Un dipinto inedito da Carlo Dolci

della Redazione di Antiqua

Succedono talvolta cose incredibili come quella che ci apprestiamo a raccontare. È la storia di un dipinto acquistato alcuni anni fa negli Stati Uniti, raffigurante una Vergine annunciata [Figura 1].

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Figura 1. Vergine annunciata, olio su tela cm. 73 x 57, collezione privata (prima del restauro).

Se non fosse stato per il viso, caratterizzato da un’espressività e da un realismo tipico di un ritratto moderno, si sarebbe pensato a una composizione di Carlo Dolci (Firenze 1616-1686) o di qualche suo imitatore o copista.
L’intuizione si è rivelata azzeccata perché, una volta restaurato e riportato in “prima tela” [Figura 2], l’opera risulta immediatamente confrontabile con una celebre tela del Dolci che si trova agli Uffizi a Firenze [Figura 3B], abbinata a una tela raffigurante l’arcangelo Gabriele [Figure 3A].

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Figura 2. Vergine annunciata, olio su tela cm. 73 x 57, collezione privata (stesso dipinto di Figura 1 dopo il restauro).

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Figure 3 A e 3 B. Carlo Dolci, Angelo annunciante e Vergine annunciata, 1650-1655, olio su tela cm. 72 x 55 (ciascuno), Firenze, Galleria degli Uffizi, inv. San Marco e Cenacoli nn. 61 e 62.

Dopo il restauro, il proprietario ha richiesto a una società specializzata nella diagnostica applicata ai beni artistici una perizia tecnica che abbiamo potuto esaminare. Non ne forniamo l’autore perché il giudizio che ne diamo è poco lusinghiero (nota 1)
Le informazioni veramente interessanti per chi ha commissionato il documento sono disseminate in un numero spropositato di pagine recanti grafici, tabelle e dati tecnici, per lo più incomprensibili al profano. Tralasciando alcune contraddizioni sull’analisi dei pigmenti, si giunge a scarne considerazioni finali in cui leggiamo che “L’opera esaminata è un dipinto di scuola fiorentina olio su tela di lino ascrivibile alla fine del XVII secolo, di autore ignoto ed eccellente qualità pittorica”.
Ciò che non è stato preso in seria considerazione è un elemento che, se correttamente interpretato, avrebbe condotto a ben altre conclusioni.
A un certo punto della relazione troviamo che un certo esame (riflettografia infrarossa con luce riflessa) ha riportato alla luce una scritta sul retro del dipinto, celata dal restauro.
Il nome, leggibile solo in parte “… non è attribuibile all’esecutore del dipinto ma molto più probabilmente a colui che fu coinvolto in uno degli interventi di restauro” [Figura 4].

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Figura 4. Scritta rinvenuta sul retro del dipinto a seguito di riflettografia.

Sembra di poter leggere abbastanza chiaramente “Michele Cortazzi Fece”.
Michele Cortazzi (Ceraso 1800- Roma 1865) potrebbe essersi anche dedicato al restauro di dipinti, ma è noto soprattutto per essere stato un copista di dipinti famosi. Le notizie su di cui sono molto scarse – sappiamo che era nativo di Ceraso in provincia di Salerno e che lavorò a Firenze – ma in rete si possono trovare diverse sue opere vendute in asta.
Ci preme segnalare, in particolare, un dipinto passato in asta a Stoccolma da Bukowskis nel maggio 2013 raffigurate La Speranza [Figura 5], copia di un olio su tela di Carlo Dolci che si trova a Firenze presso la Galleria Corsini.

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Figura 5. Michele Cortazzi, La Speranza, copia da Carlo Dolci, olio su tela cm. 68 x 54, 5, Bukowskys 5.5.2013.

La firma rilevabile su retro del dipinto di Figura 5 [Figura 5bis] è facilmente confrontabile con la firma sul retro del dipinto in esame, qui riprodotta in una versione a colori [Figura 4bis].

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Figura 5bis. Firma di Michele Cortazzi sul retro del dipinto di Figura 5.

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Figura 4bis. Firma di Michele Cortazzi sul retro del dipinto di Figura 1 e 2 (immagine a colori della firma di Figura 4).

Carlo Dolci è stato uno dei pittori più riprodotti durante l’Ottocento.
Una versione della Speranza, ad esempio, è stata dipinta da Pietro Carloni, un altro artista di cui si hanno pochissime notizie, tra le quali che fosse attivo a Firenze nei primi due decenni dell’Ottocento [Figura 6].

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Figura 6. Pietro Carloni, La Speranza, copia da Carlo Dolci, olio su tela cm. 63,5 x 58,8, firmato Pietro Carloni in basso a sinistra, mercato antiquario (Thomas Fine Art).

Anche la nostra Annunciata è stata riprodotta più volte come dimostra la copia eseguita da Luigi Pompignoli (Forlì 1814-Firenze 1883) [Figura 7] che si affianca a quella oggetto del presente articolo che crediamo di poter attribuire a Cortazzi senza alcuna esitazione.

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Figura 7. Luigi Pompignoli, Vergine annunciata, olio su tela (misure non disponibili), Art Gallery of New South Wales (Australia) inv. n. 4513.

NOTE

[1] Di ben altro spessore scientifico ed efficacia è l’analisi scientifica di un dipinto di Carlo Dolchi che abbiamo avuto modo di pubblicare e alla quale facciamo rimando: Dove l’occhio non arriva: le analisi diagnostiche per accertare lo stato conservativo. Un case-study su Carlo Dolci (marzo 2016) [Leggi ]. Si veda anche l’articolo di carattere storico-artistico dedicato allo stesso dipinto: Chiarimenti su un dipinto di Carlo Dolci (marzo 2016) [Leggi].

Febbraio 2024

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