Mobili neoclassici lombardi con decoro a medaglioni perline e vasetti

di Andrea Bardelli

Prendiamo in considerazione un gruppo di mobili cogliendo per essi un elemento di identificazione nel decoro a medaglioni, perline e vasetti [Figure 1 e 1a].

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Figura 1. Bottega lombarda, cassettone neoclassico intarsiato, Finarte-Semenzato 31 marzo 2003 n. 219.

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Figura 1 a. Dettaglio del cassettone di Figura 1.

Possiamo dire che questi mobili presentano una certa famigliarità con quelli denominati Fauni, ninfe e grifoni e quelli convenzionalmente indicati come Due falchetti di cui ci siamo occupati in precedenti occasioni (nota 1). Queste affinità, di cui daremo conto nel corso della trattazione, si riscontrano soprattutto in alcuni soggetti ricorrenti nei medaglioni intarsiati al centro della fronte.
Come anticipato, l’elemento identificativo è costituito dal decoro del primo cassetto: una sequenza di medaglioni ovali raffiguranti dei profili di personaggi, collegati da un filo di perle su cui poggia un vasetto fiorito (nota 2).
Faccio notare che, presi singolarmente o abbinati a due a due, i motivi del medaglione, delle perline e del vasetto si possono trovare anche su mobili neoclassici lombardi che, in base all’attuale stadio di conoscenza, possono essere classificati nell’ambito di altre botteghe (di cui ci occuperemo in futuro).

Le “candelabre” intarsiate sulle lesene variano molto tra i vari esemplari, anche se nella sequenza dei decori si possono riconoscere motivi ricorrenti [Figura 2].

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Figura 2 . Bottega lombarda, cassettone neoclassico intarsiato, Sotheby’s dicembre 1992 n. 615.

Per quanto riguarda il medaglione centrale troviamo un alternanza tra soggetti classici e soggetti bucolici (che appaiono comunque prevalenti), più o meno gli stessi che abbiamo riscontrato nei mobili della serie Due falchetti, mentre condivide l’apollo citaredo [Figura 2a] solo (fino a prova contraria) con la serie Fauni, ninfe e grifoni.
Assai peculiare è la “mazzetta”, in cui si innesta la gamba tronco piramidale, decorata da quadrato diviso in quattro triangoli isosceli e altrettanto lo è la mensola che raccorda la mazzetta alla base del corpo, caratterizzata da un motivo a spirale [Figura 1b].

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Figura 2 a. Dettaglio del cassettone di Figura 2.

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Figura 1 b. Dettaglio del cassettone di Figura 1.

Questo abbinamento interessa la maggior parte degli esemplari considerati, ma possiamo trovare, sulla mazzetta, anche la variante della corolla e, sulla mensola, un più classico decoro fogliato.
Le stesse caratteristiche finora evidenziate sono riconoscibili anche nei comodini e nei tavolini [Figure 3 e 4].

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Figura 3. Bottega lombarda, comodino neoclassico intarsiato, Finarte 9 marzo 1995 n.327.

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Figura 4. Bottega lombarda, tavolino neoclassico intarsiato, Farsetti aprile 2001 n. 483.

A questo gruppo di mobili possiamo associarne altri, rilevabili in numero abbastanza cospicuo di esemplari, assimilabili per impostazione generale, medaglione centrale, lesene e mensola di raccordo. Essi presentando però il primo cassetto decorato diversamente, nella fattispecie con cascami floreali o altro che talvolta sostituiscono i medaglioni, “pendoni” al posto delle perline e “bouquet” con fiori e strumenti musicali invece dei vasetti [Figura 5].

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Figura 5. Bottega lombarda, cassettone neoclassico intarsiato, Finarte marzo 1994 n. 355.

Anche in questi possiamo riscontrare alcune varianti nel disegno delle “candelabre” sulle lesene oppure nelle mensole (Figura 6).

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Figura 6. Bottega lombarda, comodino neoclassico intarsiato, Sotheby’s Soffolk setttembre 2006 n. 91.

Per le stesse ragioni associamo anche alcuni mobili con il primo cassetto decorato a girali fogliati o altro [Figura 7].

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Figura 7. Bottega lombarda, cassettone neoclassico intarsiato, Sotheby’s Londra 10 giugno 1999 n 181.

Riportiamo qui sotto un confronto tra “spaccati” di mobili con alcune esemplificazioni delle tante combinazioni di decori del primo cassetto, della lesena e della mensola [Figure A, B e C].

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Figura A.

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Figura B.

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Figura C.

E’ stata rintracciata in rete l’immagine di un cassettone [Figura 8] che pare mostri sul primo cassetto il decoro con medaglioni, perline e vasetti di cui ci stiamo occupando, sebbene l’impostazione della fronte e alcuni dettagli come il decoro della lesena non sembrino in sintonia con la maggior parte degli esemplari sinora considerati.

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Figura 8. Bottega lombarda, cassettone neoclassico intarsiato, già Galleria Antiquaria Camellini, Sassuolo (Mo).

La cattiva qualità dell’immagine non aiuta, ma ci si chiede se questo mobile è da ritenersi un “fuori serie” della nostra bottega, rispetto alla produzione corrente o se è stato eseguito da un ebanista più raffinato che la bottega medesima può aver assunto come modello.
Il mobile è stato presentato in una Mostra d’antiquariato a Reggio Emilia nel 1998 dall’antiquario Camellini, ma, nonostante la disponibilità dimostrata da Elena Camellini (che ringrazio), la foto del mobile non è presente nei loro archivi.
Saremmo grati a chiunque ci fornisse un’immagine di questo mobile.

Nonostante rechi sul primo cassetto un fregio dove si alternano medaglioni, perline e vasetti, in vero disposti diversamente, non possiamo far rientrare nel gruppo sopra identificato un cassettone recentemente apparso in asta presso Pandolfini [Figura 9] a cui se ne possono associare altri, tutti di notevole qualità, che meritano di essere studiati e spero presto lo faremo.

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Figura 9. Bottega lombarda (?), cassettone neoclassico intarsiato (uno di una coppia), Pandolfini ottobre 2019 n. 79. Il mobile è stato attribuito a Gaetano Renoldi, ebanista milanese di nascita e genovese di adozione.

Per concludere, mostriamo un secretaire [Figura 10] che si inserisce perfettamente nella serie e un secondo secretaire [Figura 11] con la stessa sequenza di medaglioni, perline e vasetti sul primo cassetto in alto, che collochiamo tuttavia in una fase inoltrata del XIX secolo per le ampie scene intarsiate, rappresentanti una versione “romantica” del classicismo tardo settecentesco.

Figura 11. Bottega lombarda, secretaire neoclassico intarsiato, archivio Semenzato, pubblicato in AAVV, Arredi del Settecento, Artioli, Modena 2003, p. 258 con un'attribuzione all'ebanista cremonese Giovanni Maffezzoli.

Figura 10. Bottega lombarda, secretaire neoclassico intarsiato, Cristiani e Foschini Antichità, Bologna, pubblicato in Agnellini 1990, (vedi nota 2).

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Figura 11. Bottega lombarda, secretaire neoclassico intarsiato, archivio Semenzato, pubblicato in AAVV, Arredi del Settecento, Artioli, Modena 2003, p. 258 con un’attribuzione all’ebanista cremonese Giovanni Maffezzoli.

NOTE

[1] Si rimanda a: Mobili neoclassici con fauni, ninfe e grifoni. GBM? (dicembre 2019) [Leggi] e Mobili neoclassici col motivo intarsiato dei due falchetti (gennaio 2020) [Leggi ]

[2] Come spesso accade, dalla letteratura sul mobile antico traiamo indicazioni poco precise, quando non fuorvianti. Ecco come sono stati pubblicati alcuni mobili facenti parte di questo gruppo: un cassettone e un comodino “Maggiolini” (A. Ghelardini, Il mobile italiano dal Medioevo all’Ottocento, Bramante, Milano 1970, nn. 151 e 152; un secretaire (vedi oltre Figura 10) come bottega di Maggiolini (M.Agnellini, a cura di, Mobili italiani del Settecento, Giorgio Mondadori, Milano 1990, p. 43); un cassettone “alla Maggiolini” (G. Wannenes, Mobili italiani del Settecento, Leonardo, Milano 1990, p. 146b); un cassettone, mobile “canonico” del Maggiolini (S. Colombo, L’arte del legno e del mobile in Italia, Bramante, Milano 1981, n. 568), definizione utilizzata anche per il cassettone già pubblicato da Ghelardini.

Prima pubblicazione: Antiqua.mi, febbraio 2020

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