Il pittore fiammingo Sebastian Vrancx (1573-1647)

della Redazione di Antiqua 

Parlando di un negozio di antiquariato, nel suo monumentale romanzo Ombre sullo Hudson, Isaac Bashevis Singer scrive: “com’erano bizzarri tutti quegli oggetti: c’erano scacchi d’avorio e di ebano, la statuetta di un indiano, un filatoio, un arcolaio, un pestello per macinare farina di matzah [pane azzimo, ndr], un dipinto olandese raffigurante dei soldati intenti a saccheggiare una casa. Erano tedeschi? Francesi? Di certo qualcuno avrebbe cominciato a dipingere dei nazisti nell’atto di ammazzare gli ebrei, e le coppie di sposi se li sarebbero appesi in camera da letto” (nota 1).
Questa osservazione tanto cinica quanto agghiacciante ci fa ricordare un dipinto di Sebastian Vrancx che si conserva a Berlino presso Deutches Historische Museum [Figura 1, nota 2].

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Figura 1. Sebastian Vrancx, Soldati che saccheggiano il villaggio, 1620 circa, olio su tela cm. 50,8 x 69,5, Berlino, Deutches Historische Museum inv. 1988/1842.

Sebastian Vrancx (noto anche come Sebastiaan Franck, Sebastiaen Franck, Sebastian Franck, Sebastiaan Franks, Sebastiaen Franks, Sebastian Franks, Sebastiaen Vrancx, Sebastian Vrancx) è nato ad Anversa nel 1573 in una famiglia di mercanti ed è morto nel 1647.
Tra la fine del XV e l’inizio del XVI si assiste al declino di Bruges e Gand, mentre Anversa assume un ruolo guida. Nel 1566 inizia, ad Anversa e in altre città, la rivolta contro Filippo II per iniziativa degli strati borghesi e popolari dove era penetrato il calvinismo. Filippo II invia il duca d’Alba che, dal 1567 al 1573, esercita una dura repressione. Anversa entra progressivamente in una crisi che diviene definitiva nel 1648, quando la pace di Vesfalia, che pone fine alla Guerra degli Ottanta anni, sancisce che il fiume Schelda fosse chiuso alla navigazione. Vrancx vive quindi gli anni del declino della sua città.
Qui lo vediamo in un ritratto di Anton Van Dick, un gentiluomo bene vestito con tanto di spada a dimostrare una certa agiatezza economica e anche un certo rango [Figura 2]. In realtà, Vrancx porta la spada in relazione alla sua attività di militare di cui diremo a breve.

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Figura 2. Anton van Dick, ritratto di Sebastian Vrancx, olio su tavola, cm. 22,8 x 14,6, Boughton House, Northamptonshire (GB).

Sebastian Vranxs ha svolto il suo apprendistato nella bottega di Adam van Noort che è stato il maestro di importanti artisti come Peter Paul Rubens, Jacob Jordaens e Hendrick van Balen.
Dopo una visita in Italia effettuata tra il 1595 e il 1601, Vrancx entra a far parte della Gilda di san Luca ad Anversa (di cui diventa decano nel 1612 circa).
Il viaggio di formazione in Italia è solo una delle testimonianze della forte influenza dell’arte e della cultura italiana che si esercita sull’arte fiamminga nello stesso periodo (fine del XV, inizio del XVI secolo), insieme all’invio di cartoni dall’Italia per eseguire arazzi, alla circolazione di incisioni e alla creazione di una corrente artistica detta dei Romanisti, uniti in una Confraternita (detta anche dei Santi Pietro e Paolo) che raccoglieva sia artisti che umanisti a cui lo stesso Vrancx viene invitato a far parte nel 1610.
Dal 1613 al 1626 entra a far parte della milizia civile di Anversa.
È stato anche membro della Camera dei retori (detta Violieren ossia Violaciocca) collegata alla Gilda di san Luca e ha scritto circa 13 commedie e diversi componimenti poetici.
Ha collaborato con diversi pittori e ha avuto numerosi allievi e seguaci; sembra tuttavia che non ammettesse apprendisti e che rifiutasse di mettere in circolazione delle copie dei suoi dipinti come si deduce da una lettera del 1634 di Jan Brueghel il giovane al suo corrispondente a Siviglia.
I soggetti
Mettendo a frutto la sua esperienza militare, Vrancx è noto soprattutto per aver dipinto scene di battaglia (quasi la metà della sua produzione nota) della Guerra degli Ottanta anni, genere per il quale è una specie di precursore nel suo paese e figura di riferimento per lo sviluppo futuro del genere [Figura 3].

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Figura 3. Sebastian Vrancx, Battaglia di Wimpfen (6 maggio 1622) 1622-1647 olio su tela, cm. 115 x 199, San Pietroburgo Hermitage.

Uno dei suoi soggetti preferiti è lo scontro tra Lekkerbeetje (soprannome di Gerard van Houwelingen, tenente di cavalleria spagnolo) e Pierre de Bréauté (comandante dell’esercito francese) sulla piana di Vught (on the Heath of Vught) avvenuto il 5 febbraio 1600.
Il primo aveva sfidato il secondo reo di aver dichiarato che i cavalieri francesi erano meglio di quelli spagnoli. Lo scontro avviene tra 21 cavalieri per parte armati di spade e pistole. Lekkerbeetje viene ucciso subito da un colpo di pistola, ma gli spagnoli hanno la meglio e anche Pierre de Bréauté perde la vita [Figura 4].

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Figura 4. Sebastian Vrancx, Battaglia di Leckerbeetje, 1600-1647, olio su tavola, Bruges, Groeningenmuseum.

Un altro soggetto tipico di Vrancx è l’assalto a un convoglio [Figure 5 e 6].

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Figura 5. Sebastian Vrancx e Jan Brueghel il vecchio, Assalto al convoglio, 1612 circa, olio su tavola di quercia, cm. 55,5 x 85, Vienna, Kunsthistorisches Museum (Vrancx ha dipinto le figure e Brueghel il paesaggio).

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Figura 6. Sebastian Vrancx e Jan Brueghel il giovane, Assalto a un convoglio, olio su tavola, cm. 48 x 86, Madrid, Museo del Prado.

Altrettanto popolare nella pittura fiamminga tra XVI e XVII secolo è il tema de Le quattro stagioni, creato da Pieter Bruegel il vecchio (ciclo dei mesi dipinto per Nicolaes Jongelinck). Ne vediamo due esempi realizzati da Vrancx [Figure 7 e 8].

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Figura 7. Sebastian Vrancx, Le quattro stagioni (Primavera), olio su tavola, cm. 102,9 x 163,9, Christie’s, 9 luglio 2015.

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Figura 8. Sebastian Vrancx, Le quattro stagioni (Inverno), olio su tavola, cm. 102,9 x 163,9, Christie’s, 9 luglio 2015.

Troviamo alcuni dettagli, come il cane, in questa pacifica scena di mercato che rappresenta l’autunno [Figura 9, nota 3]. Questo dipinto, così come quello di Figura 1, dove le figure sono meglio definite e hanno il sopravvento sul paesaggio, appartiene alla maturità del pittore.

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Figura 9. Sebastian Vrancx, Mercato autunnale in un villaggio, siglata con il monogramma SV in basso a sinistra, inizio anni Venti del XVII sec., olio su tavola cm. 51,4 x 66,4, Dorotheum, Vienna 17.10.17 n. 21 (già Sotheby’s, New York, 5 aprile 1990 n. 106).

Il dipinto seguente testimonia la collaborazione con Abraham Govaerts (Antwerp 1589 -1626) [Figura 10]. Queste frequenti esecuzioni a due mani e una certa comunanza di soggetto e di stile mettono a repentaglio l’esatta identificazione dell’autore o degli autori.

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Figura 10. Sebastian Vrancx e Abraham Govaerts, Paesaggio boschivo con coppia di innamorati, olio su tavola cm. 45 x 65, collezione privata, già vendita Fievez, Brussels, 23 marzo 1933.

Vediamo ora una scena conviviale all’interno di quella che sembra una ricostruzione teatrale dove compare una maschera, reminiscenza dell’esperienza italiana, ma anche della sua esperienza come commediografo e attore all’interno della Camera dei retori [Figura 11].

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Figura 11. Sebastian Vrancx, Banchetto fuori porta, olio su tavola cm. 91 x 126 Budapest, Museo Belle Arti.

Vrancx ha anche eseguito dipinti che ricadono nel genere delle “singerie”, dove compaiono animali (scimmie, ma anche gatti) vestiti in costume e impegnati in attività umane.
Ha collaborato con Pieter Neefs il vecchio considerato il maggior esponente della scuola di vedute architettoniche di Anversa, aggiungendo le figure agli interni dipinti da Neefs, come per l’interno della chiesa dei Gesuiti ad Anversa.
Da questo e dall’appartenenza alla Confraternita dei Romanisti possiamo dedurre che Vrancx fosse cattolico, ma nelle sue vaie biografie non ho visto fare cenno a questo aspetto.
Egli ha prodotto anche da solo dipinti architettonici di interni di chiese [Figura 12]. Il personaggio sulla destra che guarda verso chi guarda il dipinto potrebbe essere lo stesso Vrancx, anche per la somiglianza con il ritratto di Van Dick.

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Figura 12. Sebastian Vrancx, Chiesa di San Giacomo ad Anversa, Christie’s New York, 14 aprile 2016 n. 108.

Infine, dopo aver parlato di tante influenze e collaborazioni, il dipinto Il cieco che guida il cieco [Figura 13] è confrontabile con il celeberrimo dipinto di Pieter Bruegel il vecchio [Figura 14].

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Figura 13. Sebastian Vrancx, Il cieco che guida un cieco, olio su tavola cm. 37 x 27,8, siglato con il monogramma ‘SV’ (al centro, sul coperchio del boccale), Christie’s, Londra 9.7.2014 n. 123 (già: Christie’s, Londra 13.12.1996 n. 2001; Sotheby’s, Londra 6.12.207 n. 154).

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Figura 14. Pieter Bruegel il vecchio, Parabola dei ciechi, 1568, tempera su tela cm. 86 x 154, Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte.

NOTE

[1] Isaac Bashevis Singer, Ombre sullo Hudson, Biblioteca Adelphi 719, Adephi, Milano 2021 p. 136.

[2] In questa tragica concomitanza è inevitabile rivolgere il pensiero alla strage di civili in atto in Ucraina.

[3] Questo dipinto appartiene, come quello di Figura 1, alla maturità di Vrancx. Il mercato si tiene in un villaggio dominato da una torre che ricorda la Torre delle Milizie a Roma. Come altri pittori, Vrancx si serve di un repertorio di motivi; ad esempio, l’uomo che acquista uccellini appare in una versione più piccola dell’Autunno (Sotheby’s, Londra 12.12.2002 n.11).

Appendice. La pittura fiamminga (in pillole)
La cosiddetta pittura fiamminga – una locuzione impropria ancorché consolidata – nasce nel XV secolo nelle Fiandre e ha il suo precursore in Jan van Eyck.
Nel 1384 le Fiandre sono annesse al Ducato di Borgogna. Crescono enormemente commercio e ricchezza; nel XV secolo la committenza borghese eguaglia quella aristocratica.
Lo scisma d’occidente (trasferimento sede papale ad Avignone) determina una nuova sensibilità religiosa, un rapporto più stretto tra Dio e l’uomo, la compartecipazione alle sue sofferenze (Passione di Cristo), la diffusione dei libri di preghiera e delle immagini devozionali, una diversa spiritualità (malvista da Roma).
Questo non porta verso il trascendente, ma induce gli artisti fiamminghi a una ricerca figurativa più realistica ed attenta ai dettagli minuti che determina il superamento definitivo dell’astrattismo medioevale.
Per quanto concerne la produzione artistica del XV e XVI, la pittura fiamminga fa riferimento a un’area comprendente, più o meno, gli attuali Belgio e Olanda, quindi un territorio molto più ampia delle Fiandre in senso stretto. Tuttavia, i centri di maggiore propulsione sono collocati nelle Fiandre: Bruges, Gand, Anversa (dove operarono anche artisti non fiamminghi provenienti da altre regioni dell’area nederlandese o addirittura da altre nazioni).
Alla fine del XVI secolo le province del nord (Paesi Bassi attuali) si staccano dalla Spagna nell’ambito della Guerra degli Ottanta Anni (1568-1648) anni che vede contrapposta Spagna e Sacro Romano Impero e una coalizione di stati tra cui Inghilterra, Francia, protestanti tedeschi e altri.
Ciò obbliga a distinguere tra pittura fiamminga in senso stretto e pittura olandese, anche per il contesto religioso profondamente diverso.
La principale caratteristica tecnica della pittura fiamminga è l’utilizzo dei colori a olio. La pittura ad affresco non viene praticata perché si preferisce ornare le pareti con arazzi.
Sul piano figurativo si assiste all’integrazione tra figure e paesaggio dove l’elemento unificante è costituito dalla luce che da risalto sia alle figure principali sia al contesto e agli oggetti.
Durante il XV secolo, la scoperta del reale accomuna due artisti come Masaccio e Van Eyck. Tuttavia, in Italia prevale la prospettiva incentrata su un unico punto di fuga posto al centro dell’orizzonte, si hanno rapporti precisi tra le figure, la fonte di luce è unica a definire le ombre, lo spettatore è tagliato fuori dalla scena.
Nella pittura fiamminga abbiamo tre o quattro punti di fuga, la linea dell’orizzonte è alta in modo da far sembrare l’ambiente avvolgente, lo spettatore è coinvolto nello spazio della rappresentazione, lo spazio non è finito, si aprono finestre che lasciano intravedere un paesaggio lontano e talvolta gli specchi raddoppiano l’ambiente.
La luce dei fiamminghi non è selettiva e illumina il piccolo e il grande con la stessa attenzione, più fonti luminose che moltiplicano le ombre permettendo di definire le diverse superfici e far emergere i particolari. L’uomo non è al centro del mondo, ma solo una parte.
Si nota inoltre un accentuato gusto per il miniaturismo, al punto che alcuni studiosi pongono proprio la miniatura alla base della pittura fiamminga.

Maggio 2022

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