figura 7. Etichetta con marchio ditta Imbert.

Assai corposo e ricco di informazioni è il terzo reperto (Appendice, Documento C), una cartella in cartone pesante di colore beige su cui è apposta un’etichetta riquadrata in marrone con dattiloscritto: Fotografie=Disegni=Schizzi=Letti varie epoche=Tavoli=Sediame=Mobili=Sagome cornici=ricami c/ rip gallone=Varie (nota 7).
Contiene una serie di cartelline intestate ad altrettante tipologie di arredi precedute da alcuni bei disegni acquarellati a mano [Figura 8] e dalla fotografia di una Galleria d’arte, presumibilmente la sua in via Monte Napoleone all’inizio del Novecento [Figura 9], recante sul retro il disegno a penna della testiera di un letto.

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Figura 8. Letto in stile Luigi XV, disegno (archivio Imbert).

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Figura 9. Galleria d’arte (Imbert?), fotografia (archivio Imbert).

All’interno delle varie cartelline compaiono i nomi di diverse ditte che sono entrate in relazioni d’affari con Eugenio Imbert.
Iniziamo dalla S. I. A. Società Industrie Artistiche, società anonima con sede a Firenze a Palazzo D’Elci in via del Presto di S. Martino 7, specializzata, come recita la sua carta intestata “Mobili in stile Veneziano – Imitazioni Antico (in stile Veneziano) – Riproduzioni – Restauri”.
In una lettera datata 18 novembre 1930 (Appendice, Documento C/3 già citato alla nota 5), il suo amministratore marchese Eugenio Gropallo (nota 8) propone “… due mobili a chinoiseries” specificando che sono “… eseguiti su fusto antico e che il letto siamo in grado di fornirvelo nelle dimensioni che ci indicherete”, allegando due fotografie di cui una risulta ancora spillata alla lettera [Figura 10].

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Figura 10. Società Industrie Artistice (SIA), Mobili in stile veneziano, 1930 circa (archivio Imbert).

Un altro nome che compare è quello di Giuseppe Colombo, una prima volta scritto G. Colombo a matita su un foglietto dattiloscritto relativo a un ordine di vari mobili (Appendice, Documento C/2) e poi sul retro della fotografia di un letto in stile Luigi XV dove è impresso il timbro: GIUSEPPE COLOMBO MOBILI E SEDIE […] Via Solferino n. 2 Meda Prov. Milano (Appendice, Documento C/7). Tra le tante ditte Colombo attive nel settore del mobile a Meda e nel Milanese, dove il cognome Colombo è assai diffuso, la ditta compare come Giuseppe Colombo & Figli, mobili e sedie, all’indirizzo di Via Solferino 2 a Meda (Milano) nell’Annuario industriale della Provincia di Milano del 1933 e in quelli successivi. Non compare invece nel volume di Luigi Asnaghi Le ditte di Meda iscritte alla Camera di Commercio di Milano dall’anno 1861 al 1820, pubblicato a Meda nel 2010, perché l’archivio da cui i dati sono stati ricavati conserva solo le cartelle delle ditte che avevano cessato l’attività entro il 31 dicembre 2020.
Nello stesso reperto (Appendice, Documento C/2) troviamo due interessanti documenti che testimoniano il modo di lavorare di Eugenio Imbert. Il primo è un bel disegno a matita acquarellato di una poltrona Luigi XV al quale è graffettata la fotografia dello stesso oggetto realizzato [Figura 11]; il secondo è il disegno, sempre a matita acquarellato, di una coppia di bergere Luigi XV, graffettato a una lettera dattiloscritta datata 7 Ottobre 1932 (già citata alla nota 5) e indirizzata a un non meglio identificato “Pregiatissimo Architetto” e si cita il disegno delle due poltrone dicendole “eseguite sullo stile del canape del quale mi ha rimesso fotografia” [Figura 12].

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Figura 11. Poltrona Luigi XV, disegno e fotografia (archivio Imbert).

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Figura 12. Bergere Luigi XV, disegno (archivio Imbert).

La lettera prosegue specificando che i due fusti possono essere fornite al prezzo unitario di 385 in nove e 355 in faggio (rispettivamente circa 400 e 370 euro attuali).
Evidentemente il non meglio identificato architetto aveva inviato la fotografia di un divano, presumibilmente antico, poi restituita chiedendo di produrre due poltrone en suite. Era seguita un’offerta con tanto di prezzi (assolutamente ragionevoli se confrontati con quelli odierni) corredata da un disegno, forse eseguito dallo stesso Imbert (a sua volta poi restituito). In caso di conferma, Imbert avrebbe girato l’ordine a uno dei tanti artigiani con cui collaborava.
Oltre al citato Colombo, Imbert si avvalse di numerosi artigiani tra cui alcuni intagliatori attivi a Bologna.
Il primo di cui sembra avvalersi in ordine di tempo è Oreste Federici di cui si hanno alcune lettere, la prima delle quali datata 29 ottobre 1928. Il documento più interessante è una carta intestata che riporta sul retro gli schizzi di due cornici con appunti manoscritti e misure. Sullo stesso foglio (fronte), Imbert dattiloscrive in rosso “Milano 1 Sett. 32”, sovrapponendolo a Bologna (prestampato) e sotto “Egregio sig. O. Federici, Le due cornici desiderate sono come gli schizzi che le rendo. Favorisca quindi farle eseguire al più presto …”; sul retro, dattiloscrive in rosso e sottoscrive: “Benissimo tutte e due, Milano 1 sett. 32” (Appendice. Documento C/4.A).
In questo caso è Federici, che si rivela un abile disegnatore, a proporre i progetti di cornici che Imbert approva. Dalla carta intestata si deduce che l’attività di Federici si svolgeva in via Magarotti 2 a Bologna [Figura 13].

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Figura 13. Oreste Federici, disegni di cornici (archivio Imbert).

Il “Laboratorio d’intaglio cornici, Ecc. è stato fondato dallo stesso Oreste Federici nel 1905 e continua tutt’oggi sempre a Bologna, ma a un altro indirizzo e con un’altra conduzione (nota 9).
È probabile che, in seguito, Imbert abbia iniziato a servirsi di un altro intagliatore Giulio Gotti di cui abbiamo alcuni disegni su carta intestata da cui risulta che il suo “Studio d’Intaglio e Doratura”, si trovava in via Collegio di Spagna 7 II a Bologna (Appendice. Documento C/4.A). Su questa bottega non è stato possibile reperire altre notizie.
I rapporti con Gotti, caratterizzati da una notevole confidenza da parte di Imbert cui fa riscontro un ossequioso rispetto da parte dell’artigiano, emergono da una corrispondenza risalente agli anni tra il 1938 e il 1940 (Appendice. Documento C/5).
Si parla a più riprese di due piani in marmo antico per i quali Imbert vorrebbe far intagliare da Gotti delle consolle anche se la cosa non lo convince del tutto. In data 3 luglio 1949 Imbert scrive: “L’indecisione di fare eseguire i sottotavoli trae origine dal fatto che spesso partendo da un oggetto antico ho avuto intenzione di completarlo con parte moderna, ma il risultato poche volte ha corrisposto la mia aspettativa”.
Non si capisce se i dubbi gli derivino dall’idea quanto piuttosto dalla scarsa fiducia nei confronti di Gotti, il quale gli invia alcuni disegni piuttosto belli [Figura 14] rivelandosi pieno di zelo, ma forse non particolarmente esperto.

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Figura 14. Giulio Gotti, disegni di console intagliate (archivio Imbert).

Scrive infatti: “In ogni modo se il lavoro non sarà conveniente farlo lo studio fatto mi è certamente stato utile” (11 luglio 1940). Imbert non gli lesina critiche e fa di tutto per metterlo di fronte alle difficoltà del lavoro (12 luglio 1940), ma Gotti insiste nel “proporsi” finché Imbert liquida la questione: “Il tuo studio mi ha presentato un tavolo con caratteristiche diverse da quelle che richiedo, e la tua di ieri, nella sua laconicità non può darmi quelle certezze che mi abbisogna” (13 luglio 1940).
La decisione di Imbert deriva anche dal costo dell’operazione che tra intaglio, doratura e trasporto viene quantificato di circa 5.000 lire, una cifra considerevole se si pensi che la famosa canzone dal ritornello “se potessi avre mille lire al mese” è stata scritta nel 1938 (nota 10).
I piani in marmo di cui si parla potrebbero essere simili a questo la cui fotografia è conservata nell’archivio Imbert [Figura 15], che vediamo poi inserito in un tavolino intagliato e dorato [Figura 16] (Appendice. FOTOGRAFIE).

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Figure 15 e 16. Piano in marmo e tavolino intagliato e dorato in stile barocco con il piano inserito (archivio Imbert).

Sempre a Bologna, Imbert si avvale anche del lavoro di Enea Stefani di cui abbiamo il disegno a matita e pastelli di una Croce gotica su velina cm. 49 x 37, recante sul retro il timbro Enea Stefani, Bologna, via S. Felice, 71 [Figura 17] (Appendice. Documento C/5).

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Figura 17. Enea Stefani, disegno di una Croce gotica (archivio Imbert).

Enea Stefani era il titolare di un laboratorio di argenteria da lui fondato nel 1909 in via San Felice (nota 11). Insieme al disegno di cui sopra, vi è un altro disegno a matita acquarellato di una Croce gotica firmato AB, quindi non riconducibile a Stefani.
Per entrambi, viene da pensare a quegli oggetti medioevali destinati ad essere proposti come autentici ai musei, soprattutto americani, di cui è purtroppo costellata la storia dell’antiquariato, ma non abbiamo alcun elemento per sostenerlo.
Spostandoci da Bologna a Firenze, troviamo due grandi disegni su carta lucido raffiguranti, rispettivamente, un orologio e una specchiera [Figura 18] recanti il timbro della ditta Cei Leone intagliatore doratore via dei Fossi 19 Firenze.

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Figura 18. Leone Cei, disegno di una specchiera intagliata (archivio Imbert).

La ditta, fondata nel 1902 esiste ancora allo stesso indirizzo (è solo cambiato il numero civico) e, come allora, è “specializzata in specchiere, applique, console, sedie e poltrone riprodotte con grande fedeltà rispetto a modelli antichi tratti da un archivio raro e ricchissimo” (nota 12).

Nell’archivio Imbert figurano nomi eccellenti come quello dell’architetto Achille Majnoni. Il timbro “Arch. Majnoni Palazzo Reale Milano” compare su un grande disegno a penna su carta raffigurante un letto con testiera e copriletto di gusto Luigi XIV [Figura 19]. Il disegno è contenuto in una cartellina intitolata “Ricami c/gallone p. coperte” (Appendice. Documento C/4.B) e ha fatto pensare di identificare con “gallone” un tipo di ricamo (vedi ancora nota 7).

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Figura 19. Achille Majnoni, disegno di letto (archivio Imbert).

Il marchese Achille Majnoni d’Intignano (1855-1935) era un frequentatore delle migliori famiglie milanesi presso le quali riceveva la maggior parte delle sue commesse professionali. Divenuto intimo di re Umberto I si occupa della sistemazione delle dimore reali alloggiando con la famiglia presso il Palazzo Reale di Milano come si deduce dal timbro (nota 13).
Un’altra ditta con la quale Imbert entra in contatto alla fine degli anni Quaranta del Novecento è la Rudolf Wendel Inc. con sedi a New York e Parigi, specializzata in quella che si definisce illuminotecnica, con riferimento all’illuminazione di opere d’arte, da qui il sottotitolo di “Artistic Lighting” che compare nella ragione sociale. Da una lettera spedita da Parigi nel gennaio 1949, un certo Todorovsky, manager della Wendel, parla di un proiettore che Imbert era evidentemente intenzionato ad acquistare (Appendice. Documento D/1). La ditta, fondata nel 1940, è ancora operativa come Wendelighting con sede in California (nota 14).

Nei documenti che appartengono a questo archivio di Eugenio Imbert compaiono altri nomi che non è stato ancora possibile identificare con certezza, come quello del “sig. Giulini”, probabilmente un membro della altolocata famiglia lombarda, che si legge su un foglietto manoscritto con note e misure su cui compare la scritta “Tavolo sig. Giulini” (Appendice. Documento C/2), oppure quello dello Zanotti, citato un paio di volte nella corrispondenza tra Imbert e Giulio Gotti (Appendice. Documento C/5) oppure ancora di Angelo Moneta, la cui firma figura sul retro del disegno firmato dall’architetto Achille Majnoni (vedi sopra).
Lo stesso dicasi per due che si suppone siano artefici del legno: un certo Brusadelli, il cui nome è segnato sul disegno di un tavolo di gusto inglese (Appendice. Documento C/1) e un certo sig. Camisasca a cui è indirizzato il terzo di tre fogli dattiloscritti, spillati tra loro, contenenti le istruzioni per l’esecuzione di un letto (abbozzato a penna sul primo foglio) (Appendice. Documento C/7) (nota 15).

NOTE

[1] E. Imbert – G. Morazzoni, Le placchette italiane. Secolo XV-XIX, Alfieri, Milano 1941.

[2] La maggior parte delle notizie sulla famiglia sono state tratte da: Lucio Ricetti (a cura di), 1909 tra collezionismo e tutela. Connoisseur, antiquari e la ceramica medioevale orvietana, Giunti, Firenze 2010 (pp. 43-48).

[3] Catalogo degli oggetti d’arte, quadri e mobili esistenti nel negozio di antichità del sig. Giulio Imbert, via dei Fossi, 25, Firenze 1928 (vendita dal 4 all’11.6.1928). Lo si trova elencato in: Giovanna De Lorenzi (a cura di), Cataloghi di collezioni d’arte nelle biblioteche fiorentine (1840-1940), Quaderni del seminario di storia della critica d’arte, n. 3, Scuola Normale Superiore, Pisa 1988 n. 1288.

[4] Sulla “ditta” Rajar non è stata condotta una ricerca approfondita. I molti esemplari di cartoline reperibili in rete sono databili agli inizi del XX secolo. Sulla storia della cartolina postale, introdotta in Italia nel 1873, si rimanda all’interessante voce di Wikipedia [Leggi].

[5] In data 18 novembre 1930, la S. I. A. Società Industrie Artistiche di Firenze spedisce una lettera, di cui diremo ancora, alla Spett. Ditta Imbert Milano Via Monte Napoleone 38 (Appendice, Documento C/3). Una lettera datata 7 ottobre 1932 è stata dattiloscritta su una carta intestata che testimonia la l’esistenza a quella data di entrambe le sedi, quella di via Monte Napoleone e quella di S. Spirito 3 (Appendice, Documento C/2). All’interno di una cartella in cartoncino leggero di colore verde chiaro (Appendice, Documento C/7), in terza di copertina, segno di un riuso, è applicata un’etichetta in cui si legge l’indirizzo di S. Spirito 3 e si vede un timbro con la data13 marzo 1935.

[6] Ai fotografi che hanno collaborato con Eugenio Imbert sarà dedicata una seconda parte.

[7] La scritta “ricami c/rip. gallone” e simili non è stato decifrata in modo soddisfacente. La definizione di gallone come guarnizione a nastro, tessuta o ricamata con fili di materiale prezioso (dizionari.repubblica.it) potrebbe essere coerente con alcuni disegni (Appendice, Documento C/4.B). Vedi anche didascalia alla Figura 19.

[8] Eugenio Gropallo (1896-1966), appartenente a una delle più antiche e conosciute famiglie dell’aristocrazia genovese. La sua presenza a Firenze si può spiegare col fatto di aver sposato Elena dei conti Ribotti, nobile famiglia fiorentina. Sulla S.I.A. non è stato invece possibile reperire notizie.

[9] Vedi

[10] Mille lire al mese pubblicato in singolo a 78 giri (retro Alba allegra) dalla Parlophon nel 1939, testo di Carlo Innocenzi e Alessandro Sopranzi (1938), arrangiamento di Pippo Barzizza.

[11] Vedi
La celebre ditta, trasferitasi in via Clavature 7, è fallita nel 2015 con istanza pronunciata in data 22 settembre (N. Barberini Mengoliu, Fallimento Stefani, l’arte dell’argenteria all’asta, Il Resto del Carlino,1dicembre 2015).

[12] Vedi

[13] Vedi

[14] Vedi

[15] Saremo grati a chiunque sarà in grado di fornirci notizie.

Si ringrazia Maurizio Cera, già responsabile del Dipartimento Arredi e oggetti d’arte della casa d’aste Finarte.

Appendice
Descrizione dei documenti provenienti dall’archivio professionale di Eugenio Imbert.

Documento A
Album fotografico copertina telata nera recante la scritta stampata ALBUM e un’etichetta scritta a mano E.D.L=, formato cm. 26 x 35, 32 pagine in cartoncino bristol grigio con tagli obliqui per ospitare 4 fotografie per foglio + due pagine (idem) all’inizio e alla fine.
Ciascuna delle 32 pagine ospita 4 fotografie formato cm. 13,5 x 8,5 dietro le quali si legge CARTOLINA POSTALE – CARTE POSTALE “RAJAR” numerate da etichette in carta preincollata bianca con bordo blu (di cui nell’ultima pagina si trova una piccola scorta).
In realtà solo 27 pagine su 32 contengono fotografie per un totale di 108 contrassegnate da altrettante etichette numerate; alcune mancanze (nn. 55, 73. 79. 85, 96); seguono 5 pagine vuote.
Le fotografie-cartoline raffigurano oggetti intagliati in stile barocco e barocchetto: cornici (1-38+67 e 68), caminiere (37, 39, 40), reggi lampade, torcere e simili (41-56), mensole (57-66), testiere di letti (69-72), sgabelli (73-85), sedie e poltrone (86-97), gueridon e console (98-105), orologio a torre (106), scultura (107).
Inserti
1
Appunti manoscritti (prezzi, schizzi)
2
Busta intestata
Stemma sabaudo
E. IMBERT
ANTIQUARIO DELLE R. R. CASE
S. M. IL RE D’ITALIA – S. M. LA REGINA MADRE
A. A. R. IL DUCA D’AOSTA -S. A. R. IL CONTE DI TORINO
(MILANO 3)
§38, VIA MONTE NAPOLEONE, 38
Indirizzata a Spettabile Banca Commerciale Italiana [BARRATO] (Ufficio Cambio)
Milano
Sulla busta compare la scritta con lapis marrone: “Foto in più”.
3
Fotografia di un letto in stile Luigi XV intagliato e di una mensolina (sul retro: disegno dello stesso con misure).
4
Disegno di un tavolo in stile Luigi XV.
5
Serie di ritagli di giornale rotocalco relativi a vari ambienti della residenza parigina del duca e della duchessa di Windsor (Wallis Simpson).

Documento B
Album fotografico copertina telata traslucida, formato cm. 22,5 x 30, 26 pagine (cartoncino marrone) numerate a matita; su ciascuna pagina una fotografia di ceramiche (porcellane) formato cm. 17 x 11, su alcuni fogli timbro a secco “A. Paoletti, MILANO, VIA PANTANO 3” e/o etichetta “E. IMBERT-ANTIQUARIO-MILANO-S. SPIRITO 3.

Documento C
Cartella in cartone pesante di colore beige dotata di un dorso telato e angoli rinforzati in carta, cm. 34 x 25 su cui è apposta un’etichetta riquadrata in marrone con dattiloscritto: Fotografie=Disegni=Schizzi (in rosso) Letti varie epoche= Tavoli=Sediame=Mobili= Sagome cornici=ricami c/ rip. gallone Varie. Contiene:
-Disegno a matita acquarellato di un letto del XVII secolo su cartoncino grigio, cm. 25 x 33 con marchio E. IMBERT – ANTIQUARIO – MILANO- M. NAPOLEONE 38 e note (misure sul retro).
-Disegno a matita acquarellato di un letto Luigi XV su cartoncino grigio, cm. 28,5 x 23 con marchio E. IMBERT – ANTIQUARIO – MILANO- M. NAPOLEONE 38, note e misure.
-Disegno a matita acquarellato di un letto Luigi XV su cartoncino grigio applicato su cartoncino vede chiaro, cm. 23 x 32,5 con marchio E. IMBERT – ANTIQUARIO – MILANO- M. NAPOLEONE 38.
-Fotografia cm. 20 x 27,5 databile tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo di una Galleria d’arte (presumibilmente la sua in via Monte Napoleone), sul retro: disegno a penna della testiera di un letto Luigi XV.

Documento C/1. Cartella in cartoncino leggero di colore grigio, cm. 28 x 23 con scritto a mano in rosso Tavoli (sulle facciate interne: disegno a matita di un tavolo), contenente:
*disegno a matita su cartoncino grigio cm. 15 x 30 relativo a un tavolo del XVII secolo, datato 23 OTT. 37 all’interno di un cerchio, “Con il lavoro, restituire il presente disegno” (dattiloscritto in rosso), appunti (tra cui l’indicazione “faggio grezzo”) e misure.
*disegni a matita di tavoli simili.
*disegni a matita di tavolini con piano in marmo incassato o sovrapposto con acclusa fotografia-cartolina “Rajar” con scritto a penna n. 47 (che non si trova nell’album Documento A).
*disegno a matita di un tavolo da pranzo inglese su cartoncino rigido beige cm. 28 x 38 piegato in due, contenente progetto di tavolo simile su carta da lucido
*Serie di disegni a matita di tavoli di gusto inglese e altro con misure e note; su uno di essi compare la scritta “Brusadelli”.
*3 fotografie e un disegno acquarellato di tavoli e altro (all’interno di un cartoncino piegato con la scritta “Tavoli te”).
*ritaglio di giornale.

Documento C/2. Cartella in cartoncino leggero di colore rosso, cm. 30x 23 con scritto a mano in rosso Canapè poltrone sedie, contenente:
*disegno a matita acquarellato di una coppia di bergere Luigi XV su cartoncino beige cm. 21,5 x 36 con marchio E. IMBERT – ANTIQUARIO – MILANO- M. NAPOLEONE 38, graffettato a una lettera datata 7 Ottobre 1932, intestata E. IMBERT MILANO 38, VIA MONTE NAPOLEONE 3, VIA SANTO SPIRITO. La lettera dattiloscritta (firmata) è indirizzata a un Pregiatissimo Architetto.
Trascrizione:
Pregiatissimo Architetto
Da Sua richiesta le fo tenere due disegni di due poltrone eseguite sullo stile del canape del quale mi ha rimesso fotografia. Le poltrone verrebbero eseguite in proprozioni, tenuto presente la sua raccomandazione “piuttosto sul piccolo”.
Potrei fornirle due fusti al prezzo unitario netto di:
in noce ……385
faggio …….355.
eseguite a regola d’arte e ben finite.
In attesa di Suo pregiatissimo riscontro a con distinta osservanza. dev/mo suo.
Accanto al disegno e alla lettera c’è la fotografia di un divano Luigi XV che ha solo qualche attinenza stilistica con le poltrone, contrassegnata dal numero 5148.
*disegno a matita acquarellato di una poltrona Luigi XV su cartoncino beige cm. 24 x 18, graffettato a una fotografia dello stesso oggetto realizzato.
*fotografia di una chaise longue, di una poltrona e di una console Luigi XV (disegno a matita di chaise longue e console sul retro).
*disegni di sedie con misure e note; su un foglietto manoscritto con note e misure compare la scritta “Tavolo sig. Giulini”; su un foglietto dattiloscritto relativo a un ordine di vari mobili si legge G. Colombo, scritto a matita.
*ritaglio di giornale.

Documento C/3. Cartella in cartoncino leggero di colore beige rosso, cm. 30 x 23,5 con scritto a mano in rosso Mobili (la cartella è in realtà un disegno a matita acquarellato raffigurante due credenze in stile barocchetto veneziano con appunti, uno dei quali recita “intaglio dei mobili che siano bassi”, e misure). Essa contiene:
*Lettera datata 18 novembre 1930 su carta intestata della S. I. A.
Società Industrie Artistiche
Anonima con sede a Firenze
Palazzo D’Elci, via del Presto di S. Martino 7
Mobili in stile Veneziano
Imitazioni Antico (in stile Veneziano) Riproduzioni – Restauri
Indirizzata a Spett. Ditta Imbert Milano Via Monte Napoleone 38
Firmata Eugenio Gropallo
Trascrizione:
Mentre Vi ringraziamo della cortese accoglienza fatta al ns. Amministratore Marchese Gropallo ci permettiamo compiegarvi due fotografie di alcuni oggetti di nostra produzione. Per incidenza Vi diremo che i due mobili a chinoiseries sono eseguiti su fusto antico e che il letto siamo in grado di fornirvelo nelle dimensioni che ci indicherete. Speriamo di poter iniziare anche con Voi come già con i Sigg. Rambaldi abbiamo fatto una buona corrente di affari ed in attesa dei Vostri ambiti comandi ben distintamente Vi salutiamo.
S:I:A:
Società Industrie Artistiche
L’Amministratore
Eugenio Gropallo
Spillata fotografia cm. 17 x 12 raffigurante un trumò e un orologio a colonna (scritte, misure e prezzi su retro).
*Disegni a matita su carta di vari formati di mobili del XVII secolo (armadi, ecc.).
*Disegno a matita su cartoncino beige di una etagere in stile Luigi XVI con note dattiloscritte, datato 17 DIC. 38 all’interno di un cerchio.

Documento C/4. Cartella in cartoncino marrone tagliata sul bordo con scritto a mano in blu Sagome cornici-ricami c/gallone – varie, contenete a sua volta:
A. Cartella in cartoncino ocra con profilatura prestampata, cm. 31 x 24, con dattiloscritto “Sagome di cornici” e “cornici” scritto a mano in rosso, contenente:
*Due disegni a matita acquarellati su cartoncino grigio (scritta: Scala 1:1 in basso a destra) (vedi Documento C/8, stessa scrittura).
*Lettera manoscritta datata 29 Ott. 28 su carta intestata Federici Oreste, Laboratorio d’intaglio cornici, Ecc., via Magarotti 2, Bologna, firmata Federici Oreste.
Trascrizione.
Ho letto la Sua lettera, credo di aver capito il tipo. In ogni modo devo dare una scappata a Milano dopo il 25 corrente e non mancherò di salutarla e così vedere la cornice. Per le tempere ho inteso (…) non sagomate e domani spero ricevere il pittore. Rispettosi saluti.
Sulla sinistra compare uno schizzo di cornice.
* Carta intestata Federici Oreste, via Magarotti 2, Bologna con diversi disegni cornici con l’appunto “Le parti lisce vanno laccate, le parti intagliate vanno dorate”; stesso stile in un disegno con vari tipo di cornici e alcuni appunti “Gandolfi”, “fiori”, “Sezione tipo albana”.
*Carta intestata Federici Oreste, via Magarotti 2, Bologna che riporta sul retro gli schizzi di due cornici con appunti manoscritti e misure.
Sullo stesso foglio (fronte), Imbert dattiloscrive in rosso “Milano 1 Sett. 32”, sovrapponendolo a Bologna (prestampato) e sotto “Egregio sig. O. Federici, Le due cornici desiderate sono come gli schizzi che le rendo. Favorisca quindi farle eseguire al più presto. Conto questo mese avere il piacere di rivederla, Si abbia i miei più distinti saluti”. Sul retro, dattiloscrive in rosso e sottoscrive: “Benissimo tutte e due, Milano 1 sett. 32”.
*Carta intestata Gotti Giulio-Studio d’Intaglio e Doratura, Via Collegio di Spagna 7 II Bologna con disegni a penna di cornici (all’interno del foglio piegato in due: disegni a penna di altre cornici).
*Disegno a matita su carta di una sagoma di cornice datato 25 OTT. 38 entro cerchio con appunti dattiloscritti in rosso e manoscritti.
*Disegni a matita su carta di vari formati di cornici.
B. Cartella in cartoncino grigio, cm. 28,5 x 22, con scritto a mano in rosso “Ricami c/ galloni p. coperte”, contenente:
*Grande disegno a matita ripassato a china o a tempera su carta lucido cm. 75 x 45 raffigurante un sostegno (a grandezza naturale?) con allegata immagine cm. 17 x 9 dello stesso oggetto realizzato (sul retro, marchio E. IMBERT – ANTIQUARIO – MILANO- M. NAPOLEONE 38); un oggetto del tutto simile, allo stato grezzo compare nell’album di cui al Documento A, foto n. 49).
*Grande disegno a matita su carta cm. 40 x 49 raffigurante le ante di un armadio decorate con medaglioni figurati e fregi; sul reto la scritta a matita “Pannelli armadi Anna”.
*Grande disegno a penna su carta cm. 43 x 39,5 raffigurante un letto con testiera e copriletto di gusto Luigi XIV, recante il timbro “Arch. Majnoni Palazzo Reale Milano” e la scritta “pieno 117 x 192 (…) gallone); sul retro, varie misure e scritte tra cui la firma Moneta Angelo.
*Disegni a matita su carta (uno acquarellato) relativi a decori a intreccio di gusto Luigi XIV.

Documento C/5. Cartella in cartoncino leggero di colore rosso cm. 31 x 24 con dattiloscritto Varie), contenente:
*Disegno a matita e pastelli di una Croce gotica su velina cm. 49 x 37, recante sul retro il timbro Enea Stefani, Bologna, via Felice, 71; disegno a matita acquarellato su cartoncino firmato AB con la nota a matita “da rendere a lavoro finito” (tutto all’interno di una velina con la scritta rossa “Croce” e sul verso uno schizzo di Croce).
*Grande disegno a su carta lucido cm. 81 x 51 raffigurante una specchiera, recante timbro Ditta Cei Leone intagliatore doratore via dei Fossi 19 Firenze.
*Disegno a su carta lucido cm. 49 x 49 raffigurante un orologio a raggiera, recante timbro Ditta Cei Leone intagliatore doratore via dei Fossi 19 Firenze.
*Grande disegno a su carta lucido cm. 58 x 58 di un decoro a intrecci vegetali, forse legato a uno “spolvero”; scritta a matita in cui si legge “Velo (…) (…) Ambrogio.
*Foglio di quinterno a quadretti con scritto in blu G. Gotti (…) sul primo foglio, note dattiloscritte in rosso in quarta pagina relative a vassoi con o senza stemma “Dt” (riprodotte con carta carbone in seconda pagina rovesciate), contenente corrispondenza tra Imbert e Giulio Gotti.
a. Lettera manoscritta spedita da Bologna 26.2.938 e firmata Gotti Giulio.
Trascrizione:
Egregio Sig. Imbert
Lunedì le spedirò le basette ed i disegni consolles [vedi oltre]. O’ tardato un po’ iniziare le basette perché data la forma non mi riuscivano nelle divisioni, quando finalmente me ne sono accorto che facendo la linea esterna ovale riuscivano benissimo. Mi scusi tanto e gradisca i più distinti saluti che gentilmente vorrà estendere alla Sua Famiglia.
Con ossequi.
b. Lettera manoscritta spedita da Bologna 27.2.938 e firmata Gotti Giulio.
Trascrizione:
Gent.mo Sig. Imbert
Le ho spedito oggi a mezzo posta le tre basette che sono riuscite bene. Domani appena mi sarà comunicato dal lucidatore il prezzo, Le comunicherò la spesa.
Allego tre schizzi di consolles [vedi oltre] perché ella li esamini ed abbia un’idea di quanto avrei intenzione di fare. La pregherei inviarmi le misure esatte perché desidererei fare i disegni al naturale.
Conosco quanto Ella fa per venirmi incontro e vorrei almeno dimostrarle che da parte mia c’è comprensione.
Avrà certamente ricevute le cornicine spedite da Zanotti il quale mi disse che Ella attendeva sei cornici più il modello. Credo che Zanotti abbia frainteso perché a me furono da Lei ordinate solo cinque cornici e precisamente:
Due uguali al modello 43 x 35 – Battuta
Due larghe cent. 4,5 con l’ampliamento dello sguscio 65 x 51 – Luce
Una          “                                                                66,5 x 52,5
La ringrazio e La prego gradire i più distinti saluti che gentilmente vorrà estendere alla Sua Famiglia,
Con ossequi.
c. Tre disegni a matita di consolle.
d. Lettera dattiloscritta (copia) datata 3 Luglio 40
Trascrizione:
Caro Giulio a tua 1 corrente
Ho sempre i due marmi che vedesti. L’indecisione di fare eseguire i sottotavoli trae origine dal fatto che spesso partendo da un oggetto antico ho avuto intenzione di completarlo con parte moderna, ma il risultato poche volte ha corrisposto la mia aspettativa.
Riconosco le non poche difficoltà e mi spiego anche come una piccola sproporzione nella linea o nella massa dia per risultato l’oggetto che non soddisfa e che commercialmente trova stento di esito pel fatto di non essere tutto antico, come molti pretendono giustamente in rapporto alla spesa.
I due piani in marmo sono già costosi all’inizio. Il tuo lavoro se deve essere eseguito bene richiede una spesa – la doratura fatta a regola costa anche quella poi vi sono imballi, porti dazi etc e la risultante finisce in una cifra abbastanza elevata, e che se il tutto non è riuscito come si deve, si rischia di non riprendere il capitale investito.
Queste non sono opinioni, ma molte volte l’ho dovuto constatare e pagare di persona.
Se dopo questa premessa tu credi la convenienza e la possibilità di presentarmi un progetto idoneo non chiedo di meglio, pur non dimenticando che il disegno riesce fino a un certo punto a dare idea della massa.
Tieni presente che questi tavoli che sono abbastanza grandi non possono essere bassissimi, perché starebbero male ma un’altezza fra il tavolo normale e quello cosidetto [sic] basso direi cent 0,70 + h. marmo.
Il legno in tutto o parte dovrebbe essere vecchio per evitare le gradite sorprese. Alcune parti più delicate e sporgenti fatte in legno duro.
La doratura e relativa patinatura direi di affidarla allo Zanotti per essere sicuro.
Seguito questa mia fammi un progetto di assieme e di massima ed anche il costo complessivo con uno scarto ammissibile. Da parte mia ti sarò preciso e direi per il momento di iniziare lo studio e l’eventuale costruzione di uno solo. Si provvederebbe al secondo solo dopo aver visto la riuscita del primo.
Una delle lastre di marmo misura 1,88 x 80 nel punto di appoggio h 0,06.
Per maggiore sicurezza Ti manderei poi una sagoma di carta peso della lastra hg 190 cir.
Saluti a tutti da noi tutti (appunti manoscritti in matita nera e rossa sul retro).
e. Lettera su carta intestata
GOTTI GIULIO
Studio d’intaglio e doratura
Via S. Anna 12
(Corticella) Bologna
Datata Bologna 11.7.940
Trascrizione:
Egr. Sig. Imbert
Le ho spedito il disegno che ho fatto in prospettiva perché ne abbia una idea più esatta. Se il tipo Le va, sono sicuro della riuscita del lavoro ma temo che il prezzo diventi un po’ elevato!
Il prezzo del lavoro completamente finito d’intaglio verrebbe a raggiungere una cifra di L. 2700 circa.
Aggiungendosi il lavoro di doratura che calcolo potrà venire a costare un 1200 lire si raggiunge una cifra di 3.900 lire, somma non indifferente.
In ogni modo se il lavoro non sarà conveniente farlo lo studio fatto mi è certamente stato utile.
Gradisca i più distinti saluti che gentilmente vorrà estendere alla Sua Famiglia. Con ossequi.
Gotti Giulio
f. lettera dattiloscritta (copia, risposta di Imbert alla lettera sub. e)
Trascrizione:
12 Luglio 40
Caro Giulio a tua di ieri
Il disegno del tavolo mi giunge ora. Il tuo studio è meritevole di elogio. Per la parte che mi riguarda noto:
Altezza=da quanto ho potuto rilevare dal disegno il tavolo risulterebbe alto cent 87 + 6 di piano si raggiunge l’altezza di 0,93 altezza direi superiore al normale di questi tavoli antichi, mentre con mia precedente ti avevo detto che seguendo la moda dei tempi desideravo un tavolo di altezza fra il normale ed i bassi che si usano, altezza che ti avevo segnalato in circa 0,70 + 6 di piano = 76 [fa riferimento alla lettera del 3 luglio sub d].
Rifascio=Dato che il piano è talmente alto e della forma che ti accenno, mi sembra che il rifascio sia un po troppo pesante (alto) e che si potrebbe ridurre.
Campanelli=qualcuno si potrebbe ridurre (vedi disegno cancellato con lapis rosso).
Piedi=a mio parere e gusto la ciabatta potrebbe essere abolita ed il piede avere un maggior sviluppo parte ..a [presumibilmente, indica una numerazione sul disegno] e così finire.§
Doratura=Non ritengo che lo Zanotti potrebbe eseguire una buona doratura a fino con patinatura con sole 1200. Su questo punto dovresti accertarti, perché se devo spendere certo più di 4 mila lire coll’imballo-porto-dazio etc. e con le spese generali sorpassare [sic] le 5 mila più il costo del marmo, devo anche avere delle probabilità che mi risulti un’assieme [sic] di non facile vendita.
Ad ogni modo ti rimando il disegno sul quale ho segnato in rosso quanto qui accennato. Se tu riterrai la convenienza di proseguire nello studio e preventivi, da parte mia se appena appena mi risulterà una convenienza darò lieto di affidarti il lavoro.
Saluti a tutti da tutti.
Il disegno segue per posta.

g. Lettera su carta intestata
GOTTI GIULIO
Studio d’intaglio e doratura
Via S. Anna 12
(Corticella) Bologna
Datata Bologna 12.7.940
Trascrizione:
Egr. Sig. Imbert
O’ notato le correzioni da Lei segnate, che si possono però fare benissimo senza che le proporzioni subivano menemamente [sic].
In quanto al prezzo ho ben calcolato nuovamente, e comprendendo tutte le spese si arriverà al massimo a L. 4600.
In attesa della Sua decisione, La ringrazio delle buone parole e La prego vivamente gradire i più distinti saluti che gentilmente vorrà estendere alla Sua Famiglia. Con ossequio.
Gotti Giulio
h. lettera dattiloscritta (copia, risposta di Imbert alla lettera sub. g).
Trascrizione:
Venerdi
Caro Giulio a tua di ieri
Quando tu avessi eseguito il sottotavolo e questo non fosse riuscito come intendo io (per essere vendibile facilmente e senza perdita) devi ben pensare che non potrei protestarlo e sarei costretto a tenerlo:
Questa premessa ti spiega il perche [sic] io sarei stato indotto a passarti l’ordinazione solo se avessi potuto avere quelle certezze di riuscita che finora mi è mancata.
Il tuo studio mi ha presentato un tavolo con caratteristiche diverse da quelle che richiedo, e la tua di ieri, nella sua laconicità non può darmi quelle certezze che mi abbisogna.
Di positivo mi hai comunicato che da 3900 le spese salirebbero a 4600 per tutto il resto mi dici che si può fare benissimo senza che le proporzioni abbiano a soffrire.
Non sono di questo parere perché abbassare un tavolo di ben 17 centimetri può produrre degli inconvenienti quando questo tavolo è munito di una traversa ricca e pesante d’intaglio! I piedi come li suggerii influiscono sull’attacco della traversa e spostano la linea degli appiombi. Inoltre non fi [sic] fai cenno chi farebbe le dorature!! etc etc.
Vedi bene che in queste condizioni non posso correre il rischio di cui sopra ne [sic] farti avere l’alea di tenerti un sottotavolo che non sapresti cosa farne avendo buttato via tempo e quattrini! Negli affari è meglio parlarsi chiaro per evitare sorprese tanto più che da parte mia non chiederti di meglio che sistemare una alla volta i due marmi che conosci. Saluta tutti per noi e saluti a te.
-Cartella in cartoncino rigido beige con riquadratura prestampata e dorso in pelle con etichetta bordata di marrone con dattiloscritto “LETTI di varie Epoche” che non contiene nulla. La fronte è in realtà il retro della copertina riciclata della rivista Ricordi d’Arte 1917 edita a Milano da Alfieri&Lacroix come si legge, rovesciata, sulla quarta pagina; all’interno, seconda e terza di copertina vi sono le pubblicità di varie riviste edite dalla casa editrice.

C/6. Cartella in cartoncino leggero di colore azzurro, cm. 33 x 25 con etichetta dattiloscritta LETTI 1500 = 1600.
Contiene 6 disegni di letti (XVI-XVII secolo) a matita su carta, montati su cartoncino rosso (4) e beige (2) cm. 33 x 23 con marchio E. IMBERT – ANTIQUARIO – MILANO- M. NAPOLEONE 38.

C/7. Cartella in cartoncino leggero di colore verde chiaro, cm. 32 x 24 con etichetta dattiloscritta LETTI 1700 = IMPERO (in terza di copertina, segno di un riuso, è applicata un’etichetta in cui si legge E. IMBERT ANTIQUITES – OBJECT D’ARTS-AMEUMBLEMENT – ART DECORATIF- 3, S. SPIRITO – MILAN (a stampa), E. IMBERT MILANO 13 MAR. 35 (all’interno di un cerchio) n. 11 disegni di letti (a penna).
Contiene:
-Disegno di un letto in stile Luigi XV a matita acquerellato su carta beige, cm. 28 x 30 (scritta: Scala 1:5 in basso a destra).
-Disegno di un divano letto in stile Luigi XV a matita acquerellato su carta beige, cm. 23 x 31,5 su cui è incollata la fotografia cm. 9,5 x 7 di una poltrona in noce Luigi XV veneta con seduta incannucciata; accompagnato da un disegno di un divano letto (come sopra) a matita su cartoncino grigio Fabriano cm. 15 x 39 datato 23 OTT. 37 all’interno di un cerchio con la scritta a macchina a inchiostro rosso “Con il lavoro, restituire il presente disegno”, si legge anche “rovere greggio” scritto a matita e varie misure, stessa foto di cui sopra spillata; accompagnato anche da un disegno di un divano letto (come sopra) e di alcune sedie a matita su carta beige cm. 14 ca. 5 x 37.
-5 fotografie doppia di letti e testiere di letti montati su cartoncino rosso cm. 31 x 22,5 con marchio E. IMBERT – ANTIQUARIO – MILANO- M. NAPOLEONE 38; uno di questi è accompagnato dal disegno di un letto (simile a quello fotografato) su cartoncino beige cm. 25 x 43 datato 17 dic. 36 all’interno di un cerchio.
-1 fotografia doppia di un letto Impero montata su cartoncino beige cm. 31 x 23,5.
-3 fogli dattiloscritti spillati tra loro, con disegno di un letto e relative misure. Il testo contiene istruzioni per l’esecuzione del mobile (il terzo foglio è indirizzato al Sig. Camisasca).
-Disegni, schizzi su carta e ritagli, intercalati da fotografie di letti (tra cui la foto di un letto che sul retro reca il timbro: GIUSEPPE COLOMBO MOBILI E SEDIE […] Via Solferino n. 2 Meda Prov. Milano).

Documento D
Copertina telata rossa con bordo in pelle con la scritta Monte Spluga in caratteri in oro [evidentemente un riciclo a uso contenitore], formato cm. 28,5 x 38,5, contenente.

Documento D/1. Cartella buccia d’arancia beige cm. 29 x 21, con stampato sul verso, entro riquadratura:
RUDOL WENDEL, Inc,
ARTISTIC LIGHTING.
New York
730 Fifth Avenue
London
Paris XVI
107 Rue Erlanger
con aggiunto a mano in blu R. Wendel.
All’interno: varie immagini di ambienti e una lettera dattiloscritta su carta intestata
RUDOL WENDEL S.A.R.L.
ECLAIRAGE ARTISTIQUE
con aggiunta dattiloscritta V. Todorovski, Gérant
datata Paris, le 19 Janvier 1949
indirizzata a Monsieus E. Imbert
S. Spirito, 3
Milano
Trascrizione:
Monsieur,
Je regrette beaucoup que mon séjour en Suisse se soit prolongé au-delà de la dare prévue, de sorte que je suis rentré à Paris après votre départ.
En ce moment, je suis en pourparler pour une affaire en Italie, et je préfois de m’y rendre très procheinement. Je m’arreterai certainement à Milan, aussi pour des affaires personelles, et ne manquerai pas de faire à cette occasion l’installation d’un projecteur optique comme vous l’avez vue à Paris.
Je pense que vous aurez de toute facon plus de satisfaction si cette installation sera faite par un spécialiste, sous ma direction personelle. Entretemps, je vous ferai pervenir un devis préalable et prendrai mes dispositions dèd réception de votre confirmation.
En anticipant le plaisir d faire votre connaissance, je vous pris d’agréer, Monsieur, l’expression de mes sentiment les plus distinguès.
V.Todorovsky, Ing. Dipl.
Sul retro, copia della risposta di Imbert.
Trascrizione:
31 Gennaio 1949
Preg. sig. Ing.
Parigi
Ricevetti la pregiata Vostra del 19 corr. Ho preso buona nota di quanto mi comunicate e vi ringrazio. Ho in questo frattempo avuto modo di parlare della Vs. installazione e dei miei clienti che si interessano della cosa.
Nel piacere di ricevere la Vs gradita visita distintamente Vi saluto.
E. Imbert

Documento D/2. Tabella dattiloscritta degli stili per epoche (1400-1800) e paesi (Francia-Inghilterra-Italia).

Documento D/3. Busta gialla intestata a Monsieur Roger Imbert, 157 faub. S.t Honore contenente:
*Due fotografie di lampadari in cristallo (sul retro: Photographs by Raymond Fortt A.I.B.P. 36 Linden Gardens W.2. Bayswater 4513, più vari numeri).
*Fotografia di una stampa riproducente le bandiere navali di varie nazioni nel 1804.

Documento D/4. Busta gialla intestata PEROTTI Studio Fotografico-Galleria Vittorio Emanuele (Angolo piazza Scala) Milano telefono n. 870.563, contenente la fotografia di un gruppo dionisiaco in marmo; sul retro: MARIO PEROTTI Fotografie di quadri e sculture-Galleria Vittorio Emanuele (Angolo piazza Scala) Milano telefono n. 870.563.

Documento D/5. Busta gialla intestata PEROTTI Studio Fotografico-Galleria Vittorio Emanuele (Angolo piazza Scala) Milano telefono n. 870.563, con scritta a matita Sig. Imbert e sovrascritta in rosso “doppie”, contenente foto varie di vario formato, tutte recanti sul retro: MARIO PEROTTI Fotografie di quadri e sculture-Galleria Vittorio Emanuele (Angolo piazza Scala) Milano telefono n. 870.563.

Documento D/6. Tre fotografie cm. 15 x 29 di strumenti scientifici vari.

Documento D/7. Varie fotografie di vario formato, alcune anonime altre di Perotti (Galleria V.E. …) tra cui la fotografia di una tazzina e piattino di Meissen a decoro radiert recante sul retro: ABENI di M. Perotti Molano Tel. 87563.

FOTOGRAFIE
Nota: nell’archivio Imbert si trovano diverse fotografie di oggetti d’antiquariato sparse che attualmente sono state collocate all’interno di cartelline moderne di plastica trasparente.
Se ne propone qui di seguito una prima classificazione con riferimento agli oggetti e al formato, segnalando, ove presenti, note e indicazione del fotografo.
Mobili
*4 fotografie cm. 23,5 x 18, mobili veneziani, pecetta manoscritta “Venezia”, “Verona”, ecc.; sul retro: timbro IMBERT, spesso marchio E. IMBERT – ANTIQUARIO – MILANO- S. SPIRITO 3.
*6 fotografie cm. 24 x 18, sedili, sul retro: timbro IMBERT, numerate da 3 a 8.
*4 fotografie cm. 24 x 17,5, mobili vari; sul retro: timbro IMBERT.
*16 fotografie di vari formati, mobili vari; sul retro: timbro IMBERT; in particolare:
Fotografia cm. 13,5 x 8,5, credenza vetrina neo rinascimentale; sul retro: Post Card, timbro IMBERT, timbro FOT. G. CAMERA-Bologna.
Fotografia cm. 17 x 12, mongolfiera (bassorilievo), sul retro: PEROTTI già STUDIO ABENI-Galleria Vitt. Emanuele Angolo P. Scala tel. 870.563.
Fotografia cm. 17,5 x 23,5, panca; sul retro: marchio E. IMBERT – ANTIQUARIO – MILANO – MONTE NAPOLEONE 38.
Fotografia cm. 23 x 17,5, trumeau veneziano, sul retro: timbro E. IMBERT-MILANO (3) – MONTE NAPOLEONE 38.
*4 fotografie cm. 23,5 x 18, mobili vari; sul retro: timbro M. PEROTTI (ABENI)-Galleria Vitt. Emanuele Angolo P. Scala tel. 87.563 entro riquadro.
*5 fotografie cm. 24 x 17 + 1 cm. 12,5 x 17, mobili vari; sul retro: Mario Perotti Fotografie di quadri e sculture-Galleria Vittorio Emanuele (Angolo piazza Scala) Milano telefono n. 870.563; in particolare:
Fotografia credenza doppio corpo provenzale; sul retro: come sopra, N. 110 [la numerazione più bassa rispetto alle fotografie classificate oltre (vedi) potrebbe indicare che questo timbro è intermedio rispetto a quello “ABENI” e quello (vedi oltre) che sembra comparire sulle fotografie più recenti (come dimostrerebbe il riferimento a Finarte)].
Fotografia cm. 24 x 17 di un tavolino intagliato e dorato con piano in marmo + fotografia a colori cm. 12,5 x 17 del solo piano [testimonianza di un marriage].
*7 fotografie cm. 18 x 24, mobili veneti; sul retro: timbro PEROTTI Studio Fotografico-Galleria Vittorio Emanuele (Angolo piazza Scala) Milano telefono n. 870.563 [carattere maiuscolo senza riquadro] e timbro numerazione (21167-18521), note manoscritte a matita (su alcune fotografie compaiono i riferimenti a cataloghi Finarte (aste 11-12-25 e 27).
*3 fotografie cm. 18 x 24, mobili vari; sul retro: timbro IMBERT, timbro PEROTTI Studio Fotografico-Galleria Vittorio Emanuele (Angolo piazza Scala) Milano telefono n. 870.563 [carattere maiuscolo] + 1 foto cm. 17 x 23, idem come sopra, con marchio E. IMBERT – ANTIQUARIO – MILANO- M. S. SPIRITO 3.
*3 fotografie a colori di un cassettone romano; sul retro: adesivo Studio Fotografico Perotti Via Jean Jaurés, 19 Milano Telefono 02-26144804, scritta a penna “Prov. Palazzo Galliera-Bo”] sulle foto di parti non “a vista”, timbri N coronata e MR, etichetta a stampa “Palazzo R. di Bologna Appart. Del Imperatoria (scritto a mano) Camera N. 113 (scritto a mano) N. 565 (scritto a mano”].
*4 fotografie a colori cm. 25 x 20 relative a mobili e ambienti arredati. A queste si possono associare 12 foto a colori cm. 10 x 10 (“provini”) riproducenti le stesse immagini più altre.
*3 fotografie a colori cm. 15 x 21,5, cassettone intarsiato neoclassico lombardo.
*Ritagli di cataloghi d’asta e foto moderne di nobili.
Ceramica
*2 fotografie cm. 18 x 23,5; sul retro: PEROTTI Studio Fotografico-Galleria Vittorio Emanuele (Angolo piazza Scala) Milano telefono n. 870.563 [carattere maiuscolo senza riquadro].
*Fotografia raffigurante due angeli inginocchiati reggenti un vaso (porta cero?), alla base di uno dei quali si legge il monogramma G.N.
*Fotografia di un gruppo classico in porcellana (?) raffigurante due donne e due amorini.
Altro
*5 fotografie di camini in marmo. Sul retro di una di esse: timbro (rosso) Studio Fotografico PEROTTI di Colnaghi Enrico & C. s.n.c. Via Jean Jaurés, 19 con numerazione c/3408, scritta a matita “prov. Palazzo – Resta Pallavicino via Conservatorio [Milano].
*7 fotografie di vari formati:
Fotografia cm. 17 x 23 raffigurante due busti reliquiari, un cofanetto e un crocifisso; sul retro: M. PEROTTI (ABENI)-Galleria Vitt. Emanuele Angolo P. Scala tel. 87.563 entro riquadro.
Fotografia cm. 18 x 24 del cofanetto di cui all’immagine precedente; sul retro: Mario Perotti —-
Fotografie di quadri e sculture-Galleria Vittorio Emanuele (Angolo piazza Scala) Milano telefono n. 870.563;
Fotografia cm. 23 x 16,6 della Croce di cui all’immagine precedente, accompagnata da negativo all’interno di busta in velina verde. Fotografia cm. 17 x 12, reliquiario.
Fotografia cm. 23, 5 x 16, tronetto eucaristico (?); sul retro: dattiloscritta “Stemma con armi dei Medici-Chigi e S. Stefano.
Fotografia cm. 17 x 23, colomba in madreperla (particolare di un manufatto, base di una Croce?).

Febbraio 2021

© Riproduzione riservata

Post Scriptum
Alla pubblicazione dell’articolo ci è stato segnalato da più parti che la Figura 9 non mostra la Galleria Imbert in via Monte Napoleone all’inizio del Novecento, bensì una sala di Palazzo Bianco a Genova.
Ne abbiamo chiesto conferma alla fonte ed abbiamo ricevuto la seguente comunicazione “… l’immagine si riferisce alla ‘Sala della Duchessa di Galliera’, così come allestita in Palazzo Bianco nel 1893 e la fotografia è del nostro archivio fotografico storico, pubblicata anche  nell’articolo di Laura Tagliaferro, 1888 – 1892: riferimenti alla Galleria di Palazzo Bianco, in “Bollettino dei Musei Civici Genovesi”, anno VIII, 22-23-24, gennaio/dicembre 1986” (Raffaelle Besta, Direttore Musei d’arte Antica del Comune di Genova, mail 17.2.2021).
Per la cronaca, il letto disegnato sul retro della fotografia riprodotta in Figura 9, citato nell’articolo, non ha nulla a che vedere con quello di Palazzo Bianco.

Ringrazio la dottoressa Besta e tutti quelli che ci hanno fatto la segnalazione.