Il Tavolo di Giotto

di Andrea Bardelli

Nell’affresco della chiesa superiore di S.Francesco ad Assisi, intitolato “morte del cavaliere di Celano”, è raffigurato un tavolo le cui forme si possono solo intuire sotto una tovaglia. [FIGURA 1].

Tavola di giotto

FIGURA 1

Si tratta di un tavolo rettangolare, presumibilmente formato da un piano ad asse unica, sostenuto da semplici gambe a parallelepipedo. Queste s’inseriscono ortogonalmente in piedi allungati, di forma solitamente definita “a ciabatta”.
Il dipinto assume così un valore documentale perché attesta la presenza di tavoli di questa foggia gia alla fine del XIII secolo quando l’affresco è stato eseguito; il ciclo di affreschi di Assisi è infatti databile dal 1297 al 1300.
Si può quindi affermare che questi tavoli siano stati prodotti durante un arco di tempo molto lungo, dalla fine del Duecento alla prima metà del Cinquecento quando irrompe sulla scema il tipico tavolo cosiddetto “ad asso di coppe”. Quest’ultimo ne riprende sostanzialmente lo schema costruttivo, ma mostra gambe sagomate e intagliate che lo arricchiscono e ne suggeriscono la denominazione.
Tornando al nostro tavolo, poco o nulla si sa di questa tipologia e, soprattutto, è assai difficile mostrarne alcuni esemplari.
Le ingiurie del tempo hanno certamente contribuito a falcidiarne il numero, trattandosi, tra l’altro, di tavoli d’uso di concezione semplicissima, facilmente sacrificati a beneficio dei più sontuosi tavoli cinquecenteschi. E’ probabile, infatti, che siano stati distrutti o meglio smembrati, riutilizzando quasi certamente il piano e altre parti per costruire tavoli più alla moda.

La stessa difficoltà è stata incontrata da Mario Tinti il quale, quando scrisse il suo manuale sul mobile fiorentino, non riuscì a reperire alcun esemplare da pubblicare, al punto che, al fine di documentare questa tipologia, utilizzò un disegno ricavato proprio dal tavolo grottesco del quale abbiamo riferito all’inizio (M. Tinti, Il mobile fiorentino. Bestetti e Luminelli, Milano-Roma, s.d. Tav. CXV).
Tentiamo di fare di meglio, almeno sul piano della suggestione visiva, proponendo un tavolo [FIGURA 2], quasi certamente frutto di una ricostruzione ottocentesca, conservato presso la Fondazione Ugo da Como di Lonato, in provincia di Brescia (www.fondazioneugodacomo.it).

FIGURA 2

Questo straordinario luogo di studio, sede di un prestigioso fondo librario, è arredato con diversi mobili antichi di un certo pregio.
Il tavolo, che si trova nella Galleria al piano terreno, rappresenta efficacemente la tipologia in questione, mostrando come dovevano essere un tipico modello tra Medioevo e Rinascimento.

28 Maggio 2007 © riproduzione riservata