Cassettoni piemontesi (?) con lo spigolo “sgusciato”

di Andrea Bardelli

La questione si apre con riferimento a un cassettone pubblicato da Giacomo Wannenes nel 1990 come un esempio del primo neoclassicismo piemontese in cui appare evidente “l’influsso del Maggiolini” (Wannenes 1990 p. 159) [Figura 1].

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Figura 1. Cassettone neoclassico intarsiato, Piemonte (?).

Effettivamente, si tratta di un mobile che avrebbe tutte le caratteristiche, almeno sul piano della decorazione, per essere definito lombardo.
L’unico elemento, per altro di non poco conto, che lo attrae nell’ambito del Piemonte è lo spigolo anteriore obliquo che termina con una “sgusciatura”, poco prima dell’innesto della gamba.
Ritroviamo questo dettaglio dello spigolo sgusciato – a ciascuna estremità – in diversi cassettoni passati sul mercato come piemontesi, di cui forniamo una rapida carrellata [Figure 2/7].

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Figura 2.

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Figura 3.

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Figura 4.

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Figura 5.

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Figura 6.

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Figura 7.

Figure 2/7. Cassettoni neoclassici intarsiati, Piemonte, mercato antiquario.

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Figura 3bis. Dettaglio dello spigolo sgusciato nel cassettone di Figura 3.

Come si può osservare, i mobili di cui alle Figure da 2 a 7 sono abbastanza diversi tra loro (nota 1).
Il solo cassettone di Figura 4 ha la fronte scandita da tre cassetti uguali, mentre tutti gli altri hanno un cassetto più basso sotto il piano e due sottostanti cassetti unificati da una riquadratura.
Vi sono altri dettagli riconoscibili che si distribuiscono variamente, come il primo cassetto intarsiato “a parquet” nei cassettoni delle Figure 3, 6 e 7, oppure i medaglioni al centro della fronte, quasi sempre intarsiati “a rosone”, secondo un gusto prettamente lombardo, nei cassettoni delle Figure 5, 6 e 7.
L’unico elemento che li accomuna è proprio lo spigolo sgusciato che viene desunto dall’ebanisteria francese, come si può osservare in questo cassettone [Figura 8].

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Figura 8. Cassettone neoclassico, Francia, mercato antiquario.

Decisamente di sapore lombardo è il cassettone seguente che possiamo mettere in rapporto più diretto con il mobile di Figura 1, non solo per la sgusciatura dello spigolo, ma per il tipo di decoro, con specifico riferimento al nastro intarsiato con una sequenza di foglioline che riquadra i cassetti [Figura 9].

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Figura 9. Cassettone neoclassico intarsiato, Piemonte (?), mercato antiquario.

Questo cassettone è stato presentato sul mercato ligure. Se la classificazione non fosse derivata da una discutibile analisi stilistica, bensì prodotta dalla certezza della sua provenienza, ad esempio, da una data dimora, la circostanza potrebbe non essere indifferente ai nostri fini (nota 2).
Ritroviamo la stessa sequenza di foglioline – qui evidenziata all’interno di una riquadratura rossa – in un cassettone che definiremmo lombardo tout court, già in possesso di un esperto antiquario dell’Astigiano [Figura 10].

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Figura 10. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, mercato antiquario.

Torna la sgusciatura in un altro cassettone che più lombardo non potrebbe essere, a dispetto del fatto di essere stato presentato sul mercato con una del tutto improbabile attribuzione a Vicenza [Figura 11].

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Figura 11. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, mercato antiquario.

È quest’ultimo un mobile sconcertante perché in stretta relazione con una numerosa famiglia di mobili classificati senza esitazione come lombardi di cui forniamo un esempio [Figura 12].

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Figura 12. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia, Finarte 30.10.91 n. 278.

Come si può notare, sono pressoché identici il decoro del primo cassetto e quello collocato sulla lesena nel mobile di Figura 12 e sullo spigolo nel mobile di Figura 11.
Ribadendo che lo spigolo sgusciato non appartiene al lessico lombardo in senso stretto, c’è quasi da augurarsi che il cassettone di Figura 11 sia un mobile d’invenzione eseguito “in stile” e pertanto non pertinente.
Tutto quanto precede, a parte alcuni casi che possiamo definire eccezionali, serve a chiedersi se è lecito supporre l’esistenza di cassettoni il cui tratto distintivo sia la contemporanea presenza dello spigolo sgusciato e di un decoro intarsiato “alla lombarda”, da collocare in un ambito che possa comprendere porzioni delle attuali province di Alessandria, Vercelli e Pavia (nota 3). A questo punto, i riferimenti sopra disseminati alla Liguria e all’Astigiano potrebbero fungere da indizi.
Verrebbe così a configurarsi una sorta di ebanisteria tra Piemonte orientale e Lombardia occidentale con tratti sia piemontesi, sia lombardi (sia liguri), combinati in forme ibride.
Vi sono poi alcuni casi che devono essere valutati singolarmente come, ad esempio, un comodino proposto sul mercato come torinese [Figura 13].

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Figura 13. Comodino neoclassico intarsiato, Piemonte, mercato antiquario.

La forma e il decoro, con particolare riferimento allo spigolo obliquo a righe verticali chiaro scuro alternate e la fronte del cassetto sotto il piano, sono tipicamente piemontesi, mentre il medaglione collocato al centro dell’anta, raffigurante Ganimede, è uno dei tratti caratteristici di un’altra famiglia di mobili prettamente lombardi già oggetto di analisi (nota 4).
Ci si chiede se siamo in presenza di un mobile piemontese in senso stretto che adotta incidentalmente un elemento decorativo ampiamente diffuso nell’ebanisteria lombarda o se, anche in questo caso, è lecito parlare di un mobile “di confine”.

NOTE

[1] Nessun mobile di questo genere è stato pubblicato in quella che viene considerata la “Bibbia” del mobile settecentesco piemontese, ossia il volume di Roberto Antonetto pubblicato nel 2010 per Allemandi.

[2] Abbiamo dedicato diversi contributi al rapporto tra ebanisteria neoclassica lombarda e ligure, che segnaliamo anche se non risultano strettamente attinenti ai contenuti del presente articolo: Cassettone neoclassico genovese … o milanese (giugno 2018) [Leggi] e Milano o Genova … o l’anello di congiunzione (luglio 2019) [Leggi].

[3] Va rilevato che il panorama vercellese è dominato in quest’epoca dalla bottega dei Ravelli che producevano mobili di gusto decisamente piemontese, senza alcuna concessione allo stile lombardo. Si rimanda, in proposito, all’articolo Aggiunte al catalogo dei Ravelli ebanisti e inatrsiatori vercellesi tra Sette e Ottocento (ottobre 2023) [Leggi ].
Inoltre, in un articolo intitolato Mobili lombardi attribuiti ai Ravelli. Parte II (aprile 2021) [Leggi ] si parla proprio della famiglia di mobili a cui appartiene il cassettone di cui alla Figura 12 (vedi sopra).

[4] Si rimanda all’articolo Cassettoni neoclassici lombardi con angeli (ottobre 2022) [Leggi]  e all’articolo Scene e personaggi intarsiati sui mobili neoclassici lombardi. Parte II (luglio 2022) [Leggi ] per quanto riguarda specificatamente l’iconografia di Ganimede.

Bibliografia citata
-G. Wannenes, Mobili italiani del Settecento, Leonardo, Milano 1990.
-R. Antonetto, Il mobile piemontese nel Settecento, Allemandi, Torino 2010.

Marzo 2024
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