Gli elementi di Benjamin Martin

della Redazione di Antiqua

I libri antichi riservano sempre sorprese e opportunità di approfondimento anche se acquistati per pochi euro in un mercatino, come nel caso del primo tomo di un’edizione in tre volumi dell’opera Elementi delle scienze e delle arti letterarie di “Beniamino” Martin.
Più esattamente, come si deduce dal frontespizio [Figura 1], si tratta della traduzione dall’originale inglese in francese e dal francese in italiano, stampata a Bassano presso l’editore Remondini nel 1766 “con Licenza de Superiori, e Privilegio” (nota 1).

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Figura 1.

Il testo vero e proprio è preceduto da un’avvertenza del traduttore italiano e dalla riproposizione di una prefazione del traduttore francese (relativa all’edizione francese del 1756), dove entrambi giustificano alcune eliminazioni e integrazioni per adattare il testo originale alle esigenze dei rispettivi fruitori, come nel caso dei capitoli dedicati rispettivamente alla Grammatica e alla Poesia. Per quanto riguarda l’edizione italiana in discorso, quindi, i due capitoli trattano della lingua e della lirica nazionale. Gli altri argomenti del primo tomo, svolti come veri e propri trattati, sono: Teologia, Etica, Religione Cristiana, Giudaismo, Maomettismo [sic], Paganesimo, Mitologia, Retorica e Critica.
Nell’ultima pagina a stampa compare la scritta “Corretto da D. Sebastiano Menchetti”, del quale diremo tra breve.
L’opera risulta catalogata nei principali repertori sui libri antichi o nei cataloghi delle librerie antiquarie. Compare, ad esempio, a pagina 111, scheda n. 530, del Catalogo a stampa del Fondo Rari dell’Istituto Superiore di Sanità (nota 2).
In qualche caso viene segnalato anche il corredo grafico, costituito in questo caso da una bella stampa calcografica accanto al frontespizio, nonché da diverse testatine e fregi xilografati.
La stampa che correda il tomo primo rappresenta la Letteratura che scrive su una pergamena con una penna d’oca, seduta accanto ad alcuni volumi di opere di Orazio, Petrarca e La Fontaine, mentre Venere la assiste e un amorino le pone sul capo una corona d’alloro. La scena, che si svolge all’aperto con alcuni edifici classici sullo sfondo, è contornata da fregi di gusto barocchetto. Vi compare anche un Mercurio e altri amorini che leggono [Figura 2].

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Figura 2.

Se l’autore della stampa è al momento ignoto, si possono avere notizie sugli altri personaggi sopra menzionati, a partire dall’autore dell’opera, ossia Benjamin Martin, nato a Worplesdon nel Surrey (Gran Bretagna) nel 1704 e morto nel 1782. Risulta essere stato un uomo di ingegno multiforme: lessicografo, matematico, costruttore di strumenti scientifici, soprattutto in campo ottico (nota 3).
In particolare, è ricordato soprattutto per aver progettato nel 1738 un particolare tipo di microscopio composto a tamburo da tasca, che illustrò nella sua Micrographia nova (1742), nella quale espose anche i nuovi criteri di osservazione e descrizione microscopica. A Londra, dal 1756 al 1782, produsse numerosi microscopi di questo tipo, il cui successo rimase notevole anche nel corso dell’Ottocento (nota 4).
Per quanto riguarda i Remondini, per generazioni tipografi e calcografi, ossia editori e stampatori, a Bassano del Grappa presso Vicenza, la letteratura è piuttosto ampia (nota 5).
Una figura assai poco nota è invece quella di Sebastiano Menchetti, il quale svolgeva attività di “correttore” – oggi lo definiremmo un editor – in prevalenza presso i Remondini (nota 6); a parte ciò, non è stata reperita alcuna voce enciclopedica che lo riguarda.
Lo troviamo citato nell’elogio funebre di Giuseppe Remondini (1745-1811), un membro della famiglia che diresse la ditta all’apice della sua attività. Sebastiano Menchetti risulta essere un sacerdote originario di Lucca, probabilmente appartenente all’ordine dei Gesuiti, subentrato all’abate pesarese Francesco Gualtieri, sia in qualità di “correttore” che di istitutore di Giuseppe Remondini. Vi si legge, in particolare che fu “… dottissimo e savissimo uomo, che per l’onore della tipografia e per il bene della famiglia Remondini visse lungamente in essa, e vi chiuse gli occhi nell’anno 1799” (nota 7).

NOTE

[1] Autorizzazione concessa dai Riformatori dello Studio di Padova, previa approvazione del Santo Offizio di Vicenza nella persona dell’Inquisitore Generale padre Pio Raimondo Petrelli, in quanto l’opera era risultata non in contrasto con “la Santa Fede Cattolica” e con i “Principi e buoni costumi”, come si legge a pagina XVI.

[2] Vedi

[3] Si rimanda alla voce di Wikipedia [Leggi] che però non cita gli Elementi delle scienze e delle arti letterarie). Un elenco abbastanza esauriente delle opere di Benjamin Martin è stato censito presso il sistema bibliotecario umbro ed è reperibile in rete [Vedi].

[4] Vedi
Per altre informazioni su Benjamin Martin scienziato:
http://www.antiquespectacles.com/topics/martin/martin.htm
http://www.hps.cam.ac.uk/whipple/explore/microscopes/3microscopemakers/benjaminmartin/
http://www.mhs.ox.ac.uk/exhibits/get-physical/benjamin-martin/  
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1082206/

[5] Per alcuni sintetici riferimenti si consulti il sito del Museo Remondini di Bassano [Vedi].

[6] Sempre nell’ambito del sistema bibliotecario umbro (vedi nota 3) si trova in rete un elenco delle opere che risultano corrette da Sebastiano Menchetti, quasi tutte presso Remondini [Vedi].

[7] Vedi Elogio funebre di Giuseppe Remondini di Bassano, per recitarsi nel di 4 Febbraio 1811 trigesimo delle sue esequie da Bartolomeo Gamba, Venezia, Tipografia Pinelli 1812 (MDCCCXII), pag. 24 nota 3. Testo completo (30 pagine) [Leggi].

Prima pubblicazione: Antiqua.mi, ottobre 2015

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