Cassettoni neoclassici lombardi con “angeli”

di Andrea Bardelli

In un articolo pubblicato su Antiqua nel settembre 2019, intitolato Cassettoni neoclassici lombardi con lesena a cornucopia (nota 1) veniva mostrato in Figura 9 un cassettone sul cui primo cassetto sotto il piano, al centro, comparivano “due piccoli putti che allargano le braccia” entro girali fogliati; una nota chiariva che questi putti si trovano in una serie di cassettoni di cui ci saremmo occupati in seguito.
É venuto il momento di farlo trattando quella che è stata convenzionalmente classificata come “Bottega degli angeli” per la presenza delle due figurine di “putti” benché prive di ali (nota 2).
Ne presentiamo un esemplare evidenziando, oltre agli “angeli”, altri elementi caratteristici di cui tratteremo: il medaglione al centro della fronte e il decoro delle lesene [Figura 1].

cassettone-neoclassico-lombardia

Figura 1. Cassettone neoclassico lombardo, Lombardia, Finarte 27.10.92 n. 358.

Si tratta di mobili assai ripetitivi nei decori che sono ridotti all’essenziale [Figure 2 e 3].

cassettone-neoclassico-lombardia-milano-castello-sforzesco

Figura 2. Cassettone neoclassico intarsiato (uno di una coppia), Lombardia, Milano, Collezione del Castello Sforzesco, inv. M199/30-672 (Colle 1996 p. 99 n. 102, ivi attribuito alla cerchia di Giuseppe Maggiolini, fine XVIII, inizi XIX secolo).

comodino-neoclassico-lombardia

Figura 3. Comodino neoclassico intarsiato (uno di una coppia), Lombardia, Christie’s 23.9.2010 n. 328.

Al centro della fronte, sui fianchi o sui piani, compare spesso una figura seduta, spesso interpretata come un “angelo” a conferma della denominazione convenzionale assunta. In realtà di tratta di Ganimede, come abbiamo avuto modo di dimostrare nel secondo della serie Scene e personaggi intarsiati sui mobili neoclassici lombardi pubblicato nel luglio 2022 (nota 3).

Altri esemplari recano medaglioni diversi, ma tutti presentano lo stesso decoro sul primo cassetto – seppure con qualche variazione nella composizione dei girali fogliati – e le stesse lesene decorate con tralci fogliati di andamento mistilineo [Figure 4 e 5].

cassettone-neoclassico-lombardia

Figura 4. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, Semenzato Roma 24.6.90 n. 340.

cassettone-neoclassico-lombardia

Figura 5. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, Sotheby’s Firenze dicembre 1990 n. 697.

Possiamo associare ai precedenti anche esemplari che presentano lo stesso tipo di lesena, ma un diverso decoro sulla fronte del cassetto sotto il piano [Figura 6].

cassettone-neoclassico-lombardia

Figura 6. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, Boetto maggio 2003 n. 144.

Abbiamo riquadrato non solo la lesena, ma anche il decoro collocato ai quattro angoli della fronte, entrambi riscontrabile in diversi esemplari della “Bottega con lesena a cornucopia” (vedi ancora nota 1, ivi Figure 1, 2 e 4).
Possiamo quindi avanzare l’ipotesi che quella degli “angeli” possa essere una linea di produzione minore all’interno della “Bottega con lesena a cornucopia”, di tono e qualità inferiore rispetto agli esemplari più fastosi della stessa (nota 4).
Registriamo, tuttavia, che il decoro con “angeli” – o putti o faunetti che dir si voglia – del primo cassetto si ritrova in altri mobili per ora classificati in ambiti diversi [Figure 7 e 8].

cassettone-neoclassico-lombardia

Figura 7. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, Christie’s novembre 1989 n. 208a.

cassettone-neoclassico-lombardia

Figura 8. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, Finarte 10-11.11.93 n. 300.

I due cassettoni di cui alle figure 7 e 8 sono stati inseriti nel contesto di una “bottega” molto vasta, denominata “Bottega dell’anforetta”, caratterizzata da numerosi esemplari tra loro interrelati (nota 5).
Questa seconda ipotesi di dare peso alle connessioni con la “Bottega dell’anforetta” è da considerarsi alternativa alla precedente, a meno che non si voglia ricondurre tutti gli esemplari esaminati e richiamati a una bottega unica per la quale dovremmo ipotizzare una produzione enorme e ampiamente diversificata. Esiste sempre la possibilità che il decoro con “angeli”, ideato all’interno della bottega di Maggiolini (vedi ancora nota 2), fosse adottato da artefici diversi all’interno delle rispettive botteghe.
In conclusione, si ripropone il tema di che importanza dare, nella classificazione dei mobili, al decoro rispetto ad altri fattori non facilmente verificabili su larga scala come, ad esempio, le tecniche costruttive. Relativamente a singole figure, come potrebbero essere gli “angeli” collocati simmetricamente al centro di girali fogliate, il dilemma è: si tratta di una griffe esclusiva oppure di uno stilema largamente disponibile e pertanto condiviso?

NOTE

[1] [Leggi].

[2] In questo caso, come in molti altri, è improprio parlare di “bottega”. Si tratta, infatti, di una sorta di “linea” costituita da esemplari tra loro simili nel decoro, che non esaurisce la produzione di una bottega nel suo complesso, facente riferimento a uno stesso artefice.
Inoltre, i due putti della “Bottega degli angeli” differiscono da quelli della “Bottega della lesena a cornucopia”: i primi hanno le braccine che convergono al centro reggendo quello che sembra uno stelo fiorito, i secondi le aprono.
Questi ultimi, in particolare, trovano riscontro in un disegno accostato da Beretti fin dal 1994 a una consolle di Giuseppe Maggiolini, in cui si vede un giovane fauno grassottello con la coda che si trasforma in girali fogliati, facendo presumere che anche i putti di cui sopra siano, in realtà, dei fauni [Figure A e B].

giuseppe-maggiolini-disegno-milano-castello sforzesco

Figura A. Bottega Maggiolini, disegno per una tarsia (Beretti 1994 p. 184 n. 236).

giuseppe-maggiolini-tavolo-genova-palazzo reale

Figura B. Particolare di un tavolo di Giuseppe Maggiolini, Genova, Palazzo Reale (Beretti 1994 tav. XXX).

[3] [Leggi].

[4] Nell’articolo Ferdinando Dardanone, ebanista e/o mercante di mobilia nella Milano neoclassica (maggio 2022) [Leggi] si è discusso circa la possibilità che l’ebanista titolare della “Bottega con lesena a cornucopia” fosse Ferdinando Dardanone.

[5] Su questa bottega si veda in particolare l’articolo Mobili lombardi attribuiti ai Ravelli. Parte seconda ovvero La “Bottega dell’anforetta” (aprile 2021) [Leggi].

Bibliografia citata
-G. Beretti, Giuseppe Maggiolini. L’Officina del Neoclassicismo, Malavasi, Milano 1994.
-E. Colle, Museo d’Arti Applicate. Mobili e intagli lignei, Electa, Milano 1996.

Ottobre 2022

© Riproduzione riservata