La produzione in bronzo del monogrammista PR

della Redazione di Antiqua 

Nell’ambito di un numero della rubrica di risposta ai lettori, pubblicata su Cose Antiche o su L’Esperto Risponde, entrambi editi dall’Edimarketing di Milano, l’esperto di turno era chiamato a esprimersi circa un piatto che il proprietario definiva una patena in peltro segnalando la presenza di un marchio PR a proposito del quale chiedeva notizie [Figura 1].

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Figura 1. Monogrammista PR, piatto, bronzo, diametro cm. 19, Italia settentrionale, fine del XIX secolo, collezione privata.

L’esperto, pur confermando il carattere religiosa dell’oggetto, ne escludeva sia la destinazione d’uso che la natura del materiale utilizzato.
Non si tratta di una patena, ossia di un piattello in metallo, per lo più prezioso, dotato di un orlo piuttosto largo, utilizzato per coprire il calice e per contenere l’ostia durante la consacrazione eucaristica, bensì di un piatto a coppa che doveva essere abbinato a una brocca o a un versatoio (nota 1).
Le patene, soprattutto all’interno, sono infatti generalmente lisce senza particolari incisioni o lavorazioni a sbalzo.
I piedi ferini che si intravedono nell’immagine dovrebbero essere stati aggiunti a posteriori, forse per motivi di stabilità, e sono quindi da considerare incongrui.
Venivano inoltre fornite precise indicazioni circa l’iconografia. La tesa è scandita da dodici angeli che presentano i cosiddetti strumenti della Passione, ossia gli oggetti che contraddistinguono le varie fasi della Passione così come descritta nei Vangeli: la scala con cui Cristo viene deposto dalla Croce, la veste che i soldati tirarono a sorte, la lancia con cui fu colpito al costato e così via; al centro è rappresentata la Resurrezione (nota 2).
Il materiale utilizzato è quasi sicuramente bronzo. La foto del verso, infatti evidenzia, il tipico colore del bronzo in patina con classiche efflorescenze rameiche verdastre (carbonato di rame) dovute a naturali processi elettrolitici [Figura 1a].

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Figura 1a. Particolare del verso del piatto di Figura 2 su cui si legge il monogramma PR.

La tecnica esecutiva è quella della fusione con successiva rifinitura a cesello.
Nell’immagine di Figura 2a è chiaramente visibile il monogramma PR inciso a mano libera.
A questo proposito, l’esperto sosteneva che la sigla PR sembra coeva al periodo di realizzazione e potrebbe anche essere quella dell’esecutore dell’opera, ma non era stata reperita nei repertori che aveva potuto consultare. Anche per quanto riguarda l’epoca, la si definiva imprecisabile; il piatto poteva essere stato realizzato dal XVII a tutto il XIX secolo.
Per quanto riguarda l’epoca e la provenienza di questo piatto sono emerse di recente alcune novità.
In particolare, in una collezione privata bresciana è stata reperita una coppia di acquasantiere in bronzo raffiguranti rispettivamente un Cristo in Passione e una Madonna con Bambino. I proprietari sono certi che i due oggetti risalgono al matrimonio dei loro bisnonni risalente al 1890 [Figure 2 e 3].

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Figure 2 e 3. Monogrammista PR, coppia di acquasantiere, bronzo, Italia settentrionale, fine XIX secolo, collezione privata.

Sul retro dell’acquasantiera raffigurante Cristo si vede molto chiaramente il monogramma PR eseguito con lo stesso tratto di quello rilevato sul verso del piatto in bronzo (vedi ancora Figura 1a), anche se quest’ultimo è inciso al tratto, mentre il secondo è realizzato in fusione [Figura 2a].

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Figura 2a. Particolare del monogramma sul retro dell’acquasantiera di Figura 2.

Possiamo quindi ragionevolmente ipotizzare l’esistenza di un artigiano con le iniziali PR a capo di una bottega o di una ditta specializzata nell’esecuzione di manufatti in metallo di tipo religioso.
Non siamo riusciti a reperire notizie su questo artefice, ma abbiamo individuato sul mercato un’acquasantiera in una lega a base di stagno, del tutto simile a quella di Figura 3 che ci è stato riferito essere di provenienza parmigiana.
Il congegno per appenderla, un anello saldato sul retro, intuibile anche nella Figura 2a, contribuisce a collocare l’oggetto nell’ambito di una produzione artigianale di fine Ottocento [Figure 4 e 4a].

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Figura 4 e 4a.  Monogrammista PR (?), acquasantiera, peltro, Italia settentrionale, fine XIX secolo, collezione privata.

In quest’ultimo manufatto, non vi è traccia di alcun monogramma, ma si presume che sia derivata dal medesimo stampo servito per produrre l’acquasantiera di Figura 3 e che quindi sia stata eseguita dallo stesso artefice anche se in un materiale diverso: una lega a base di stagno con una bassa percentuale di rame.
Escludendo che PR possa essere interpretata come un identificativo di provincia (!), appare corretto identificare per ora il monogrammista PR come un artefice attivo in Italia settentrionale, possibilmente tra Lombardia ed Emilia, attorno alla fine del XIX secolo.

NOTE

 [1] Il più celebre manufatto di questo tipo, soggetto nei secoli a numerosi rifacimenti in vari materiali è stato il cosiddetto bacile della Temperanza creato attorno al 1580 dall’orefice, medaglista e incisore francese François Briot (1550 circa-1616 circa) che si conserva a Parigi al museo del Louvre [Figura A].

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Figura A. François Briot, bacile della Temperanza, argento, 1580 circa, Parigi, museo del Louvre.

[2] Troviamo la stessa impostazione in un piatto in peltro prodotto in area tedesca tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo; anche in questo caso, al centro, è raffigurata una Resurrezione, mentre sulla tesa si alternano le figure dei dodici apostoli [Figura B].

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Figura B. Piatto, peltro, diametro cm. 20, Germania, fine XVI, inizi XVII secolo, collezione privata.

Aprile 2023

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